Variazioni sul tema dell’ombra nella pittura di Caravaggio (2)

di Daniela Pericone

RAGAZZO CON CANESTRO DI FRUTTA 1

Caravaggio, Ragazzo con canestro di frutta, 1593 (Roma, Galleria Borghese)

Nel 1593 Caravaggio entra nella bottega del pittore Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino. Racconta Giovan Pietro Bellori (biografo e contemporaneo di Caravaggio): “Siché Michele dalla necessità costretto andò a servire il Cavalier Giuseppe d’Arpino, da cui fu applicato a dipinger fiori e frutti sì bene contraffatti, che da lui vennero a frequentarsi a quella maggior vaghezza che tanto oggi diletta.”

 Alla permanenza presso il Cavalier d’Arpino è legata una delle prime opere di Caravaggio, Ragazzo con canestro di frutta, in cui appaiono i capisaldi della sua concezione pittorica, fondata sulla dialettica di luci e ombre, sul gioco esasperato dei contrasti, e intesa a ottenere una visione di massima verità, un concentrato di realismo e naturalezza.

Nel Ragazzo con canestro di frutta è ritratto un giovane a mezza figura e a grandezza naturale su fondo neutro, illuminato da una finestra fuori campo. Non più la luce uniforme, d’origine indistinta e inverosimile della pittura preesistente, ma una fonte precisa di luce proveniente dall’alto, che conferisce al soggetto un’evidenza naturale, un effetto quasi di tangibilità. Il giovane ha un atteggiamento molle e sensuale, accentuato dalla spalla scoperta e dalle labbra dischiuse, e regge (forse in segno di offerta) un canestro di frutta riprodotto in ogni  dettaglio realistico, dalle foglie vizze e ingiallite ai frutti bacati.

Nulla di rigido e formale in questa visione, è la vita stessa che si porge all’osservatore/protagonista, con le sue promesse di piacere e il rigoglio di una bellezza che non rinnega le sue imperfezioni.

RAGAZZO CON CANESTRO DI FRUTTA 2

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