di Daniela Pericone
Caravaggio, Deposizione di Cristo, 1600-1603 (Roma, Pinacoteca Vaticana)
Nel 1600 un’altra importante commissione è affidata a Caravaggio dalla famiglia Vittrici per un dipinto da collocare nella cappella funeraria della chiesa di Santa Maria in Vallicella. Il pittore realizza una Deposizione di Cristo dalla costruzione monumentale, dove i personaggi, disposti in compianto intorno al corpo del Cristo morto, sono proiettati in primo piano dal fondo scuro con suggestiva forza plastica. Evidente il richiamo alla Pietà di Michelangelo e alla Deposizione Baglioni di Raffaello, ma qui il gruppo compatto delle figure porta in sé una nuova potenza drammatica.
Due uomini compiono il gesto della sepoltura sorreggendo il corpo di Cristo, uno di questi è Nicodemo, che volge il viso verso l’osservatore come a volerlo coinvolgere nell’azione del dramma. Le tre donne (tra cui Maria di Cleofa e la Vergine) che accompagnano la deposizione formano una sorta di corona digradante di pathos e di pianto, scandita dall’alternanza dei volti dolenti e delle mani aperte e levate verso il cielo.
Il dipinto è considerato anche dai contemporanei di Caravaggio uno dei massimi capolavori.
“Nella chiesa nuova alla man dritta v’è de suo nella seconda cappella il Cristo morto che lo vogliono seppellire, con alcune figure ad olio lavorato; e questa dicono che sia la migliore opera di lui.” (Giovanni Baglione)