FLASHES E DEDICHE – 80 – LA PALOMBA E LA SUA FIABA FEROCE

La mancanza è un’assenza, la mancanza è una colpa. Mancanza  (Augh 2017) di Ilaria Palomba racchiude entrambi i significati. Il libro scorre in chiaro scuro, tra un nero abisso ed una luce crepuscolare a cui si aggrappano i versi. È sicuramente un testo interessante che risente di letture, filosofia e tentativi distopici/utopici di vivere un sentimento chiuso dietro ad un ostacolo. Lo scavo interiore è intenso e ciò che la Palomba, tra l’altro autrice di  ottimi romanzi quali “Fatti male” e “Homo homini virus”,  regala ai lettori è spesso una visione artaudiana del quotidiano, con uso e abuso di termini sfaldati dai micro contesti naturali. Reale e irreale si intersecano, coinvolgono e sembrano essere base preparatoria per ulteriori sviluppi poetici. Ogni verso un graffio e la vita offre sempre tagli dove appoggiare le parole, dove ricucire e ripulire gli avvenimenti passati e quelli inaccaduti.

 

 

 

 

Si sgretolano i corpi

invasi dall’assenza

nelle pozzanghere,

stralci di cielo

stingono,

siamo ombre

su scaglie di terra,

in gola la memoria del deserto.

 

 

Cosa resta

poi,

dopo l’ultimo

sangue?

 

 

Ho bisogno di un amore

forte come il mito

feroce come le fiabe

assoluto come il tormento,

di un amore eroico

come le gesta di Odisseo

e pur mai stanco

sempre rinvigorito

dall’urlo del fuoco

dimmi

cosa c’è in questo mondo

che possa  non sfiaccare

arrendersi e perire?

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