FLASHES E DEDICHE – 65 PENELOPE NON C’E’

L’eroe per eccellenza si trasforma in uomo comune, preso da una ricerca giustificativa degli eventi, lui che è il re in balia degli eventi o così almeno appare nell’immaginario collettivo. Un lavoro straordinario quello di Simone di Biasio e il suo “Partita Penelope” (Fusibilialibri 2016) . Penelope non c’è ma è il canale primario del lavoro. Cade l’ego, rimane l’amore nella sua natura nuda. Un ritmo continuo, bravo di Biasio, che fa di un monologo un “coro”. Il nostro retaggio culturale identificativo del mito di Ulisse, fa da substrato all’opera come se fosse chiave di lettura ctonia, incisa ma non vedibile. Un’ ottima prova letteraria che prende, costruita con padronanza di mezzi, letterari e psicologici. Belle anche le illustrazioni di Stefania Romagna e l’idea della versione in greco a fronte. penelope2

il viaggio indicasti a me lanciando ogni giorno
un grido un filo la voce come tela
io tuo burattino aprivo golfi come le tue cosce
ammaravo nelle insenature del tuo petto
col ventre a favore approdavo dentro le case
ho sfondato porte che credevo tue
entravo sempre in parti annunciate da acque rotte
non sapevo quali figli stessi mettendo al mondo

Penelope!
gli occhi potenti che hanno inventato
non sanno mai chiudersi
non sanno mai chiedersi
cosa la vista perde e il tempo recupera poi,
quali ginocchia si scioglieranno ancora:
quali ginocchia si sceglieranno ancora?

ricorderai i lunghi abbracci
tra Itaca e Troia, tra terra e oceano
ricorderai la notte d’amore più lunga
che ci rifece carne nelle carni
e sentimmo quell’ulivo così indurito
ora maestoso, cresciuto, come un figlio
ricorderai pure le telepatie le morbosità i silenzi

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