Il docufilm Sgt Pepper and beyond sul cinquantenario di Sgt Pepper, che ho messo in copertina lunedì scorso, non solo è brutto ma è una truffa. Nel film non si parla di Sgt Pepper, ma di curiosità avvenute ai Beatles nel 1966 e nel 1967.
Il film, che assomiglia a un documentario Sky, dove ci sono quasi solo interviste insignificanti a raffica e niente musica, riesce in alcune significative orride imprese.
- Si prefigura come il continuo del bel film di Ron Howard Eight Days a Week – The Tourin Years, che narrava con molte immagini di repertorio i Beatles in turnè. E in effetti i suoi primi 20 minuti sull’ultima turnè dei Beatles sono i migliori. Ma rispetto al film di Howard mancano immagini dei Beatles sul palco. Non si sente la loro musica.
- In tutta la durata del film non si sente una sola nota dei Beatles, che sia live o in studio. La musica dei Beatles non c’è.
- Gli intervistati brillano per sciatteria e narcisismo, a parte forse il biografo ufficiale dei Beatles, l’unico che aveva qualcosa da dire. Ogni domanda è ripetuta ai 7-8 intervistati, che rispondono in modo noioso, ripetitivo, a volte insulso.
- George Martin è citato giusto per qualche secondo, con una o due fotografie. Il suo lavoro in studio per Sgt Pepper, sia in termini di arrangiamenti che di produzione, è stato monumentale, ma di lui non si parla. Sembra abbia fatto tutto McCartney.
- Del disco Sgt Pepper si capisce solo che si è speso molto per la copertina, per le foto dei personaggi famosi e i testi delle canzoni. Scoop: Lennon ha messo delle medaglie sulla sua divisa prese in prestito da Pete Best, il primo batterista dei Beatles. Wow! Da notare che il film non mostra queste medaglie sulla copertina del disco. Delle canzoni di Sgt Pepper non si parla minimamente, non vengono citati nemmeno i loro titoli! In compenso si dice che sono state escluse dall’album Strawberry Fields Forever e Penny Lane, le due canzoni su Liverpool, queste sì citate a lungo. Per dire che se le avessero inserite, l’album sarebbe stato Magnifico – così uno degli intervistati, dal che si desume che l’album non è poi così fantastico.
- Brian Epstein, il vero protagonista del film, ne esce distrutto. Forse l’unica notizia degna di nota del film è che nel 1967, finiti i tuor, restando disoccupato Epstein esagerava in droghe, farmaci, sonniferi, fino ad arrivare al suicidio. Due scoop vengono dati su di lui: era un masochista, uno che rimorchiava uomini giovani da cui si faceva picchiare; i giorni prima del suicidio ci provò costantemente con uno degli intervistati, lo invitò più volte a casa sua per il weekend, lasciando messaggi in segreteria telefonica, ma l’intervistato, che se ne era andato in Irlanda, non rispose. Sembra quasi Epstein si sia suicidato per questo rifiuto, o che questo sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vero scoop. L’intervistato, parlandone nel film dice che cancellò subito i messaggi in segreteria, e poi si mette a ridere di questa sua leggerezza.
- Infine, il finale: i Beatles e il Maharishi, dipinto come un demente innocuo che rideva sempre. Il film riesce a non far capire perché i Beatles si sono sentiti traditi dal Maharishi e lo hanno abbandonato quando erano in India. Il motivo era che si era sparsa la voce, poi risultata infondata, che ci avesse provato con Mia Farrow e altre ragazze.
Nel complesso, un film non solo inutile ma dannoso. Un film chiamato Sgt Pepper and beyond che non è su Sgt Pepper, e non mostra alcuna immagine su Sgt Pepper (nemmeno sulla copertina tanto osannata) e non fa sentire nessuna nota su Sgt Pepper è una truffa.
Perfettamente d’accordo con l’articolo, l’ho visto al cinema e ai primi 30 minuti volevo uscire dalla sala.
Mi stupisce che Macca e Ringo non abbiano fatto dichiarazioni per dissociarsi da questo progetto.