15-17 giugno – Casa del Con : tre giorni di attività e riflessioni nello spazio della complessità

di Marta Cutugno 

Sempre caro mi fu quest’ermo colle, / E questa siepe, che da tanta parte / Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. / Ma sedendo e mirando, interminati / Spazi di là da quella, e sovrumani / Silenzi, e profondissima quiete/ Io nel pensier mi fingo; ove per poco / Il cor non si spaura. E come il vento / Odo stormir tra queste piante, io quello / Infinito silenzio a questa voce / Vo comparando: e mi sovvien l’eterno, / E le morte stagioni, e la presente / E viva, e il suon di lei. Così tra questa / Immensità s’annega il pensier mio: / E il naufragar m’è dolce in questo mare. (Leopardi)

 

 “Io quello infinito silenzio a questa voce”.

Messina. L’idillio leopardiano che anela all’immensità ha ispirato il titolo dell’interessante ciclo di riflessioni ed esperienze formative e laboratoriali dell’intensa tre giorni tenutesi la scorsa settimana presso la Casa del Con, sede dell’Associazione “Il Cantiere dell’InCanto” e dei laboratori “Suono & Ritmo” e “Una finestra sul teatro”. Dal 15 al 17 giugno, i gruppi di lavoro hanno avuto possibilità di scrutare la fitta relazione che intercorre tra corpo e mente e che si sviluppa  mediante il piacere dell’ascolto, la gioia di mettere in gioco creatività e organizzazione, un’esperienza individuale e collettiva con lo sguardo lontano da processi convenzionali, e che accolga il mondo e le sue complessità, che rispetti la diversità e la consideri un valore: un insieme di laboratori e seminari diversificati rispetto ai contributi di ciascun relatore ma uniti profondamente dagli stessi intenti. Tre giorni, tre laboratori, tre seminari, un concerto.

La Casa del Con è luogo dell’anima: è veramente difficile restarne indifferenti e non essere assorbiti benevolmente da quell’atmosfera di apertura e di protezione al tempo stesso. La serie di attività ha posto al centro di ogni riflessione la relazione, il corpo, la complessità. E lo strumento musicale, nella sua generale accezione di mediatore delle parole non dette, non poteva non figurare tra i protagonisti attivi di questa esperienza: qualsiasi strumento, infatti, suona perché esso stesso si pone in relazione con il movimento e con l’immagine mentale che il movimento richiede. In una società che naviga in perenne conflitto è bene insistere sull’ascolto e sulla corretta attribuzione di valore alle relazioni. La musica è, dunque, un tramite per riscoprire la dimensione dell’ascolto. Così racconta Giovanna La Maestra: “Da quando la Casa del Con è aperta alla voce e al suono, ai colori e alla lavagna interattiva, al riciclaggio creativo della carta e alle azioni teatrali, all’incontro con disabili, musicisti, esperti, giovani appassionati di ricerca e di speranze politiche, persone veramente interessate alla cura dei processi creativi […] chiamo struttura la visione partecipata delle connessioni e relazioni, delle linee di forza e degli equilibri di ciò che è costruito. Qualche cosa, quindi che si rivela nella sua funzione, non nella sua forma. Rispetto alla forma, quella che chiamo struttura ha carattere costitutivo ed è difficile rappresentarla, molto più difficile che sentirla…Una visione che all’idea del giusto, della verità, del giudizio  sostituisce l’ascolto, la serenità dell’errore, la responsabilità”.

[Foto di Marta Cutugno]

Ma andiamo a vedere nel dettaglio il programma che ha caratterizzato i tre giorni di attività alla Casa del Con:

15 GIUGNO

Nella mattinata l’evento è stato inaugurato da “Il gesto e il suono” con destinatari musicisti e non musicisti. Il laboratorio di percussioni, a cura di Francesco Ghirlanda (batterista), Giuseppe Risitano (batterista) e Antonino Magazzù (bassista), si è proposto come attività di ricerca della relazione fra il corpo, il movimento, la sua immagine mentale, lo strumento ed il suono. 

