Viliana Valtcheva ed il Requiem di Verdi al Cilea di Reggio Calabria

di Marta Cutugno

Vi stimo e vi venero quanto si può stimare e venerare su questa terra, e come uomo e come vero onore di questa nostra Patria sempre travagliata”. Così Verdi aveva scritto nel 1867 ad Alessandro Manzoni. La notizia della morte dello scrittore lo segnò tanto profondamente che, in una missiva all’editore Ricordi del 3 giugno 1873, così scrisse: “Io pure vorrei dimostrare quanto affetto e venerazione ho portato e porto a quel grande che non è più e che Milano ha tanto degnamente onorato. Vorrei mettere in musica una Messa da morto da eseguirsi l’anno venturo per l’anniversario della sua morte. La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre ad una grande orchestra ed un grande coro, ci vorrebbero anche (ora non potrei precisarli) quattro o cinque cantanti principali”.
Il 22 maggio del 1874, un anno esatto dopo la morte del Manzoni, la Messa da Requiem fu eseguita per la prima volta, diretta dallo stesso Verdi, a S. Marco a Milano, ed eseguita in replica tre giorni dopo al Teatro alla Scala.

Reggio Calabria. Dopo circa dieci anni dall’ultima esecuzione avvenuta nel 2008, l’imponente Messa da Requiem di Giuseppe Verdi per coro, voci soliste e orchestra è nuovamente risuonata ieri al Teatro Cilea, secondo importante appuntamento della stagione di canto lirico e opera del Progetto “Alziamo il Sipario” voluto dall’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria e realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Traiectoriae e la direzione artistica di Domenico Gatto. Un grande momento in musica a cui è seguito un caloroso riscontro di pubblico.
Sul palcoscenico i solisti Liliana Marzano, Sofia Janelidze, Misha Sheshaberidze, Roberto Scandiuzzi, l’Orchestra del Teatro Cilea ed il Coro Lirico “Francesco Cilea” diretto da Bruno Tirotta.

Sul podio, Viliana Valtcheva, bacchetta sicura dalla sorprendente marzialità, che ha eccellentemente guidato la corposa massa artistica prediligendo, a tratti, le alte quote del metronomo. La sua è stata una rilettura autenticamente umana ed appassionata che ha trovato spazio e possibilità di realizzazione nelle sonorità ampie e massicce dell’Orchestra del Teatro Cilea, la cui brillante prova è risultata energica ed efficace. Con la precisione e l’espressività note, dall’impalpabilità evanescente del “Requiem Aeternam” al grido sgomento del “Dies irae“, il Coro Cilea diretto dal maestro Bruno Tirotta ha ottimamente prestato la voce ai turbamenti, ai terrori e alle speranze dell’uomo chiamato ad affrontare il viaggio ultimo.

Il basso Roberto Scandiuzzi è l’interprete stilisticamente più centrato tra i solisti del requiem reggino, è la voce dai contorni più verdiani ed appassiona per profondità interpretativa e l’impeccabilità dei pianissimo.
Sofia Janelidze, elegante mezzosoprano, regala omogeneità nel passaggio tra i registri e raggiunge elevatissime vette nelle pagine d’insieme. Il soprano Liliana Marzano, che debutterà al Teatro Cilea il prossimo 16 febbraio nel ruolo di Butterfly, seppur eccedendo a tratti in ampiezza di vibrato, sfoggia un timbro flautato di assoluta classe ed intimo vigore e filati di sottilissima dolcezza. Altalenante la performance del tenore Misha Sheshaberidze che, dimostrando sensibilità, con attenzione e cura della partitura, non convince tuttavia nel registro acuto.
Spegnendosi in vibrante, incorporea dissolvenza, il requiem verdiano al Cilea ha incontrato gli interminabili applausi del folto pubblico, in attesa di “Madama Butterfly” in programma il 16 febbraio.

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