Palkettostage e il Musical "Shrek" al Palacultura di Messina

image

Grande successo il 25 e 26 febbraio al PalaculturaAntonello da Messina” per il musical “Shrek” in lingua inglese presentato da “Palkettostage“, compagnia teatrale – riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali per esclusiva e originale attività – che dal 1985 cura le produzioni di spettacoli di grande qualità, non solo in lingua italiana ma anche in madrelingua inglese, francese e spagnola. Caratteri distintivi di Palkettostage sono la curata organizzazione, l’estrema professionalità degli artisti tutti rigorosamente madrelingua e la capacità di confezionare prodotti estremamente comprensibili e coinvolgenti. Nelle stagioni dall’ 85 ad oggi, Palkettostage ha riproposto opere d’autore ( per citarne solo alcune: “La locandiera” di Goldoni, ” La bisbetica domata” di Shakespeare, “L’opera da Tre Soldi” di Brecht) e musical in edizioni originali.

image

Questo progetto è un importante percorso didattico che permette ogni anno a numerosi gruppi di giovani studenti in tutta Italia di accostarsi, con desiderio di conoscere, ai grandi capolavori del teatro, riproposti in adattamenti appositamente studiati per essere facilmente fruibili e in diversi livelli di comprensione linguistica. La stagione 2014/2015 in corso comprende interessanti proposte – tra cui “Le Petit Prince” (Antoine de Saint-Exupéry) in francese, il musical “Fame”, “El Perro del “Hortelano” (Lope de Vega) in spagnolo ecc – illustrate nel sito http://www.palchetto.it/it/2014-15/ .

imagePer gli studenti messinesi, Palkettostage ha portato in scena il musical “Shrek”, tratto dall’omonimo libro illustrato di William Steig e dal film di animazione della DreamWorks del 2001: la tranquillità del verde orco viene turbata dall’invasione dei personaggi delle fiabe – Pinocchio, Peter Pan ecc – che, costretti dal cattivo Lord Farquaad ad abbandonare il regno di Duloc, trovano rifugio in casa sua. Per risolvere la situazione, Shrek decide di recarsi personalmente, insieme a Ciuchino l’asino parlante, presso il regno di Duloc dove il cattivo Lord Farquaad – che, per diventare re, deve necessariamente sposare una principessa – lo incaricherà di liberare la dolce Fiona, prigioniera della Draghessa; in cambio permetterà ai personaggi delle fiabe di rientrare nel regno. Dopo la liberazione di Fiona e durante il viaggio di ritorno verso casa, tra i due protagonisti nasce un inconfessato amore; seguono non pochi imprevisti e colpi di scena – Ciuchino, ad esempio, scoprirà che la principessa Fiona, di notte, si trasforma in orchessa – ma, alla fine, imperterrito e puntuale, giungerà il lieto fine.

image
Sul palcoscenico del Palacultura, uno strepitoso gruppo di attori professionisti madrelingua: Timothy Clarke, David Murray, Katie Perrin, Rachael Stratton, Chinasa Ugwumadu, Ben Edward Watson. Tutti gli interpreti – dotati di elevatissima forza comunicativa in parole, canto e gesto – sono riusciti a mantenere alta l’attenzione del giovane pubblico da capo a fine dimostrando grande musicalità e presenza scenica: dinamico e scorrevole il flusso narrativo, arricchito dal giusto estro e dall’incalzare senza sosta degli interventi. La regia di Daryl Branch ha delineato con chiarezza e continuità espressiva situazioni – giocose, romantiche, divertenti – e personaggi. Le scenografie – semplici ma ben organizzate – hanno regalato brio e graziosità attraverso l’impiego di supporti mobili sfruttati in fronte-retro e di tende su binari laterali introdotte sulla scena quando opportuno. Di grande effetto, ad amplificare comicità e gioco scenico, le coreografie di Sophie Emma Bastock – tra cui un avvincente tip tap – così come adeguati i costumi.

I giovanissimi studenti di scuola media e i loro docenti – supportati da Palkettostage anche attraverso la fornitura di materiale didattico, scaricabile gratuitamente dal sito, per introdurre e favorire la comprensione della recita – hanno seguito con interesse e partecipato anche al dibattito di fine spettacolo con la possibilità di confrontarsi e interagire direttamente con gli attori. Una rappresentazione di grande qualità e un corretto esempio di spirito divulgativo del teatro in lingua.

Marta Cutugno

Rispondi