JOY: Il Cinema del venerdì – di Francesco Torre

JOY Regia di David O. Russell. Con Jennifer Lawrence (Joy Mangano), Robert De Niro (Rudy), Bradley Cooper (Neil Walker), Isabella Rossellini (Trudy), Diane Ladd (Mimi). Usa 2015, 124’. Distribuzione: 20th Century Fox. Il successo di Joy sembra essere scritto nel destino. A 10 anni realizza piccole creazioni con una tale perizia nell’utilizzo dei materiali, e con una tale determinazione negli obiettivi, che la nonna Mimi, voce narrante del film, non fatica a vedere in lei l’imprinting della grande imprenditrice, nonché della matriarca di cui la famiglia disfunzionale in cui vivono ha assoluto bisogno per raggiungere un equilibrio apparentemente impossibile. L’ottavo … Continua a leggere JOY: Il Cinema del venerdì – di Francesco Torre

FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 4. SANDRO PENNA

FLASHES E DEDICHE MENO DOGMI PIU’ POESIA PIU’ CARITA’ IN SACRESTIA UN(A) PENNA AL FAMILY DAY Mi sto chiedendo, in questi giorni dominati dai dibattiti, se i falsi moralisti plagiati da una superstizione collettiva (detto con rispetto laico) abbiano mai letto Sandro Penna. Adoro quando la sacralità dei corpi e dell’amore si fondono. Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune. Certo Penna non ha mai nascosto niente di sé anche perché non c’era niente da nascondere, dopotutto certa ipocrisia era biasimata anche da Gesù stesso che non amava affatto i sepolcri … Continua a leggere FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 4. SANDRO PENNA

FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 3. UN CALVO INVERNO, inediti di Sonia Lambertini

FLASHES E DEDICHE UN CALVO INVERNO, inediti di Sonia Lambertini La correlazione tra i colori presenti, citati, richiamati e l’inverno calvo è il fulcro dei versi della Lambertini. L’idea della pennellata ricorre e si rincorre. L’osservazione di ciò che è fuori e di ciò che non è più dentro ma paradossalmente presente. La scala cromatica si arricchisce attingendo da un arcaismo polisemico; libella-livella-libellula, ma anche lo stesso “libello” potrebbe essere un forte richiamo cognitivo. Qui scorre tutto senza ali ma con un tragitto spaziale ben definito dal sapore acre e non definitivo. Piano dei colori, piano di volo, piano della … Continua a leggere FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 3. UN CALVO INVERNO, inediti di Sonia Lambertini

FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 2. Che cos’è Bernardo Pacini?

FLASHES E DEDICHE CHE COS’E’ BERNARDO PACINI ? Che cos’è Pacini? Che poeta si cela nella traiettoria di una scrittura esposta fortunatamente ad un non-stallo linguistico? Pacini fa scrittura, muove il linguaggio ed utilizza ammaestrandole a suo piacere le tecniche, un faber poeticae ad uso proprio. Dal Rosso ai Pokèmon. Boutade? Calembour? Plurilinguismo, polisemantica direi. Dal quotidiano alle astrazioni, il viaggio delle parole si inserisce al di fuori dell’ombra dove nessuno deve rimanere. È una drammatica evoluzione la sua, nel senso di azione; nel giro di pochi anni tre letture elevate che si incrociano e si generano in un denso … Continua a leggere FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 2. Che cos’è Bernardo Pacini?

MACBETH: Il Cinema del venerdì – di Francesco Torre

MACBETH Regia di Justin Kurzel. Con Michael Fassbender (Macbeth), Marion Cotillard (Lady Macbeth), Paddy Considine (Banquo). Gb 2015, 113’. Distribuzione: Videa-CDE. Due eserciti disposti frontalmente, immobili. Una galleria angosciosa di volti fumanti, ansanti, quasi demoniaci, pronti a compiere il fatale rito della morte. Nessuna parola, solo un sordo, continuo ronzio industriale e un ritmo di percussioni tribali destinato a tumultuare dopo il grido di battaglia. L’orrore: nel corpo a corpo crudo e violento, enfatizzato dall’uso del rallenty e dalla macabra esposizione di ogni dettaglio cruento, l’aria sembrerebbe quasi funestata dall’odore del napalm, se non fosse che le armi da fuoco … Continua a leggere MACBETH: Il Cinema del venerdì – di Francesco Torre

FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 1. “La voce di Cassandra” di Giuseppe Nibali

FLASHES E DEDICHE IL NOME E IL CORPO nella poesia di Giuseppe Nibali LA VOCE DI CASSANDRA – STUDI SUL CORPO DI UNA VERGINE (Origini edizioni) 2015 Nibali rapisce il buio e la luce ed accende una stanza dove Cassandra si rispecchia e si trasmette a noi. I versi si oggettivano in una conoscenza carnale che entra in quella interiore, molto più importante, per indagare sul senso di incompiutezza umana. Qui non si fanno previsioni, il nome è passeggero e si fisserà in qualche altro eteronimo, rimanendo fedele al nucleo originale, trave portante del discorso poetico. Quindi versi cinestesici, odori, … Continua a leggere FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 1. “La voce di Cassandra” di Giuseppe Nibali

FRANNY: Il Cinema del venerdì – di Francesco Torre

FRANNY Regia di Andrew Renzi. Con Richard Gere (Franny), Dakota Fanning (Olivia/Puzzola), Theo James (Luke). Usa 2015, 90’. Distribuzione: Lucky Red. Francis L. Watts (o come dicon tutti Franny) è un multimilionario di Philadelphia. Non sappiamo da dove provengano le sue fortune e, quel che è più strano, non lo sanno neppure le persone a lui più vicine e nemmeno Wikipedia. Eppure è il proprietario di un grande ospedale pediatrico, finanzia progetti museali, canta con un’orchestrina nostalgici pezzi pop in cerimonie pubbliche e 5 anni prima del tempo in cui si svolge la vicenda è stato coinvolto in un incidente … Continua a leggere FRANNY: Il Cinema del venerdì – di Francesco Torre

Ancora su “Storie” libro d’esordio di Damiano Sinfonico

una recensione di Marco Malvestio sul libro d’esordio di Damiano Sinfonico “Storie”. Si rimanda inoltre al link sulla recensione precedentemente pubblicata su Carteggi Letterari: http://carteggiletterari.org/2015/12/02/storie-lesordio-di-damiano-sinfonico-una-nota-e-alcune-poesie/ L’esordio di Damiano Sinfonico, Storie (L’arcolaio, 2015) è un libro coeso e coerente. Si vede … Continua a leggere Ancora su “Storie” libro d’esordio di Damiano Sinfonico

Emozioni Sold-out per il Concerto di Capodanno al Vittorio Emanuele

di Marta Cutugno Teatro Vittorio Emanuele, Messina. Emozioni da sold-out hanno abbracciato ieri il primo teatro cittadino per il consueto Concerto di Capodanno. Sul palcoscenico, l’Orchestra del Vittorio Emanuele diretta dal Maestro Marco Alibrando insieme alla pianista di fama internazionale … Continua a leggere Emozioni Sold-out per il Concerto di Capodanno al Vittorio Emanuele

Scambio di sguardi – “Youth – La giovinezza” di Paolo Sorrentino

In concomitanza con la triplice vittoria di YOUTH all’Efa (Miglior film, miglior regia, miglior attore), Carteggi Letterari ripropone gli interventi di Marco Olivieri e Francesco Torre sul film di Sorrentino. Buona lettura. SCAMBIO DI SGUARDI YOUTH – LA GIOVINEZZA di Paolo Sorrentino YOUTH – LA GIOVINEZZA Regia di Paolo Sorrentino. Con Michael Caine (Fred Ballinger), Harvey Keitel (Mick Boyle), Rachel Weisz (Lena Ballinger), Paul Dano (Jimmy Tree), Jane Fonda (Brenda Morel). Italia, Francia, Svizzera, GB 2015, 118’. Distribuzione: Medusa. Palcoscenico girevole e inquadratura fissa. Primo piano su una cantante con un bel fiocco colorato in testa. Sfondo scuro, fuori fuoco, da cui emergono … Continua a leggere Scambio di sguardi – “Youth – La giovinezza” di Paolo Sorrentino

