Gerusalemme capitale… di chi?

1. Netanhyau sostiene che Gerusalemme è la capitale del popolo ebraico da 3000 anni. Questo è un tratto della destra messianica israeliana. Ma il sionismo, se vogliamo il “sionismo reale”, si prefiggeva la riconquista di Sion. E’ su Gerusalemme che ebrei e arabi hanno lottato di più. I palestinesi non ammettono uno stato palestinese senza Gerusalemme est come capitale. Ma per gli israeliani Gerusalemme è capitale unica e indivisibile dello stato ebraico. Non è difficile capire perché è assolutamente inutile parlare di pace. Il problema è che manca un mediatore che costringa anche con sanzioni a trovare un compromesso. E’ chiaro che a non volere il compromesso sia Israele.

2. Gerusalemme, quanto meno la città vecchia, essendo la città santa delle tre religioni monoteistiche, andrebbe internazionalizzata, messa sotto controllo dell’ONU, a mio avviso. Come del resto era previsto nel piano ONU per la spartizione della Palestina del 1947. Al momento è sotto controllo militare di Israele, nonostante la spianata delle moschee appartenga legalmente alla Giordania. Sempre secondo l’ONU ossia il diritto internazionale, Gerusalemme est, che è stata conquistata militarmente da Israele dopo la guerra del 1967, è “territorio occupato”, non fa parte dello stato Israele. I palestinesi la rivendicano come capitale del mai nato stato palestinese. Israele non riconosce i territori occupati come tali e ha dichiarato Gerusalemme come capitale unica e indivisibile dello stato ebraico. Come se tutta Gerusalemme fosse sua. E’ chiaro che in questo modo ogni tentativo di pace è impossibile. Quando basterebbe proclamare capitale Gerusalemme ovest e lasciare ai palestinesi Gerusalemme est e le terre oltre il confine del 1967, che invece vengono sempre più colonizzate. Gli USA con Trump sono il primo stato a dichiarare di riconoscere Gerusalemme capitale dello stato ebraico e a voler spostare lì l’ambasciata. Le ambasciate di tutte le nazioni sono a Tel Aviv, che è la capitale di Israele secondo il diritto internazionale. A Gerusalemme le nazioni hanno il consolato, non le ambasciate. Un frate francescano che abita a Gerusalemme da 30 anni mi raccontava del suo passaporto rilasciato dal consolato italiano di Gerusalemme. Nel passaporto c’era scritto Gerusalemme sotto la dicitura stato. E per molto tempo all’aeroporto internazionale di Tel Aviv gli hanno fatto problemi perché non c’era scritto Israele. Ma Gerusalemme non è riconosciuta per il diritto internazionale come capitale di Israele. E una cosa è certa, anche storicamente, NON è quasi mai stata la capitale unica e indivisibile dello stato ebraico. Allego in proposito il post facebook del teologo Vito Mancuso del 9 dicembre. “Qualcuno sostiene che Gerusalemme in principio era ebraica e che per questo è doveroso che lo ritorni quale capitale politica dello stato di Israele. In realtà le cose a livello storico non stanno così. Le prime registrazioni storiche parlano di Gerusalemme come capitale dei Gebusei (detta per questo anche Gebus), i quali erano un popolo pagano. Venne conquistata da Davide poco dopo il 1000, dopo che esisteva già da circa 2000 anni, visto che il primo reperto archeologico ritrovato in essa data intorno al 3000. E la città rimase capitale dello stato di Israele unitario e indipendente solo sotto Davide e Salomone, quindi per molto meno di un secolo. Gerusalemme fu capitale dello stato di Israele (unitario e indipendente) per meno di 100 anni su 5000 anni della sua storia. E come le radici di Gerualemme non sono ebraiche, allo stesso modo le radici dell’ebraismo non hanno nulla a che fare con Gerusalemme: prova ne sia che nella Torah Gerusalemme non è mai nominata, neppure una volta. E’ chiaro che la storia di Gerusalemme è anche legata all’ebraismo, chi può negarlo? Non intendo certo farlo io, che amo molto il vero spirito dell’ebraismo. Ma occorre dichiarare che anche altre tradizioni spirituali hanno profondissimi e inestirpabili legami con Gerusalemme: il cristianesimo, l’islam, e le antiche religioni pagane, senza le quali la città non sarebbe sorta.”

Va aggiunto che se è vero che non vi è mai stato uno stato palestinese con capitale Gerusalemme, è altrettanto vero che i musulmani hanno conquistato e governato la città dal 637 d. C a un secolo fa, 1917. Non si può certo dire che siano a Gerusalemme di passaggio.

3.  Nel sostenere che Gerusalemme sia capitale ebraica da 3000 anni, ossia dalla sua conquista a opera del re David, Netanhyau dimostra il negazionismo insito nell’ebraismo sionista che, riconquistata Gerusalemme nel 1948, ha cercato di cancellare ogni segno storico e architettonico dei 13 secoli di dominio musulmano. Lo stato di Israele si fonda su questa negazione. Il “diritto al ritorno” in Israele, di cui potenzialmente fruisce ogni ebreo abitante in qualsiasi parte del mondo, testimonia come per Israele solo gli ebrei siano gli abitanti legittimi di Israele, che non a caso si è autoproclamato “stato ebraico”. I musulmani che sono stati cacciati dalle loro case nella guerra del 1947-48, abitanti quella terra da decine di generazioni, non possono al contrario usufruire di alcun diritto al ritorno.

4 Negazione di Gerusalemme Est come città palestinese destinata a essere capitale dello stato palestinese. Negazione del diritto al ritorno dei musulmani cacciati dal nascente stato di Israele nel 1947-48. Negazione dell’esistenza dei territori occupati ossia negazione della nazione palestinese cioè di un popolo con una terra, la Palestina. Su queste tre negazioni si poggia lo stato di Israele. Il processo di pace, da tanti evocato, è un fantasma; per essere reale dovrebbe sciogliere queste negazioni che per Israele sono fondanti. Non vi può essere dunque alcun processo di pace, dato che per Israele Gerusalemme è tutta ebraica, compresa Gerusalemme Est; non vi è alcun diritto al ritorno per i palestinesi cacciati; non vi sono territori occupati, non vi è insomma una terra chiamata Palestina su cui edificare lo stato Palestinese.

5. Il trasferimento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme non aggiunge nulla a questo quadro. Semplicemente lo svela per quello che è, eliminando la costante illusione del processo di pace. Con Gerusalemme capitale riconosciuta dagli USA e più avanti da altri stati il negazionismo israeliano diverrà via via narrazione ufficiale della storia. Le reazioni del mondo musulmano saranno grandi e finalmente i palestinesi si sono accorti che gli americani sono parte del conflitto, non mediatori. Ma le reazioni dei musulmani nona avranno alcun effetto su Israele. Sulla pace nel mondo sì. Il riconoscimento statunitense di Gerusalemme capitale costituisce la pietra tombale nel breve-medio termine dell’esistenza del popolo palestinese e della pace nel mondo.

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