Nel pomeriggio, il seminario “Raccontare semplice complesso”. Due gli interventi proposti. Il primo, “La pratica dell’ascolto: Human oralità e scrittura” a cura di Anna Maria Matricardi, pedagogista attiva nel Movimento di Cooperazione Educativa dal 1979, che si è soffermata sul racconto, sulla necessità di mantenere viva la tradizione della narrazione orale per non essere solo fruitori di racconti ma anche protagonisti. Molto sentite le sue parole in apertura ed il ricordo di Angelo Tripodo: “Questo era un magazzino di arance, era un luogo di produzione e di scambio, profumato. Io credo che questo sia ancora luogo di produzione e luogo di scambio, e luogo ancora profumato di creatività, di educazione, di umanità. Angelo non c’è, ma c’è. Una contraddizione agrodolce come le arance”…. “Che cos’è la parola, il nulla e l’universo insieme, cominciare, dialogare, discutere. Presentare la propria storia ed affidarla ad un altro”. 

A seguire “Human narrare la vita” a cura di Margherita Ghirlanda: un momento estremamente commovente che ha coinvolto i presenti, destinatari della lettura personale di Margherita, del racconto itinerante di una vita che in quel momento si è posta al servizio della narrazione e dell’ascolto, divenendo essa stessa strumento di relazione.

di Margherita Ghirlanda – Estratto dal libro scritto a più mani e autopubblicato dall’Associazione  “Il Cantiere dell’InCanto” dal titolo “Human, raccontare la vita” ispirato alla visione dell’omonimo film di  Yann Arthus-Bertrand.

[foto di Marta Cutugno]

16 GIUGNO

In orario mattutino si è svolto un laboratorio di musica contemporanea vocale a cura della flautista Sandra Giura Longo, dal titolo “Voci e partiture grafiche”. Una serie di proposte di esplorazione attraverso la voce e mediante l’utilizzo di partiture grafiche di musica contemporanea. Abbandonarsi al segno non convenzionale, infatti, può aiutare a suggerire la giusta dimensione di apertura, oltrepassare le barriere e spingere oltre la conoscenza e la creatività. 

Nel pomeriggio, dialogo aperto e Testimonianze a proposito di  “Suono & Ritmo”, uno scambio delle esperienze vissute in spirito di condivisione e di crescita, orientata alla trattazione di argomentazioni specifiche, diversi punti di vista ed implicazioni individuali, con la partecipazione di: Mario Schermi (Con lo sguardo aperto),  Francesca Billé e Alessandra Giura Longo (L’ascolto e il gruppo), Giovanna La Maestra (Raccontare strutture), Eva Buttà (Lo scambio), Luciano Troja e Francesco Ghirlanda (L’integrazione fra musicisti abili e disabili), Silvia Staiti (La partecipazione), dott. Sergio Conti Nibali, pediatra (La cura). 

In serata, il Concerto dal titolo “Tessiture” ha coinvolto i ragazzi del laboratorio “Suono & Ritmo” in improvvisazioni creative per pianoforte, fiati, voci e percussioni insieme a Pier Paolo Cimino, Alessandra Giura Longo, Luciano Troja, Francesca Billè, Eva Buttà, Giovanna La Maestra, Francesco Ghirlanda, Cosimo Costantino, Antonino Magazzù. 

17 GIUGNO

Al mattino, il laboratorio di ascolto “Al suono della voce”: un dialogo fra vibrazioni della voce e vibrazioni dei tamburi sostenute dalle note del flauto e da quelle del pianoforte, metafora tangibile e concreta della delicatissima arte del comunicare e dell’ascoltare, un momento curato da Francesca Billè,  Giovanna La Maestra, Sandra Giura Longo e Luciano Troja. Nel pomeriggio il seminario “Per  una comprensione consapevole” diramatosi in due momenti:  Mente Corpo Emozioni e Linguaggi, un laboratorio a cura de “La Finestra sul teatro”, seguito da un intervento su “La funzione politica dell’Arte” a cura di Giorgio Testa, psicologo dell’età evolutiva, formatore, esperto dei rapporti Teatro-Educazione, attivo dal 1960 nel Movimento di Cooperazione Educativa (MCE).

