Le contraddizioni della sinistra

Pisapia si è dissociato da Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista. Ha augurato a Speranza il meglio per il suo “partitino del 3%” – così lo ha definito. Speranza risponde che vuole creare una ampia “forza popolare a due cifre”.

Personalmente, credo che Mdp al momento non arriverebbe nemmeno al 3%. I motivi sono sempre gli stessi: è un partitino nato per divisione tra i dirigenti, che non ha presa sul territorio, non ha un programma definito – sostiene il governo Gentiloni ma si dichiara alternativo al Pd – e soprattutto non ha un leader. Avesse un leader vero, carismatico, fotogenico, con qualcosa da dire, con una linea chiara, e presente spesso in tivù, supererebbe il 3%. Speranza non è tale leader, Bersani è ormai sorpassato, e l’ombra di D’Alema, sempre presente, toglie voti anziché portarli.

No, il Mdp al momento per me non andrebbe oltre il 2,5%.  E’ un partito nato già vecchio, il solo nome lunghissimo e che non consente appellativi a chi ne fa parte già dice tutto sull’incapacità comunicativa di chi l’ha fondato. E’ fatto da persone che se non ne fossero uscite, avrebbero trascinato il Pd in discussioni infinite per mesi, facendogli perdere gran parte del consenso, logorandolo, facendolo diventare il solito partito di centrosinistra senza un leader che passa gran parte del tempo a discutere al suo interno e a litigare su quale linea avere. Gli ex ds di Mdp sono dei maestri su come far perdere voti. Credono che Renzi abbia fatto perdere molti voti al Pd, ma dimenticano il suo 41% alle europee (che Bersani e D’Alema potevano solo sognare) e dimenticano che loro di Mdp  alle ultime elezioni con il Pd non sono andati oltre il 25-26%, ed erano nettamente favoriti.

Il motivo del contendere, ora nella sinistra, riguarda la posizione da assumere rispetto al Pd di Renzi: alleati o alternativi? Pisapia vuole allearsi, per creare una forza di governo. Non è interessato a operazioni di “testimonianza”, ossia a partitini. Staremo a vedere cosa farà Pisapia, che dice di voler creare una nuova grande coalizione di sinistra: si alleerà con Renzi e Alfano? Sarebbe una bella contraddizione. Ma del resto, non vedo alternative per il suo Campo progressista.

Mdp ha scelto di non volersi alleare con il Pd, per creare una sinistra alternativa. Al suo interno, in realtà, non tutti tirano dritto su questa linea e presto vedremo altre divisioni. Il rischio per il MdP è che non alleandosi con il Pd, pur con il misero risultato che otterrà, potrebber far vincere la coalizione di destra o il M5S, e in questo caso, coloro che per anni hanno ostracizzato Rifondazione Comunista di Bertinotti per aver fatto cadere Prodi e poi aver fatto vincere Berlusconi, si troveranno a recitare esattamente la parte che era di Bertinotti – con una aggravante però: Bertinotti non aveva mai fatto parte della coalizione di governo di Prodi, era un sostegno esterno il suo mentre loro, gli esponenti di Mdp sono stati anni fa tra i fondatori del Pd, hanno condiviso la decisione di non allearsi con La Sinistra L’Arcobaleno per le elezioni politiche, dove candidarono Veltroni, e hanno ottenuto il risultato di perdere miseramente, far vincere Berlusconi ed estromettere dal Parlamento la sinistra “a sinistra del Pd”, quella che loro ora vorrebbero resuscitare.

Difficile, francamente, aspettarsi qualcosa di buono dal Mdp. Che dopo Sinistra Italiana (i reduci di SEL di Vendola più i fuoriusciti dal Pd vicino a Fassina, ormai un partitino di nemmeno l’1%) e Possibile di Civati (credo sotto lo 0,5%), sono ora il terzo partito di sinistra che si proclama alternativo al Pd. Riusciranno questi tre partiti a fondersi? Assolutamente no, non ci pensano nemmeno, più o meno sono tutt’e tre partiti neonati. Riusciranno a coalizzarsi? Vedremo, SI e Possibile hanno già unito i loro gruppi in Parlamento ed è probabile andranno alle elezioni insieme. Difficile prevedere se anche Mdp vorrà unirsi. In ogni caso, se anche si unissero, il risultato potrebbe essere sotto il 3%.

Perché? Perché sono più i nomi dei capi al loro interno che quelli dei loro sostenitori. Abbiamo in SI Fratoianni, un emerito sconosciuto, e Fassina, che già peraltro non hanno idee uguali. Poi abbiamo Civati. Poi abbiamo Mdp con Speranza e Bersani, più l’ombra di D’Alema. Chi sarebbe il leader? Nessuno. E tutti sanno che si tratterebbe di una mera lista elettorale, pronta a sciogliersi, dividersi, tornare a litigare su tutto. Chi la vota, se è di sinistra, sa che vota una lista che rischia di non superare il 3% e quindi di non contare nulla, ma … in realtà potrebbe contare molto, in negativo: potrebbe far perdere il Pd. Se uno è di sinistra e ragiona a breve termine, non la vota. Se uno accetta che si può perdere una battaglia, le elezioni, per vincere la guerra, ossia affondare il Pd e il renzismo, e creare spazio per una nuova vera coalizione di centrosinistra, potrebbe votarla. Ma saranno pochi.

Una volta, quando un politico usciva dal suo partito, non ne fondava un altro, si rifugiava a quello più vicino, a destra o sinistra. Ora, ne fonda un altro, per poi federarsi con quelli vicino. Così non funziona. Ma è pur vero che una volta non contava così tanto la persona, l’essere leader programmatico, ora sì. Anche i movimenti nati dal basso, come il M5S, reggono perché c’è un leader assoluto, Grillo, che associa alle consultazioni democratiche il massimo del centralismo. Senza Grillo, il M5S andrebbe a pezzi, e presto. Per questo resta un partito carismatico il suo, così come Forza Italia. Renzi ha quasi, dico quasi, trasformato il Pd in partito carismatico, tuttavia il Pd resta il partito più democratico come strumenti di democrazia interna. Per sottrargli una fetta di elettorato di sinistra, ci vorrebbe un partito con un leader indiscusso e capace di comunicare. Come ho già scritto varie volte, tale leader c’è e si chiama Civati. L’unico mezzo che hanno SI e Possibile – e Mdp se si vuole unire – per essere sicuri di superare il 3% e costituire l’embrione di un polo a sinistra del Pd, è la fusione (e non la coalizione) con la piena fiducia a Civati come leader, in modo che Civati possa apparire molto sui media e avere ampio spazio di manovra. Ovviamente i dinosauri come Bersani o D’Alema, e i dirigenti conosciuti solo ai militanti come Fratoianni, dovrebbero sparire per non boicottare il progetto.

Tutto questo, comunque, è fantascienza.

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