Proponiamo al lettore italiano tre versioni del poeta Mario Martín Gijón, tratte dalla sua raccolta Rendicción (2013), e un inedito dalla prossima, Des en canto. Parliamo propriamente di versioni, e non di traduzioni, data l’implicita, ed esplicita, (il)leggibilità e (in)traducibilità della poesia di Gijón, che ci riporta al cuore dell’annosa e irrisolta, ma solo aggirata, questione della traduzione poetica. La scrittura di Gijón, “rupturista” e neoavanguardista, mostra un lavoro chirurgico sulla specificità anatomica del castigliano (sulla composizione/scomposizione morfologica, sulle combinazioni sintagmatiche e sul collage poliglotta) attraverso un’operazione di addizione e sottrazione algebrica dei significa(n)ti, che restituisce, nella sovrapposizione e nel dispiegamento, la paradossale, e a volte impossibile, compresenza del senso. Il traduttore viene posto di fronte a un vero e proprio labirinto di scelte che si rivelano, nella maggior parte dei casi, insidiose e impercorribili nella loro longitudine, vedendosi obbligato ad abbandonarsi alla “resa della dizione” (della struttura, dell’intenzione), sebbene, fin dall’inizio, sia invitato d’onore al gioco dell’espansione dei significa(n)ti. Il lettore, al pari del traduttore, viene chiamato qui alla risoluzione attiva di un’equazione, la cui incognita finale è emblema delle potenzialità della lingua e della poesia. (Stefano Pradel)
el averno de no ver
te
el callado son de tu son
risa
la gozosa caída de tus pa
sos tan bella
tu labrar mis palabras en silencio
el templado mar de tu mirada con
templada
luz
navegando el tiempo de mis ojos
toda esta carencia endurece
los muros de mi in(v/f)ierno
*
l’averno di non a-ve(de)r
ti
la silenziosa musica del tuo essere mu
s(ic)a
l’allegra cadenza dei tuoi pas
s(e)i così bella
il tuo coltivare le mie parole in silenzio
il contenuto mare del tuo sguardo con
sidera(le/ta)
luce
che naviga il tempo dei miei occhi
tutta questa carenza rende dure
le pareti del mio in(v/f)erno
*
la promesa de me-d(ec)irte hasta tu me
dio
fuerza esperanzada para seguir
apalabrando la labranza
trazando los surcos
de tu cuerpo ausente
*
la promessa di a-m(isur/usic)arti fino al mi
d(u/o)l[l]o
forza speranzosa per continuare
a concertare la semina
tracciando i solchi
del tuo corpo assente
reloj interno
sanguinaria arena la del tiempo
que cae por mis venas en tu ausencia
saja la aguja la carne de las horas
adversas de mi extraviado reloj
oculto imán orientado hacia ti
*
orologio interno
sanguinaria sabbia quella del tempo
che scende per le mie vene in tua assenza
lacera la lancetta la carne delle ore
contrarie del mio scombussolato orologio
occulto magnete puntato verso te
dedicálogo
que des amparo
a la sombra de ti
que des precio
(de/a) lo que tienes
que des pecho
(de/a) lo adverso
que des gracias
a quien te hizo sufrir
que des cartas
a quien sepa ju(z)gar
que des dicha
a quien guardó silencio
que des nudos
para seguir atados
que des en tu mecer
el cuerpo sobre un abismo
que des en más cara
vida que ésta
que des en canto
de lo perdido
dedicalogo
quale abbandono
(dai cura)
all’ombra di te
quale disprezzo
(dai valore)
per/a ciò che hai
quale rancore
(dai benevolenza)
per/al la sventura.
Quale avversione
(dai grazia)
per/a chi ti ha ferito
quale rifiuto
(dai la mano)
per/a chi sappia giu(di/o)care
quale infelicità
(dai allegria)
a chi stette in silenzio
quale nudità
(dai freno)
per rimanere uniti
quale allentarsi
(dai stretta)
del/al corpo sull’abisso
quale sospetto
(dai fiducia)
per/a (questa/nuova) vita
quale disinganno
(dai finzione)
per/a ciò che è perduto
Mario Martín Gijón
Mario Martín Gijón (Villanueva de la Serena, Badajoz, 1979) ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filologia Spagnola presso l’Università dell’Extremadura dove, dopo un lungo percorso di ricerca e docenza all’estero (Francia, Germania e Repubblica Ceca), è ora Professore Associato. Nella sua già copiosa bibliografia scientifica si segnalano i due libri di saggistica Una poesía de la presencia. José Herrera Petere en el surrealismo, la guerra y el exilio (Pre-Textos / Fundación Gerardo Diego, 2009) e Entre la fantasía y el compromiso. La obra narrativa de José Herrera Petere (Renacimiento – Biblioteca del Exilio, 2010). Sul versante della poesia, ha pubblicato Latidos y desplantes (Vitruvio, 2011), Rendicción (Amargord, 2013), Tratado de entrañeza (Polibea, 2014); Des en canto è in corso di pubblicazione.
Per “Consonanze e Dissonanze”, Stefano Pradel ha già tradotto i Monostici del poeta Jordi Doce.