Marco Corsi – Le acque

di natàlia castaldi

Marco Corsi

Le acque è un libretto di poesie di Marco Corsi che ospita e si impreziosisce di due splendide opere visive dell’artista Meri Gorni. Pubblicato per i tipi de L’Arca Felice nell’ottobre 2014, con la supervisione e cura di Mario Fresa, questo libretto costituisce un piccolo gioiello in 199 copie numerate, ordinabili in rete presso il sito della casa editrice.
Dalla plaquette, che andrebbe letta per intero per poterne cogliere l’unicum che ne costituisce la perfetta gestione di ritmo e pensiero, estrapoliamo alcuni testi che sembrano enucleare i tre temi fondamentali dell’opera in tre momenti di quel misterioso e inesorabile πάντα ῥεῖ che in sé contiene il seme vitale di quest’opera: la scoperta della fragilità umana, il conseguente stato di dubbio ed incertezza, la necessità di trovare a tutto questo una via di salvezza attraverso la pratica della memoria, sì che lo scorrere non rimanga solo un istante fine e finito in se stesso – (le fotografie sono cani feroci / specie quando arrivi e non mi riconosci / tradotta in uno specchio d’acqua / lasciata invecchiare senza narcisismi) –, ma prosegua in qualche modo intatto, nella cura e nella pratica del pensiero. Qui l’uomo, che sembra destinato a soccombere nel fluire di tempi ed eventi, raggiunge l’unica consapevolezza che, sia pure nella drammaticità di ogni vuoto o mancanza, il ricordo e l’affetto ne costituiscono l’eroica e indissolubile forza che è vita dinanzi alla vita stessa. Ed è così che quel fluire e quello scorrere che sono bios, logos e cronos si fondono dando luogo alla parola – (da quando perlomeno ci è stata data / prima di ogni cosa la parola, / quel poco o quel tanto di noi / sopravvissuto alle paralisi) – facendosi nome e dato distintivo di ogni cosa del reale, ritaglio concreto di quel mistero indissolubile che si chiama vita e che nel suo stesso verbo continua e si rinnova: “queste nostre parole sono andate avanti / … / sotto la forza dei pesi / … in prossimità del sonno / dove la luce rivede la foce”.

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«Chi non spera ciò che non sembra sperabile, non potrà mai scoprirlo, poiché sarà chiuso alla ricerca, e l’insperabile mai lo condurrà verso una strada»

Eraclito

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relazionali, indubbi, certi e razionali:
almeno nei giusti caratteri
limitiamo la tracimazione delle acque
le piene e i vuoti.

*

la notte è ancora lunga quando ottobre
è la prima stagione dei monsoni
di questi caratteri tropicali:
certamente qualcosa è cambiato
fra te e il mondo
se nemmeno riposiamo in pace
non del tutto eredi di qualcosa.
e noi siamo quelli premuti
con la testa contro il piede
al pari dei serpenti
per le nostre oscenità
dette altrimenti debolezze.

*

in un momento detto di pochi
o di molti buoni propositi
mi fermo nei pressi della fonte
fino a sparire
per essere meno presente
soprattutto nelle nostre perplessità
nelle nostre conversazioni
abituati come mai a sollevarci
da quando perlomeno ci è stata data
prima di ogni cosa la parola,
quel poco o quel tanto di noi
sopravvissuto alle paralisi,
interamente: le palpebre
le ginocchia
i nodi meno intestini
finiscono verso l’inizio.

*

alle mie nonne, a questo stesso male

le fotografie sono cani feroci
specie quando arrivi e non mi riconosci
tradotta in uno specchio d’acqua
lasciata invecchiare senza narcisismi
a dispetto di qualche giuramento.
così ti leggo di tralice
sommessa e chiara nella tua devozione
mia cara amica di una volta
oggi debolezza e moscerini
discorsi pigri
ambienti e alibi di plastica:
se accade talvolta che davvero vi distingua
siete voi a confondere le acque.

*

queste nostre parole sono andate avanti
per attività di suoni, per svolgimenti
incomprensibili oltre misura
sotto la forza dei pesi
e quindi in prossimità del sonno
dove la luce rivede la foce.

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Marco Corsi phMarco Corsi è nato il 30 novembre 1985 in provincia di Arezzo e attualmente vive in provincia di Milano. È Dottore di Ricerca in Italianistica e ha collaborato al progetto Verba picta, sui rapporti tra poesia e immagine nella seconda metà del Novecento. Attualmente si occupa di editoria. Ha pubblicato alcuni saggi in rivista o atti di convegno dedicati principalmente alla poesia italiana contemporanea, partecipando a convegni in Italia e all’estero, e una monografia sull’opera di Biancamaria Frabotta, I nodi violati del verso (Archetipo Libri 2010). Dopo la pubblicazione della prima raccolta di poesie intitolata L’inverno del geco (Gazebo 2011), suoi testi sono apparsi su: «Poeti e Poesia», «Semicerchio», «La casa dei doganieri», «L’area di Broca», e più recentemente «Nuovi Argomenti» (n. 64, 2013) e Quadernario. Almanacco di poesia, a cura di Maurizio Cucchi, Lietocolle, Faloppio 2013. È stato selezionato per il “XII Quaderno di poesia italiana contemporanea” (Marcos y Marcos 2015), a cura di Franco Buffoni.

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