Cuento de hadas
Un día de estos
se nos va a caer el techo,
se cubrirá el parque de lluvia,
brotarán zarzas y helechos,
criarán bichos bajo la cama.
Nos haremos viejos.
Luego, más viejos todavía.
Y continuaremos fingiendo
que no pasó nada.
Fiaba
Un giorno di questi
ci verrà giù il tetto,
si coprirà di pioggia il parco,
spunteranno rovi e felci,
attecchiranno insetti sotto il letto.
Ci faremo vecchi.
E poi, più vecchi ancora.
E continueremo a fingere
che nulla accadde.
*
Retorno al lado
Tañen quejas con violencia, advirtiéndome
ser el legado de los que lograron sobrevivir.
Que mis fantasmas, allí al fondo, desesperan
aguardando una respuesta.
Cómo perpetuar la labor, si creo con firmeza
que como especie fracasamos al transigir
con el primer sentimiento de culpa.
Ritorno al lato
Rintoccano rimostranze con violenza, ammonendomi
d’essere l’eredità di quelli che riuscirono a sopravvivere.
Che i miei fantasmi, là in fondo, disperano
attendendo una risposta.
Come perpetuare l’opera, se credo con fermezza
che come specie fallimmo al transigere
sul primo sentimento di colpa.
*
Estéril
Sucumben los días.
Ocurre la nada.
Trenzaré una cuerda
de espinos y zarzas
para asir con fuerza
esta indomable ansia.
Sterile
Soccombono i giorni.
Accade il nulla.
Intreccerò una corda
di spini e rovi
per afferrare con forza
quest’indomabile ansia.
*
Y es tan minúscula presencia la mía…
Y es tan minúscula presencia la mía
como para poder llenar esta casa.
Ni la suma del dolor logra ocuparla.
E la mia è così minuscola presenza…
E la mia è così minuscola presenza
che non arriva a riempire questa casa.
Nemmeno la somma del dolore può colmarla.
*
Precipicio
He ensayado
diez mil formulas
de caer al vacío.
Yo soy la hoja,
tú el invierno.
Precipizio
Ho saggiato
diecimila formule
per cadere nel vuoto.
Io sono la foglia,
tu, l’inverno.
*
Taxidermista
Preservar cada recuerdo elegido al antojo,
darle así sentido a la existencia,
aunque equívoco,
que permita afrontar otro día.
Tassidermista
Preservare ogni ricordo scelto con capriccio,
dare così un senso all’esistenza,
seppure errato,
che permetta di affrontare un nuovo giorno.
*
Todo ha ocurrido…
Todo ha ocurrido demasiado tarde,
incluso el final
acude hoy con demora.
Ogni cosa è accaduta…
Ogni cosa è accaduta troppo tardi,
anche la fine
giunge oggi in ritardo.
*
Demolición
Un último gesto:
adentrarse en el vacío absoluto;
el punto que cierre
este gran interrogante.
Demolizione
Un ultimo gesto:
addentrarsi nel vuoto assoluto;
il punto che chiuda
questo grande quesito.
Nota del traduttore
Demolición di Sonia Marpez ci mostra un esordio nella più recente poesia in lingua castigliana, in netta controtendenza rispetto ad alcune direttrici che paiono sostenere, con sempre maggior decisione, la scrittura poetica della sua generazione a livello europeo. Poesie brevi, brevissime, dal sapore lapidario, che si aprono con sprazzi decisi e inaspettati su una quotidianità emozionale. Nelle parole dell’autrice ci troviamo di fronte alla «storia di una persona che non sa stare da sola e ha fallito nell’amore e nella vita» e su questo tono intimista si costruisce tutta la raccolta, senza però cedere all’autobiografismo spicciolo o alla tentazione del patetismo gratuito. La parola poetica è qui ritratta, sommessa e cerca la musicalità con delicata prudenza e precisione, rinunciando all’ironia o al gioco facile e autoreferenziale. È un muoversi leggeri tra le rovine su cui ha operato la demolizione ed essa, così come si tratteggia nelle pagine del libro, non è solo la presa di coscienza di un presente/passato precario e fallimentare. Si tratta, piuttosto, di un esercizio attivo per la creazione di uno spazio in cui immaginare (in un altro tempo e in un altro luogo) la possibilità del futuro, il punto di partenza necessario per la ricostruzione di se stessi.
Sull’autrice
Sonia Marpez nasce a Sarria (Lugo) nel 1987. Vive a Malaga, dove porta avanti ricerche di Storia dell’Arte e lavora come fotografa (sua è la foto di copertina di questo articolo), poetessa e commissaria in diverse iniziative espositive ed editoriali. Con Gabriel Noguera ha coordinato la monografia dedicata alla morte Obituario (2015) e la rivista omonima per quattro anni. Per la sua attività poetica ha vinto nel 2015 il premio MálagaCrea e ottenuto il secondo posto nel certamen Xuventude Crea. Nel 2017 ha ottenuto una menzione d’onore nel Premio di Poesia Impresor Andrade Martín, dell’Ateneo e dell’Università di Malaga e il premio Jóvenes Creadores della città di Salamanca. Le poesie qui tradotte sono state selezione dal suo primo libro di poesia, Demolición (Demolizione), pubblicato nel 2018 nella collana Monosabio.
Per la rubrica “Consonanze e dissonanze”, Stefano Pradel ha già curato le traduzioni dei poeti spagnoli contemporanei Jordi Doce e Mario Martín Gijón.