Pubblichiamo, per la prima volta in traduzione italiana, la sequenza “Donde hay forma hay alma”, firmata da José María Gómez Valero e inserita nell’antologia Pessoas. 28 heterónimos esperando a Fernando Pessoa (Ed. Karima, 2016), preceduta da un testo estratto da una precedente opera del poeta sivigliano, “Los augurios” (2011), a segnalare la costruzione di una poetica ormai consolidata che, oltre ad avere molti punti in comune con quella del sodale David Eloy Rodríguez (già ospitato da Carteggi Letterari qui), trova il proprio gusto pessoano, o anche zen, profondamente radicato in uno sguardo dissidente sulla realtà contemporanea, spagnola e non solo.
SENSI
I
Negli occhi
un cielo
impossibile,
un cielo
così azzurro,
così diverso dalla parola
cielo,
che la sua chiara verità
mi si configge
e duole.
SENTIDOS
I
En los ojos
un cielo
imposible,
un cielo
tan azul,
tan distinto a la palabra
cielo,
que su clara verdad
se me clava
y duele.
DOVE C’E’ FORMA C’E’ ANIMA
Dove c’è forma c’è anima.
Fernando Pessoa
I
Questo foglio pieno di sogni,
non è in realtà quell’uccello
insonne che plana
sul paesaggio accidentato
della mia anima?
II
Anche secchi, i rami
dell’albero mi parlano dell’albero
che io sono e non sono.
I suoi nervi di legno,
la vertiginosa quiete
della sua impronta sull’orizzonte,
mi cita e mi dà albergo,
mi illumina e mi mette in saccoccia,
mi alimenta e mi fa anima.
III
Una sedia vuota
mi interroga.
IV
Orme sulla spiaggia:
trasmigrazione di forme.
V
Attenzione alle forme invisibili:
lì è dove l’anima
meglio si lascia scorgere.
VI
L’uccello sognava
la forma dell’aria
che occupava con il suo volo.
VII
Dietro quel fiore
si nasconde una giraffa.
Credimi. Non vedi?
Non parlo della giraffa,
parlo di quel fiore.
VIII
Come sarà il silenzio
che sogna il colore bianco
quando la luce l’abbraccia
senza svegliarlo?
IX
Lo stupore dell’anima:
forma che appare
senza un crogiuolo che lo ordini.
DONDE HAY FORMA HAY ALMA
Donde hay forma hay alma
Fernando Pessoa
I
Este papel repleto de signos,
¿no es en realidad aquel pájaro
insomne que planea
sobre el accidentado paisaje
de mi alma?
II
Aun secas, las ramas
del árbol me hablan del árbol
que soy y que no soy.
Sus nervios de madera,
la vertiginosa quietud
de su estampa contra el horizonte,
me alude y me alberga,
me alumbra y me alforja,
me alimenta y me alma.
III
Una silla vacía
me interroga.
IV
Huellas en la playa:
transmigración de formas.
V
Atención a las formas invisibles:
allí es donde el alma
mejor se deja ver.
VI
El pájaro soñaba
con la forma del aire
que en su vuelo ocupaba.
VII
Detrás de aquella flor
se esconde una jirafa.
Créeme. ¿No la ves?
No hablo de la jirafa,
hablo de aquella flor.
VIII
¿Cómo será el silencio
que sueña el color blanco
cuando la luz lo abraza
sin despertarlo?
IX
El asombro del alma:
forma que aparece
sin molde que lo mande.
José María Gómez Valero è nato a Siviglia nel 1976. È autore dei libri di poesia Miénteme (Qüasyeditorial, Sevilla, 1997), El libro de los simulacros (Ayuntamiento de Lepe, 1999), Travesía encendida (Vitruvio, Madrid, 2005; Premio Internacional Ciudad de Mérida), Lenguajes (con dipinti di José Miguel Pereñíguez; Imagoforum, Sevilla, 2007) e Los augurios (Icaria, Barcelona, 2011; Premio Internacional Alegría). Ha partecipato con i propri testi e la propria voce al libro-disco Su mal espanta, de la Compañía de Poesía La Palabra Itinerante (Libros de la Herida, 2014), pubblicazione nata da uno spettacolo, con lo stesso titolo, portato in vari luoghi di Spagna. è anche co-autore, insieme a David Eloy Rodríguez e Miguel Ángel García Argüez, dei libri illustrati per l’infanzia Este loco mundo (17 cuentos) (2010; 2a ed.: 2016) e Cosas que sucedieron (o no) (2013), pubblicati entrambi per la casa editrice Cambalache. È presente in varie antologie di poesia, come ad esempio Canto e demolizione. 8 Poeti Spagnoli Contemporanei (Thauma Edizioni, Pesaro, 2013) e Disidentes. Antología de poetas críticos españoles (1990-2014) (La oveja roja, Madrid, 2015). È uno dei fondatori della casa editrice Libros de la Herida.