Le altre lingue: Belgio – Andrée Sondenkamp

Sesto capitolo della rubrica “Le altre lingue” dedicata al Belgio. Il poeta selezionato da Gabriele Belletti è Andrée Sondenkamp. Buona lettura.


Andrée Sondenkamp (6)

(Saint-Josse-ten-Noode, 1906 – Walhain, 2004)

Poetessa belga di origine olandese. Rimasta orfana di guerra in giovane età, diviene prima insegnante di letteratura, storia e geografia e poi ispettrice delle Biblioteche statali. Pubblica la sua prima raccolta all’età di quarantaquattro anni, Des oiseaux à tes lèvres (Héraly, 1950), accolta subito con entusiasmo dalla critica e poetessa Émilie Noulet. A questa raccolta seguiranno, tra le altre, A rivederci Italia (André de Rache, 1965) e C’était une nuit comme une autre (L’arbre à paroles, 1991). Tra i diversi riconoscimenti ricordiamo il Prix Auguste Beernaert dell’Académie royale. La biblioteca di Gembloux, cittadina vallone dove ha insegnato per diversi anni, è a lei intitolata.


Andrée Sondenkamp – due poesie
Traduzione di Gabriele Belletti

 

Quand j’ai rencontré à Florence,
Lasse de marbres, de seins nus,
Ce Van der Goes, peintre de Flandre,
Quel bon orgueil m’est revenu.

O ce langage étroit, sévère,
De tant de gens – de peu de terre,
Le pur visage de la Vierge
Si lisse, essuyé de ses traits,
Et sa trop longue robe épaisse
Plus bleue que si le noir tombait.

*

Quando ho incontrato a Firenze,
Stanca di seni nudi e marmi,
Quel Van der Goes, pittore delle Fiandre,
Che orgoglio è tornato ad animarmi.

Oh quel linguaggio intenso, austero,
Di tanta gente – di poche terre,
Il puro viso della Vergine
Così liscio, prosciugato d’ogni lineamento,
E il troppo lungo e spesso vestito
Più blu d’un buio firmamento.

[da A rivederci Italia, con illustrazioni di Marthe Doperé, Bruxelles, André de Rache, 1965]


2.

JE FUS UN JARDIN DE FLORENCE

L’enfance.

On y voit une rue, deux églises,
un âme si petite que je ne peux plus l’attraper.

Puis vint l’adolescence.

Luxe inutile,
sang volatil comme celui des fleurs,
sourde inquiétude de gibier,
des petites mains pauvres
qui rêvent de saisir.

Mais à trente ans,

je fus un jardin de Florence,
du soleil à en mourir.
Sur ma poitrine un homme tombé d’ailleurs
pour toujours.

*

IO FUI UN GIARDINO DI FIRENZE

L’infanzia.

Ci si vede una strada, due chiese,
un’anima così piccola che non posso più afferrarla.

Poi venne l’adolescenza.

Lusso inutile,
sangue volatile come quello dei fiori,
sorda inquietudine di preda,
piccole mani povere
che sognano di stringere.

Ma a trent’anni,

io fui un giardino di Firenze,
sole fino a morirne.
Sul mio petto un uomo venuto d’altrove
per sempre.

[da C’était une nuit comme une autre, “E’ stata una notte come un’altra”, Amay, L’arbre à paroles, 1991]


In copertina: Andrée Sondenkamp (Foto tratta dal sito Florilège).

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