di Ilaria Grasso
Se la prospettiva della metropoli ti devasta, prova con la prospettiva debordiana! Questo sembra essere l’insegnamento di questo testo poetico di Ciriachi. Non riusciamo esattamente a capire se la dormiente è su un autobus o la visione descritta provenga dallo specchietto di un taxi eppure ci facciamo cullare dall’apparizione di questo personaggio che da banale componentedella massa urbana diventa addirittura Budda grazie alla tecnica dell’esplorazione psicogeografica. Sparendo i limiti dei fini e dei ritmi imposti o autoimposti, il contesto o meglio dire la situazione cambia e siamo in grado di apprendere fattori dell’esistenza che diversamente non saremmo in grado di rilevare. Questi bei versi ci fanno vedere concretamente che la deriva debordiana, così come la poesia essendo incontrollabili e incondizionati possono essere eccellente strumento per imparare ciò che c’è dentro e fuori di noi.
Amando i segni gialli della strada
i taxi gialli gli autobus e altro
la vede sui sedili in fondo
introflessa Budda che declina
gli occhi di sguardo a quel sorriso basso
che par che dorma e sappia.
Da L’ARTE DI CHIAMARE CON UN FILO DI VOCE – Empiria Edizioni
In copertina: Fabio Ciriachi fotografato da Dino Ignani