Droide è la notte – AUGH!Edizioni : Intervista a Graziano Delorda

di Marta Cutugno

Con accattivante copertina, opera di Luca Verduchi, ed uno stile scorrevole ed estroverso, “Droide è la notte” di Graziano Delorda – AUGH!Edizioni – in soli tre mesi dalla pubblicazione, si trova stabile nella top ten dei più famosi store on line – IBS, Amazon – ed ha ottenuto ottimo riscontro di pubblico e di critica.

[…]Certo, l’apostrofare o il solo pensare che una droide non fosse “figlia” del nucleo al quale era stata affidata era senza dubbio una meschinità tipica del genere umano, ma nel caso di HOrace poteva essere semplicemente considerata come un’inattesa caduta di stile, retaggio di un passato davvero lontano. Incazzarsi e portargli rancore non serviva a niente, magari l’avrebbe tenuto a stecchetto per qualche giorno, così, per ripicca.
“In fin dei conti resta la cruda realtà” pensò la ragazza, mentre alcune gocce di sperma le solcavano l’interno coscia.
Come tutti i droidi che popolavano il pianeta da quasi due secoli, DRana non era stata concepita e partorita naturalmente, era stata creata in laboratorio e poi affidata ad una coppia di droidi adulti che si erano impegnati a seguirne il percorso evolutivo come una vera e propria famiglia. […]
Non aveva avuto un’infanzia, non era mai stata una bambina, non aveva mai giocato con altri droidi o umani. Quello era stato il suo corpo da sempre e per sempre lo sarebbe stato, una splendida giovane di diciotto anni con un cervello biosintetico forse con qualche anno di maturità in più rispetto ai suoi coetanei.[…] – pag 14-15. 

Siamo nel XXVI secolo. In una inedita dimensione temporale, in cui convivono pacificamente umani, droidi ed ibridi, la storia d’amore tra un HOmo, HOrace Queen e la DRoide DRana intreccia e si scontra con il folle progetto di DRHotto, DRHomo innestato e cattivo di turno. Le relazioni interpersonali, i contesti famigliari e le prospettive, che dal futuro guardano al futuro, si rimodellano ed adeguano all’aurea fantascientifica dell’impianto narrativo, tramite una costruzione bene organizzata del racconto ed una fantasia superba ed amante del particolare. Un romanzo piacevole che sperimenta la vita prossima, dal quotidiano all’intimità fluttuante ed erotica, senza mai risultarne appesantita o distorta. Delorda omaggia alcuni grandi autori del genere e non solo, da Dick ad Asimov a Vonnegut e lascia che l’avventura, disseminata di citazioni e riferimenti nascosti tra le righe, prenda il lettore, lo diverta, emozioni e trascini vorticosamente verso il finale, in una lettura che corre velocissima. Per un romanzo interamente scritto all’alba e che porta la notte nel titolo, prologo ed epilogo – consumati negli studi del giornalista Isaac Vonnedick (che richiama nel nome, i tre grandi del genere, già citati),  sempre connesso, senza compromessi, Olo24mews – raccontano di un sole cattivo che, in chiusura, lo sarà (forse) meno. Senza spoilerare oltre, consigliamo vivamente la lettura di “Droide è la notte” e vi lasciamo all’ intervista che l’autore Graziano Delorda ha gentilmente concesso a Carteggi Letterari:

Graziano, questo tuo romanzo mescola superba fantasia e cura del dettaglio – penso per esempio ai nomi che hai dato ai personaggi. In che modo si sono incontrati/scontrati scrittura di getto e approfondimento/ricerca scientifica?

Non seguo più il mito dello “scrivere di getto”, così come – soprattutto dopo l’esperienza sul campo del precedente Little Olive – ritengo che ogni tipo di “ricerca” sia sì necessaria ma non debba diventare ostentazione o peggio LA STORIA in sé.
Droide è la notte è nato con un unico, mirato intento: creare un mondo e un’avventura che, al di là del genere fantascientifico, potesse accompagnare il lettore dalla prima all’ultima pagina, divertendolo e lasciandogli un buon ricordo. Volevo raccontare una storia e raccontarla bene.
Per rispondere più direttamente alla questione “ricerca scientifica”, non ho dovuto/voluto approfondire molto, potendo ricorrere al mio bagaglio da appassionato frequentatore del genere. Direi che ho giocato con il genere stesso, nel rispetto dei suoi codici più classici, dandone una mia interpretazione e non lesinando alcune scelte narrative più originali. Mi riferisco al citato lavoro sui “prefissi” utilizzati in tutti i nomi dei personaggi o alle scene di sesso, non proprio usuali nella narrativa fantascientifica.
Credo, infine, che la cura dei dettagli sia diventata una sorta di prerogativa del mio scrivere, pagando forse dazio alla mia passione per i fumetti e in particolare alle sceneggiature scritte negli anni, ottima palestra per narrazioni più lunghe.

