Julia Gianferri lavora la materia sillabica con un nervosismo travestito da quiete. La lettura dei suoi inediti rivelano, da subito, una ottima capacità di attraversamento sia della base mnestica sia di duttilità linguistica. Il suo approccio e la sua resa fanno traballare l’attesa, ovvero appare in filigrana una parola nascosta, quasi come se la poesia diventasse un Es da espungere, una pulsione al di fuori di una categoria apparentemente logica. Il medium sono i versi, che non sono ciò che sembrano. In queste prove d’autore la Gianferri sembra voler preparare un serbatoio per un futuro lavoro organico (e non uso questa parola a caso) che sono sicuro darà risultati sorprendenti. Lascio qui alcune poesie da leggere, ripeto, con molta attenzione al di là dell’apparenza evidente.
A poco vale la stanchezza di una vita condannata a dio
se non si diviene capaci di guardare come lui
dinnanzi, non avere nessun focolare in mano
ma soltanto occhi.
Non illuminando un cammino che di per sé è buio
per impedirmi di vedere
tasto il suolo come se avessi piedi prescelti
dimentico l’intensità delle promesse
nella mia lingua un solco
un emottisi
di segreti
che non ho.
Giocavamo ai giorni di festa
ad osservarle la vecchiaia
rendere l’odore del forcluso
un altro senso
mia madre ci trascinava su una coperta
per il corridoio
il gioco era rimanere aggrappati
per non sentire il pavimento.
Coagulano le innocenze
ad effettivi rancori
l’unità non rapprende
la gente continua a passarmi dietro
la parusia mi risucchia
non riesco ad averne pietà
dirti di smettere sarebbe confessarmi una finitezza
che è propria dei morti.
Credevi forse che ci fossimo avvicinati?
Era allora solo l’obliquità necessaria.
Abbiamo coltivato il tuo giardino d’infanzia
solo per il gusto di vederlo oltraggiato;
ricordare è un frutto tra quelli
che non ho mai colto.
Per lo sforzo sovrumano dei tuoi occhi
avrei predisposto le diottrie più incredule
si sarebbero corrose solo a forza di ridere
l’aridità del pianto è un abbaio che disturba la notte
ma non la sveglia.
Non qsapevo fossi così brava. Complimenti, sono testi davvero belli.