Carteggi Letterari ha raccolto un pensiero di Giovanna La Maestra a tal proposito: 

Il teatro, come l’Arte in genere, mette nelle condizioni di fare esperienza ed avviare percorsi di conoscenza del sé e dell’altro da sé. Attraverso proposte semplicissime è possibile vivere esperienze che fanno toccare con mano la complessità. Tutto quello che accade oggi nella nostra società è causa di un appiattimento politico. Nemmeno tra coloro che si trovano nella stessa condizione culturale, spesso, esiste una visione unitaria per cui è inevitabile il conflitto. Non è chiaro il concetto di politica come strumento. Questo tipo di manifestazioni vuole coinvolgere e dare la possibilità ai partecipanti di non essere solo fruitori ma soggetti che possano avvertire il piacere della responsabilità e non soltanto il peso. L’Arte per noi ha questa funzione”. 

 

[Foto di Margherita Ghirlanda]

Suono & Ritmo è un laboratorio nato nel 1991, all’interno dell’associazione “La ragnatela”. Dal 2012 se ne prende cura l’associazione Il Cantiere dell’InCanto nel periodo che va da ottobre a giugno, ogni lunedì, dalle 17.30 alle 19.30. Durante il primo anno di attività, il percussionista Angelo Tripodo e la prof.ssa Giovanna La Maestra, a contatto con i giovanissimi portatori di handicap divenuti poi il nucleo stabile del Laboratorio avevano sperimentato che, spostando l’attenzione dalla tecnica percussiva al rapporto fra intenzione e atto, era possibile una produzione musicale, svincolata da codici predefiniti, la cui partitura era scritta dall’organizzazione dello spazio sonoro e dalla combinazione delle installazioni strumentali. Con amore infinito, Angelo e Giovanna hanno dedicato energie e cura a questo gruppo, insistendo sul valore dell’ascolto, sulla diversità come fonte di ricchezza, sui contributi individuali e le relazioni sociali scaturite nel tempo. Il laboratorio può vantare collaborazioni illustri: negli anni ha visto accostarsi il trombettista Paolo Fresu, la flautista Alessandra Giura Longo, il pianista e compositore messinese Giovanni Renzo, il chitarrista Luciano Lombardi, il sound designer Pierpaolo Cimino e Valerio Ristagno, giovane musicista interessato alla pratica dell’improvvisazione jazzistica. Dal 2016, dopo la morte del batterista Angelo Tripodo, il gruppo di progettazione e conduzione che prosegue la ricerca è costituito da Francesca Billé, psicopedagogista, Eva Buttà, insegnante e esperta di globalità dei linguaggi, Giovanna La Maestra, esperta di canto libero ed espressione corporea e Luciano Troja, compositore e pianista, direttore artistico della Filarmonica Laudamo. Nel progetto è  periodicamente coinvolto il batterista Francesco Ghirlanda. Il Laboratorio, che ha partecipato a Festival, Rassegne di musica jazz e contemporanea, nel 2002 ha contribuito alla realizzazione del DVD Trilogia del bosco e dal 2002 al 2011 ha partecipato a “Il Bosco in concerto”.

Il laboratorio “Una finestra sul teatro” nasce in seno all’Associazione “Il Cantiere dell’InCanto” con l’intento di analizzare e sperimentare il rapporto fra creatività e organizzazione, guardando al teatro, alle arti performative, alla musica, da un altro punto di vista, quello dell’educazione dello spettatore. Un piccolo gruppo di persone con formazione, età, interessi, e approcci culturali diversi, si incontra ogni lunedì dalle 19.45 alle 21.30, per coltivare una comune passione che non è tanto lo spettacolo in sé quanto, piuttosto, il processo artistico che pone in relazione profonda chi comunica mediante linguaggi teatrali e/o musicali ed il singolo spettatore.

Considero la Casa del Con un luogo aperto e protetto. Era un magazzino in cui le arance venivano avvolte in carta velina da donne operaie quando Messina esportava agrumi in tutta Europa. L’ho ereditata e ho promesso che l’avrei messa a disposizione di questa nostra città per ospitarvi tutte le azioni che nascessero da un’assunzione di responsabilità in prima persona e avessero come visione l’amore, il piacere per la ricerca e la pluralità dei linguaggi, il rispetto vero e profondo per la diversità. I muri della Casa del Con parlano a chi vuole ascoltare di tutte le persone che vi sono passate e vi passano ancora”. Giovanna La Maestra

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