Droide è la notte” lascia che nell’immaginario del lettore, per i molti particolari e la scrittura doviziosamente descrittiva si cristallizzino vere e proprie scene di un film. Se ti proponessero di trasferire il Droide su pellicola cinematografica? E se avessi possibilità di scegliere, a chi affideresti la regia?

Confesso che fin dal primo romanzo (Pace, 2010) alcuni lettori, appassionati di cinema se non proprio operatori del settore, hanno evidenziato questa caratteristica cinematografica dei miei scritti. Per Droide addirittura ho già sentito invocare un sequel, una trilogia e la relativa trasposizione in serie televisiva (rido!).
A chi affiderei la regia? Ci vorrebbe un giusto mix di azione e futuristiche ambientazioni… Ridley Scott direi subito, ma anche Duncan Jones o in ultima ipotesi Danis Villeneuve, il suo Blade Runner 2049 non mi è affatto dispiaciuto (ma sta già lavorando a un altro Dune, me lo ha detto ieri!).

Noi consigliamo vivamente di leggere Delorda. Ma Graziano Delorda cosa legge in questo periodo?

Per farla breve, ti dico cosa ho sul comodino, in lettura alternata: l’omnia del Ciclo di Conan di Robert E. Howard, due fumetti, Lo scontro Quotidiano di Manu Larcenet e Descender di Lemire e Nguyen, una raccolta di vecchi racconti di Stephen King e Il paradiso del diavolo, un romanzo di J. B. Ballard, autore che apprezzo più per il suo eclettismo che per le storie in sé.

Parliamo di gestazione. Quanto tempo hai impiegato per la stesura del Droide e rispetta gli standard delle trascorse esperienze di scrittura?

La prima stesura è stata fatta dal settembre 2016 al maggio 2017, poi l’ho rivisto un paio di volte, anche con occhi “altrui”, infine nel mese di luglio 2017 sono stato contattato da Danilo Bultrini, l’editore del Gruppo Editoriale Alter Ego, che mi ha proposto di pubblicare con la loro Augh Edizioni. Un altro paio di riscritture, coadiuvato anche dall’editor dell’editore, e a dicembre 2017 il romanzo è stato presentato al Più Libri Più Liberi di Roma.
Tutto ciò per dirti che lo stesso tempo lo avevo impiegato solo per raccogliere il materiale e studiare ciò che sarebbe diventato il precedente Little Olive, pertanto uno standard non credo che esista a priori.

Se dovessi suggerire l’ascolto di un album – qualsiasi genere – che accompagnasse la lettura del Droide?

In Droide è la notte l’amata musica è rimasta a latere. Anche perché, scrivendolo quasi interamente all’alba, ho goduto del silenzio, raro, della città ancora dormiente. Più che citare un album in particolare, sceglierei del punk per le scene d’azione, del noise per quelle di sesso, musica classica per i dialoghi.

[…]La ragazza, ancora in estasi, si coprì il volto con una mano, celando un certo imbarazzo post orgasmico.
“Scusami” infine sussurrò.
Attraverso le dita si vedevano le sue labbra sorridere, le mordicchiava con fare sexy, per nulla pentita. HOrace aveva ragione a essere più terrorizzato che eccitato, con quelle cosce così atletiche DRana avrebbe potuto disintegrare una noce di cocco senza sforzo […] – pag 10

 

Graziano Delorda è nato a Messina nel 1972 ed è autore di romanzi, racconti, sceneggiature e fumetti. Dalla fine degli anni Novanta i suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste, antologie, webzine e sul suo blog personale. Per la Pungitopo Editrice ha pubblicato Pace (2010) ambientato nell’omonimo villaggio della Riviera Nord di Messina e la silloge La serpe nera (2011), storie scritte tra il 1998 ed il 2010 che hanno ispirato un video-trailer (Generale Natale), un ‘opera teatrale (Cuoio, Compagnia degli Esoscheletri, 2012) e un fumetto (Dune Buggy, Collettivo Zazzamita-Etna Comics, 2014). Nel 2016 è uscito il suo romanzo “musicale” Little Olive (Ferrari Editore), pervaso dallo spirito trasgressivo e controcorrente dell’era beat-psichedelica, il cui titolo è tratto dall’omonimo brano musicale, scritto e interpretato da James Lowe, voce della storica band statunitense The Electric Prunes.

Scritti ed attività dell’autore, insieme alle prossime tappe del Droide Tour, sul blog personale di GRAZIANO DELORDA.

QUI la Scheda Libro AUGH!Edizioni con Rassegna Stampa.