La poesia di Alda Merini in “La pazza della porta accanto” di Claudio Fava – regia di A.Gassmann

di Marta Cutugno

“Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza
giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della
vita”.
(Alda Merini – “La pazza della porta accanto”)

Teatro Vittorio Emanuele: Tutto è per lei, tutto è per Alda. A Messina, dove il 16 ottobre del 2007 le fu conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione, risuonano i versi della poetessa dei Navigli in “La pazza della porta accanto”, spettacolo di asfissianti emozioni scritto da Claudio Fava per la regia di Alessandro Gassmann.

Ma chi è poi la pazza della porta accanto? Per me è la mia vicina. Per lei la matta sono io, come per tutti gli abitanti del Naviglio, della mia casa”.

Alda, quella complicata donna che, nel ’43 ancora bambina, aiutò la madre a mettere al mondo il fratellino mentre la casa andava giù sotto i bombardamenti. Una giovinezza di stenti e poi il matrimonio con Ettore Carniti, quattro figlie e tante fragilità. La sua linfa di donna fu irrimediabilmente segnata dalla depressione spacciata per pazzia e dagli internamenti presso l’Ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano, prima e presso un Istituto psichiatrico di Taranto, poi. Le figlie raccontano che tutto ebbe inizio una notte: il marito rientrò ubriaco e lei, stanca delle bastonate, gli scaraventò addosso una sedia mandandolo all’ospedale. Le furono sottratte le figlie e fu immediatamente ricoverata.
Parte proprio da lì l’evoluzione narrativa dello spettacolo di Fava. Si aprono le porte di questo grande edificio grigio e tetro, i cui muri scritti somigliano alle pareti degli anni maturi di casa Merini, muri come rubriche telefoniche e quaderni di appunti. La struttura scenica è estremamente funzionale e presenta due blocchi staccati e movibili che gli stessi attori fanno scorrere per ricreare, di volta in volta, la giusta ambientazione (il cortile, l’ingresso, lo stanzone).

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“Il manicomio è una grande cassa
con atmosfere di suono
e il delirio diventa specie,
l’anonimità misura,
il manicomio è il monte Sinai
luogo maledetto
sopra cui tu ricevi
le tavole di una legge
agli uomini sconosciuta”.

Luci bianche illuminano la scena attraverso finestroni alti in vetro mattone. Sul fondo, una parete di sbarre avanza e arretra all’occorrenza segnando la linea di confine tra sano e malato. Il disegno luci di Marco Palmieri e la videografia di Marco Schiavoni conferiscono ricchezza allo spettacolo tutto. Sul ciglio del palcoscenico, tra il pubblico e la scena, risulta interposto un velo che rende l’atmosfera dolorosa e rarefatta con effetti olografici di grande fascino. Riflessi su quel velo ci sono le sagome di Alda e del dottore che, al suo arrivo, la invita a spogliarsi ed indossare la divisa dell’istituto, il lenzuolo, con cui venivano asciugate le pazienti, che cade morbido e tagliente, la suggestiva pioggia di petali rosa che baciano la sala, i mille fogli, con le poesie di Alda, che vengono giù dal cielo.

Accompagnata dal marito, la trentaseienne Alda Merini viene ricevuta nell’istituto psichiatrico, la diagnosi è di schizofrenia paranoica. “Dietro quella diagnosi c’è la mia anima”. Insieme a lei, un gruppo di altre donne dall’identità oramai sintetizzata in una consonante: la zeta, la emme, la enne ecc. “Il manicomio non finisce più. È una lunga pesante catena che ti porti fuori, che tieni legata ai piedi. Non riuscirai a disfartene mai“. Attraverso i versi della poetessa avanzano le tristi memorie di quel sofferente periodo. “Diglielo tu, a noi non credono più”, rivendicano le amiche e compagne. È la storia di un male condiviso in un luogo in cui è proibito fumare, gridare, parlare, piangere, e perfino guarire.

