Nelle rapide in secca dell’autunno

Alcuni inediti di Francesco Marotta

Vi invito a leggerli con l’amore che meritano.
Sono versi apparentemente semplici – quanto sa essere difficile la semplicità! –, che cadono come una sinfonia di pioggia sull’arsura delle bocche ammutolite in gabbie di disperazione.

Scelgo come incipit questi versi, perché me li sento addosso come una seconda pelle.

***

e poi, d’un tratto, come
a un richiamo che comanda
sillabe di cielo alla luce
che immutata ritorna
inzuppata di vite, di morsi,
di incensi di pena,
approdare al fuoco verde
di una foto, un ritratto
che albeggia alla parete
e ammanta di rovine la grazia
perduta nella traversata

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***
Buona lettura. natàlia

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