Appunti partigiani, n. 1 – Sinistra, l’è morta

 

Con la sconfitta del centrosinistra a Massa, Pisa, Siena (e la vittoria del centrodestra sempre più razzileghista) e a Imola (e la vittoria del M5S), possiamo considerare azzerata l’esperienza della sinistra italiana.

L’elettorato di sinistra, infatti, è stato ormai quasi del tutto assorbito dal M5S e anche in parte dalla Lega, l’asse che governa attualmente l’Italia e che si vanta di lasciare in mare per giorni navi di ONG con a bordo profughi africani, senza curarsi della loro salute. Secondo i sondaggi, oltre il 50% degli italiani sono a favore di questa politica che nega alla radice i diritti fondamentali dell’uomo e che andrebbe condannata dalla Corte di giustizia dell’UE. Se ci fosse, l’UE.

In questa situazione di degrado, la sinistra è chiamata all’ennesima autocritica e rifondazione.

Quale autocritica? C’è l’imbarazzo della scelta. Ecco due spunti che mi sono venuti in mente. In questi giorni ho pensato alle sciagurate finanziarie di Padoa Schioppa, governo Prodi, che cercavano il consenso dell’Europa, che diceva anche dove tagliare i fondi. E poi a Sarkozy che ride sfacciatamente guardando la Merkel, che si trattiene, quando gli chiedono se il governo Berlusconi manterrà le promesse di ridurre il debito. Noi a sinistra abbiamo sostenuto governi che si son fatti dettare le finanziarie dall’Europa, col risultato di impoverire i ceti medi, in attesa di una crescita, di una seconda fase che non c’è mai stata, anzi poi è arrivata la crisi, e il governo Monti, messo da un Napolitano succube dell’Europa, al posto di Berlusconi. E noi contenti che Berlusconi cadeva e che arrivava il serio Monti che metteva a posto i conti, per esempio con la riforma Fornero, altra riforma dettata dall’Europa. Abbiamo sostenuto governi di ragionieri, non di sinistra, che facevano finanziarie di centrodestra sotto dettatura europea. Renzi, per inciso, è stato il primo leader di centrosinistra a rispondere a tono all’Europa. E poi, Sarkozy che ride di Berlusconi: noi in Italia abbiamo usato la sua risata per attaccare Berlusconi che ci faceva fare brutta figura. Forse, dovevamo dire Come si permette di ridere, chi si crede di essere, noi esigiamo rispetto anche se a rappresentarci c’è Berlusconi. Ho preso solo due esempi, ma ce ne sarebbero molti che spiegano il grande consenso che ha Salvini, ma sarebbe il caso di dire il governo Conte-Salvini-DiMaio: piaccia o no, ora i politici francesi e tedeschi ci rispettano di più, e l’Italia per la prima volta non ha paura di attaccare frontalmente l’Europa e per la prima volta l’Europa ammette le sue colpe, dice di aver lasciato l’Italia da sola. Anche l’agenda economica di questo governo vuole imporsi in Europa, e non farsi dettare dall’Europa dove tagliare. Il reddito di cittadinanza verrà portato in Europa come progetto per il quale cercare i fondi. Avrebbe avuto questo coraggio Prodi? La situazione è complicata, come succede sempre quando si cerca di ottenere dei risultati con le prove di forza, ossia con metodi di destra. L’Italia ha ottenuto rispetto dall’Europa e ha saputo trattare da pari a pari, mettendo in luce anche, e finalmente, quanto poco migliori di noi siano gli altri. Siamo di fronte forse a una svolta epocale: gli italiani, popolo che ha l’hobby di parlare sempre male di se stesso e considerare gli altri sempre migliori, stanno finalmente alzando la testa e chiedendo anzi pretendendo rispetto, e Conte non ha paura di saltare vertici politici con la Merkel se non ottiene prima il suo rispetto. Questi risultati la sinistra non li aveva ottenuti neanche da lontano. E alla fine quel che conta è il risultato: se lo si ottiene con la destra, il popolo voterà destra o meglio, diventerà di destra. Come sta accadendo. D’altro canto, non mi sfugge che questi risultati vanno di pari passo con l’isolamento dell’Italia, perché se è vero che ora abbiamo ottenuto il rispetto, è il rispetto che si deve a una mina vagante, a qualcuno fuori dal controllo: meglio parlargli con calma come si fa con un matto, che condannarlo e lasciarlo da solo. Da un lato è collaborazione, dall’altro è … tutoraggio. E’ collaborazione forzata e quindi non veritiera.

Di fronte a tutto questo, ossia a questi risultati ambivalenti a livello politico, e condannabili a livello etico e culturale, la sinistra non ha voce, è scomparsa.

Si torna alla clandestinità quindi, alla lotta partigiana. E chi sta facendo questa lotta partigiana? Si iniziano scorgere dei fuochi di partigiani capaci di alzare la voce, e di andare contro questo culturame destrorso che ha contagiato i ceti popolari che erano di sinistra, e che ora votano Lega al centronord e M5S al centrosud.

Ecco alcuni appunti partigiani.

Saviano contro Salvini

Gino Strada su Salvini

Marco Damilano presenta il numero dell’Espresso Partigiani

Roberto Saviano, Gino Strada, L’espresso. Appunti partigiani. Ancora scomposti, disorganici, e poco efficaci (Saviano che parla della sua scorta personale dando a Salvini del buffone e ministro della malavita è controproducente; la copertina dell’Espresso del 16 giugno con Uomini e no di titolo, e la faccia di Salvini sopra il No, non aiuta, ora con l’ultima copertina hanno fatto un passo nella giusta direzione)… ma qualcosa si muove. Occorre iniziare a scegliere da che parte stare.

Io sto con i partigiani.

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