Yoko Ono Matopei: nuove correnti e rivisitazioni metriche dell'haiku in chiave neo-pop-barocca

a cura di natàlia castaldi e antonella foderaro

2nipponIrridente e surrealmente imbastita sul filo apparente del divertissement, la moderna rilettura della tradizione femminile dell’haiku per mano di Yoko Ono Matopei si spoglia di quell’antico senso di “soggiogazione masochista” tipico della secolare condizione femminile giapponese, che tante lacrime ha regalato alla letteratura nipponica tradizionale, vestendosi di audacia e spregiudicatezza non priva di singolare analisi introspettiva e innegabile cura pop-barocca. L’attenzione per la forma non sembra imbrigliarsi in rigidi schemi metrici, dunque il pensiero si sovrappone in immagini speculari e tridimensionali, lasciando penetrare lo sguardo oltre l’apparente vacuità della mera descrizione iniziale dei fatti. In tal senso diremo che l’arte di Yoko Ono Matopei è poematicamente poetàneacome nessun’altra a nessun’altra!

Dalla raccolta ”Raschiamento lirico”, Edizioni Einaudite – XXIII ristampa, febbraio 2015
Graffio

Nega l’appiglio, il non pensiero
scorrendomi nel mezzo sottovoce
sconfino a che l’origlio soprastante
eccede il passo
in cui
(cielosoffitto)
dipingerò telefonate a squarci
kandinskij in voci anonime
mimando le parole mentre
fsshhhhhht
cade la linea sulla pelle
in dermatografismo
d’anima

Non siamo stati mai
così vicini
al punto d’avvenire

come stringendoci domani

*

Clessidra, sbadatamente
non s’abbia pietà negli occhi

Ho rovesciato l’Universo
e così asperso
non lo ritrovo
(più).

Gioisce l’uomo, scampato a un naufragio in mare
che già la spiaggia elido…

*

La secca

Testarda mente
s’arena goccia a goccia
anche la roccia

*

Un quadro

Sui vetri
schegge d’acqua
(in punta di parole)
scomporci comodi
tentando il passeggiare
e un abito giù in fondo
a quella via
cade a pennello

dipingere di piangere

*

Note bio-bibliografiche:

1nipponla poetessa giapponese Yoko Ono Matopei nasce a Sado nel 1947, da una famiglia di artisti. Il padre Masoyashi, pittore di strada madonnaro, muore incompreso, travolto da un’auto pochi mesi dopo la nascita della figlia. La madre, scultrice di zampilli per fontane, anch’ella artista un po’ schizzata, riesce a mala pena a pagare gli studi della figlia. Nonostante l’infanzia difficile, nel 1971 Yoko Ono Matopei si laurea in Ingegneria Poetica Idr’aulica, senza però riuscire a saziare la sua sete di sapere. Per alcuni anni naviga di conserva in svariate correnti poetiche, cercando invano di aver foce in capitolo, finché negli anni novanta, persa nel mare magnum della ricerca semiologica, attira l’attenzione della critica aderendo al gruppo neobarocco “Ardachì!”, ispirato alle storie tese della “Terra desolata” di Eliot. In quei frangenti, cavalcando l’onda di marette e dispute tra letterati, arriva a imporsi come faro nella crisi mistica della poesia nipponica contemporanea, tanto che molte sue poesie sono state musicate da celebri compositori giapponesi (come Kitara Tisuono). Tra le pubblicazioni più significative ricordiamo: “Lussazioni d’acqua” (1977), “Ténere tenebre” (1984), e “Andando incontro addio” (1999). Nel 1996 alcuni testi tradotti da Yasuko Topomoto e Massimo Autogatto appaiono in Italia per Martirio Editore (“Sfregi d’acqua”). Nel 2006 la fondazione Myorenge pubblica due sue raccolte antologiche intitolate Come Butta? e Haikuanto mi duole!

(fonte biografica: http://neobar.wordpress.com )


(lavoro ricostruzione testuale e critica svolto nel 2008 da Malosmannaja, A. Longo, A. Foderaro e N. Castaldi per Neobar e Filosofipercaso)

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