Autori estinti, n. 1: Thomas Wolfe (terza e ultima parte)

(La seconda parte dell’articolo è stata pubblicata il 25/09/2016)

Al capitolo seguente vedremo in nuovi scrittori lo sviluppo logico della storia contemporanea; pur abbiamo, del periodo, una conclusione avventizia nella figura non adempiuta di un morto giovane, Thomas Wolfe. Poco più giovane di Faulkner ed Hemingway, egli fu solleticato esattamente come loro dalle varie esperienze verbali che precedettero e accompagnarono la guerra del 1918, e anche lui cercò una nuova espressione. Ma il suo animo di scrittore fu una caverna, e non rifiutò niente, diede eco ad ogni cosa. Perciò troviamo nei suoi libri una dovizia da Mille e una notte ferma su un piano analitico di psicologia e favola insieme, nel modo stesso che è accaduto ai migliori romanzieri. Romano Bilenchi compreso, nell’Europa d’oggi. Nella sua densa produzione, carica di globuli indistinti, ma anche capace di riflettere, con suono monocorde, una motivazione simbolica, i prodigi sono di impressionismo, quasi tutti. Forse è stata arrestata troppo presto? Thomas Wolfe rappresenta, comunque, il punto culmine cui sarebbe arrivata la letteratura americana se Faulkner ed Hemingway non avessero, ognuno per il suo verso, sfondato da altre parti.
Così scrive Elio Vittorini in Americana, l’antologia di scrittori americani pubblicata da Bompiani nel 1941 che ha rappresentato una tappa “essenziale nella storia della cultura italiana” (Italo Calvino). Oggi possiamo trovare Americana in un unico volume, formato Tascabili Bompiani (1492 pagine molto sottili), riedito nel 2012 con le introduzioni di Carlo Gorlier e Giuseppe Zaccaria, oltre a quella storica (1941) di Emilio Cecchi. Grazie alla nuova edizione di Bompiani possiamo leggere le note critiche di Vittorini, censurate dall’edizione “fascista” del 1941, vero documento storico ed ideologico del tempo, e possiamo rivedere il bellissimo apparato fotografico che fa di Americana il secondo libro multimediale della letteratura italiana (essendo il primo esperimento in tal senso “Conversazione in Sicilia” dello stesso Vittorini).

http://www.ibs.it/code/9788845271243/americana.html

Vittorini, unico selezionatore e curatore di Americana, nel capitolo “Storia contemporanea” pubblica brani o racconti di Faulkner, Hemingway, Wilder, Cain, Steinbeck e, per ultimo, pubblica la traduzione di Piero Gadda Conti del breve romanzo (o novella) di Wolfe Un uomo: Bascom Hawke (A portrait of Bascom Hawke). La nota critica di Vittorini su Wolfe coglie in modo significativo la grandezza di quest’ultimo identificandolo nello scrittore che ha portato all’estrema conseguenza il tentativo, già di Faulkner ed Hemingway, di trasformare la storia e la terra americane in leggenda.

Il bellissimo racconto “Un uomo: Bascom Hawke” è un vero gioiello di Wolfe, che senza Americana risulterebbe assolutamente introvabile. Bascom Hawke è una produzione giovanile di Wolfe, pubblicata nel 1932 sullo Scribner’s Magazine, che confluirà, in una nuova redazione, in vari capitoli del secondo grande romanzo di Wolfe, Il tempo e il fiume. A conferma che il genio di Thomas Wolfe ha scritto, per tutta la vita, un solo grande romanzo americano, suddiviso in 4 gradi libri (Angelo, guarda il passato – oppure O Lost…; Il tempo e il fiume; La ragnatela e la roccia; Non puoi tornare a casa), nel quale sono confluiti, rielaborati, tutti o quasi i suoi scritti brevi. 

Si possono leggere 5 pagine dell’opera, in lingua originale, qui:

http://www.unz.org/Pub/Scribners-1932apr-00193

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