Occhio al testo (6). Giorgio Orelli: Sera a Bedretto

di Diego Conticello Allievo di Contini e accortissimo studioso di Dante e Montale (per l’analisi dei quali produsse i suoi ormai celebri Accertamenti) è sempre stato defilato dalle correnti “ufficiali” della coeva “linea lombarda” dunque, pur comparendo nella arcinota antologia … Continua a leggere Occhio al testo (6). Giorgio Orelli: Sera a Bedretto

Occhio al testo (5). Fernando Bandini: Maltempo

di Diego Conticello Fernando Bandini è stato appartatissimo quanto onesto – e affabile – poeta trilingue. Ha scritto da sempre, oltreché in italiano, anche in vernacolo vicentino (laddove la città atestina diventa la fiabesca città di Aznèciv, archetipo di un’infanzia … Continua a leggere Occhio al testo (5). Fernando Bandini: Maltempo

Occhio al testo (4). Rocco Scotellaro: Campagna

di Diego Conticello L’itinerario poetico di Rocco Scotellaro si snoda sui cardini della denuncia, dell’invettiva sociale – sulla scorta dell’attività politica dell’autore e della partecipazione ai movimenti contadini all’indomani della Liberazione – e del rifugio nella natura come ultima risorsa … Continua a leggere Occhio al testo (4). Rocco Scotellaro: Campagna

Occhio al testo (3). Bartolo Cattafi: Qualcosa di preciso

di Diego Conticello La poesia di Bartolo Cattafi è contraddistinta dalla perizia derivata dall’uso finissimo dell’allitterazione, dei sintagmi paronomastici, delle rime al mezzo, strumenti questi sistemati come mattoni che si incastrano alla perfezione, a cui si aggiunge la malta di … Continua a leggere Occhio al testo (3). Bartolo Cattafi: Qualcosa di preciso

Occhio al testo (2). Angelo Maria Ripellino: Guai a chi costruisce il suo mondo da solo

di Diego Conticello

Alla base della splendida unicità della poesia di Ripellino vi sono lo sfoggio di arditissime peripezie linguistiche, l’eclettica estrosità metaforica e analogica, il virtuosismo stravagante e caleidoscopico delle associazioni visionario-immaginative che ne fanno certamente l’esempio insieme più superbo e grottesco del nostro neo-barocco. Proponiamo qui una poesia da Lo splendido violino verde[1]:

Guai a chi costruisce il suo mondo da solo.
Devi associarti a una consorteria
di violinisti guerci, di furbi larifari,
di nani del Veronese, di aiuole militari,
di impiegati al catasto, di accòliti della Schickerìa.
E ballare con loro il verde allegro dello sfacelo,
le gighe del marciume inorpellato,
inchinarti dinanzi al volere del cielo.
Guai a chi sulla terra è sprovvisto di santi,
guai a chi resta solo come un re disperato
fra i neri ceffi di lupi digrignanti.

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Occhio al testo. Lucio Piccolo: Mobile universo di folate

di Diego Conticello  Si inaugura con questo post una serie di riflessioni, specifiche ma agili, sui testi principali di poeti ritenuti imprescindibili, ma troppo spesso trascurati dalla critica ufficiale – specie nel campo dell’analisi testuale – all’interno del panorama poetico … Continua a leggere Occhio al testo. Lucio Piccolo: Mobile universo di folate