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Il tempo è scandito dalle “cure“: pillole, premorfina, curaro, elettroshock. Da mattina a sera tutto è uguale, “domani qui dentro è già passato” e si arriva alla fine del giorno sotto quella luna corrotta ed immensa che resta alta e lontana in trasparenza sul velo. Il divieto di innamorarsi viene violato. Alda incontra Pierre, un paziente come lei ed in quella solitudine monocromatica, ricercano i colori della vita. Dalla loro unione intima, folle e carnale nascerà una bambina che non conosceranno mai. Poi la vita può riprendere, arriva il momento di andare via e di tornare a casa, non prima di chiedere indietro le impronte digitali lasciate il primo giorno e non prima di veder volare verso il cielo un palloncino verde venuto fuori dal pancione di una internata gravida.

Quello di Claudio Fava è un testo sensibile che attinge dagli scritti della Merini ricostruendo toccanti sequenze di vita dove vita non può esserci. La poesia, l’amore, l’amicizia irrompono in quella scatola di dolore e trasfigurano i protagonisti, sono lampi di luce nella sempre più scarsa speranza. Alda è lì, poetessa degli ultimi, che da ultima ha goduto la vita, come una clochard. Lei, che, in vita, proprio a loro, ai senza tetto incontrati per strada, diede quasi tutti i soldi del premio Montale Guggenheim.

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Fotografie per la stampa La Pazza della porta accanto. Ombretta De Martini @2015

A firmare la regia e le sublimi scene, che con fluidità e classe disarmante si incollano a personaggi ed eventi, Alessandro Gassmann con la collaborazione di Alessandro Chiti.
Il testo è accompagnato dalle struggenti musiche di Pivio & Aldo De Scalzi che delicatamente trasformano in suono lo strazio e la fitta esistenziale. Ottimi e di significato i costumi curati da Mariano Turano. Medico, infermiere e portantini indossano camici ed uniformi in unica tinta mentre come tela sfumata sono gli abiti dei matti in divisa da matti: un giallo pallido e sbiadito sul petto che diventa ocra al ventre e poi marrone ai piedi.

Anna Foglietta bene interpreta una poetessa perennemente in bilico tra paura e desiderio che niente lascia al caso, respiri, passi, gesti e parole riprodotti con maniacale cura; bravo Angelo Tosto, il medico e direttore dell’Ospedale che, con grande trasporto, non nega abbracci paterni e forza comunicativa; Liborio Natali è l’innamorato Pierre, un Romeo che, in balia dell’inadeguatezza, sul finale, respinge Giulietta/Alda. Nel cast anche Sabrina Knaflitz, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio. Menzione a parte merita Alessandra Costanzo che, nei suoi interventi da internata, si impone per presenza scenica e sensibilità piena e matura.
Una produzione Teatro Stabile dell’Umbria e Teatro Stabile di Catania

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Perché le donne amano troppo? – “Legami d’amore. I rapporti di potere nelle relazioni amorose” di Jessica Benjamin, Cortina Raffaello editore

Perché le donne amano troppo? Che l’amore spesso non sia amore, ma un gioco perverso di potere, è cosa risaputa. Ma perché gli oppressi si piegano ai desideri altrui? E perché spesso sono le donne a rimanere vittime di questo gioco che può essere equiparato alla dinamica servo-padrone? A questi quesiti dà risposta, in un volume intitolato “Legami d’amore. I rapporti di potere nelle relazioni amorose” (Cortina Raffaello editore, 2015), la saggista statunitense Jessica Benjamin, la prima ad aver integrato gli studi di genere nel pensiero psicanalitico. Partendo dalla teoria dell’invidia del pene, di freudiana memoria, l’autrice la decostruisce per capire … Continua a leggere Perché le donne amano troppo? – “Legami d’amore. I rapporti di potere nelle relazioni amorose” di Jessica Benjamin, Cortina Raffaello editore

