(Considerazioni su Dire casa, di Francesca Perlini – Arcipelago Itaca Edizioni)
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Tre sono gli aggettivi che, terminata la lettura della seconda raccolta di versi di Francesca Perlini Dire casa – Arcipelago Itaca Edizioni -, affiorano automaticamente nella mente del lettore: Dire casa è una silloge erratica, orante e erotica, allo stesso tempo.
Che si tratti di un viaggio e che la dimensione dell’errare sia inevitabile matrice del libro lo si comprende fin dai primissimi versi, non a caso il frammento incipitario di Gonne, la sezione entrante, recita “fatalmente” così:
*
che la brezza ci assista
tramando via acqua dalle gonne appese
in questo viaggio fatale.
(pag. 13);
a sigillare tale aspetto primigenio e a conferma di quanto asserito basta sfogliare qualche altra pagina e ci si imbatte in versi gemelli, come quando – a pag. 31 – si parla di “erranza”:
quale erranza,
inquieta come la verità cercata,
di gonne Sufi aprirà bianco il Dio umano?;
o a pag. 55, dove la sposa, protagonista del duetto in versi di L’amore non si immagina, si abbandona, dichiara:
Per i sentieri erti, la traccia
di questa resistenza pellegrina
dove cammina gigante la calma,
da un filo d’erba a questa compagna ….
Immergersi nella poesia di Francesca Perlini vuol dire innanzi tutto sperimentare l’avventura Continua a leggere “Una cosa piccola piccola che si fa spazio (di Alessio Alessandrini)”
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