Antonio Devicienti su “I colloqui di Elpinti” di Alessandro Ricci (Coup d’idée Edizioni d’Arte, 2015)

Antonio Devicienti su I colloqui di Elpinti di Alessandro Ricci La lettura cui stavolta mi accingo muove da due motivi concomitanti: l’uno ha a che fare con un preciso progetto editoriale, l’altro con un autore pressocché ignorato e che merita, invece, attenzione e apprezzamento; sto parlando dell’editrice Coup d’idée Edizioni d’Arte di Enrica Dorna e di Alessandro Ricci, la cui opera è edita in forma antologica sotto il titolo I colloqui di Elpinti. Enrica Dorna crede che ci sia una diffusa e intristente disattenzione ai valori reali degli autori e anche, a livello generale, una certa sciatteria nelle edizioni stesse … Continua a leggere Antonio Devicienti su “I colloqui di Elpinti” di Alessandro Ricci (Coup d’idée Edizioni d’Arte, 2015)

Il teatro di memorie di un poeta, il suo sguardo spezzato – Giuseppe Vetromile, “Congiunzioni e rimarginature”, edizioni Scuderi, 2015. A cura di Mario Fresa

Il teatro di memorie di un poeta, il suo sguardo spezzato Giuseppe Vetromile, Congiunzioni e rimarginature (edizioni Scuderi, 2015) di Mario Fresa L’ultima raccolta poetica di Giuseppe Vetromile, Congiunzioni e rimarginature (edizioni Scuderi, 2015) mette in scena una continua rappresentazione degli eventi che si profila tagliata, sospesa, incompleta, e che sembra tendere, con elusiva tensione, al nascondimento e al rimescolamento delle tracce esposte e dei segnali raccolti. Lo stesso poeta si ripara nell’ombra, e si consegna al baratro di una visione spezzata, nella quale si uniscono e si sovrappongono le linee di una prospettiva asimmetrica e disturbata, dove s’intersecano e … Continua a leggere Il teatro di memorie di un poeta, il suo sguardo spezzato – Giuseppe Vetromile, “Congiunzioni e rimarginature”, edizioni Scuderi, 2015. A cura di Mario Fresa

Antonio Devicienti su “Nuove nomenclature e altre poesie” di Anna Maria Curci (L’arcolaio, 2015)

Antonio Devicienti su Nuove nomenclature e altre poesie di Anna Maria Curci Era ora che la poesia più recente di Anna Maria Curci, apparsa nel corso del tempo su alcuni blog, prendesse la forma di libro e, sottolineo, di un libro “Arcolaio”, casa editrice esigentissima con gli autori e poco propensa a farsi vedere tra i baracconi della gran (si fa per dire) fiera dell’editoria di poesia italiana; Anna Maria e l’Arcolaio vanno molto d’accordo anche in questo senso: nessuno dei due spasima per apparire collezionando superficiali passaggi su blog e riviste, ma entrambi preferiscono l’attesa paziente di lettori che … Continua a leggere Antonio Devicienti su “Nuove nomenclature e altre poesie” di Anna Maria Curci (L’arcolaio, 2015)

Consonanze e dissonanze di Lorenzo Mari – Cercando “Vie di fuga” (Besa, 2015) con Daniele Comberiati

CONSONANZE E DISSONANZE / Cercando “Vie di fuga” (Besa, 2015) con Daniele Comberiati Pur sperando segretamente in una secca smentita, ci sono zone d’Italia che mi sembrano largamente trascurate dall’immaginario letterario canonico, e tra queste, mi pare che spicchi, per estensione e importanza, un’intera regione: la Calabria. I luoghi di Saverio Strati, Corrado Alvaro e Enzo Siciliano non sono stati battuti da scrittori altrettanto noti, negli ultimi anni, e anche il recente film di Francesco Munzi, Anime nere (2014), avanza attraverso terre scarsamente esplorate dal cinema italiano. Forse questo fatto non si traduce ipso facto in un vero e proprio … Continua a leggere Consonanze e dissonanze di Lorenzo Mari – Cercando “Vie di fuga” (Besa, 2015) con Daniele Comberiati