Alfonso Lentini

a cura di Diego Conticello

Alfonso Lentini (poeta e artista visivo). Nato in Sicilia, a Favara (AG), nel 1951. Laureato in filosofia, si è formato nel clima delle neoavanguardie del secondo Novecento. Dalla fine degli anni Settanta vive fra le Dolomiti, a Belluno, dove ha insegnato letteratura italiana e storia- La sua attività spazia dalle arti visive alla scrittura, spingendosi anche nei territori della poesia. Nelle sue numerose mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero, propone opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale. La parola corrusca di Lentini si vivifica per immagini che coniugano figurale e figurativo, costruendosi attraverso le pieghe ‘altre’ derivate dalla sua formazione di artista visivo. Questo lo avvicina alla temperie eclettico-sperimentale del ‘900 italiano che ha formato artisti ‘verbo-visivi’ come Villa, Costa, Spatola, Isgrò e altri. Insieme ad Aurelio Fort, è autore del progetto artistico internazionale “Resistere per Ri/esistere” culminato il 25 aprile 2013 con un’installazione urbana per le piazze e le vie del centro storico di Belluno. Ha svolto esperienze artistiche e di scrittura presso Centri di Salute Mentale. Opere: L’arrivo dello spirito (con Carola Susani, 1991), La chiave dell’incanto (1997), Mio minimo oceano di croci (Anterem, 2000), Piccolo inventario degli specchi (2003), Un bellunese di Patagonia (2004), Cento madri (2009) e Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia (2011). In e-book ha pubblicato due raccolte poetiche: Il morso delle cose (2012) e L’uccisione del fuoco (2014).

Testi:

scrivimi in fermo immagine

scrivimi in fermo immagine
usa l’acqua salata
per bagnare la pagina

e cancella. Scampata
alla luce, al macello,
a voci crocifisse,
l’impronta del cerchio permane

ora solo permane
l’eclisse

*

l’ago che inietta il farmaco si spezza

l’ago che inietta il farmaco si spezza,
si frantuma la nuvola al tramonto,
si sbriciola lenta nel rosso

la laguna diventa di carta
sottile; sottile la tua pelle,
il tuo osservare attento
quelle righe dei vetri, quell’osso
fuori posto

*

questo volo di polvere

(questo volo di polvere
che svapora ed annebbia
nel tuo crespo parlare):

gabbia immensa di luce
batticuore di sabbia

*

hai occhi di lago

hai occhi di lago e mi dici:
ho sognato che sognavo
ed entravo in una stanza. Aprivo
la porta e mi trovavo

in una stanza ancora
uguale. Dal bianco
al bianco, al bianco
ancora

e ancora:
a volte permango
per ore ad occhi aperti
ad occhi sospesi e castrati
davanti agli appena
agli incastri dell’essere appena
molte volte

*

con la forza del rosso

con la forza del rosso ti scrivo
con tutta la forza del rosso
e lo scritto lo immergo nel canale
e ti dico qui c’era qui c’era

una dinamo c’era, e ruotava
nelle pagine blu, nei polmoni
contornando di segni
un avvento di rami
un incendio di mani

e ti scrivo stasera, a lume spento,
un giardino di dita evocando
con la forza del rosso, con l’occhio
forato, il sipario il sipario
calato

*

ci sono parole

ci sono parole (mi dici)
che hanno una stella nel fianco
(una cometa di Halley una qualche)
(mi dici) che hanno
stellate ferite (e una qualche)

*

dicembre porta nuove

dicembre porta nuove
evidenze con sé e della luna
sugge il caglio gelato:
il disco che ho guardato
s’assorbe nella retina, impresso;
chiudo gli occhi e permane
catturato

*

ho fatto un sogno

ho fatto un sogno, mi dici, così nero
da sembrare azzurrato
(si spandeva quel nero
come nuvola acquatica di seppia
e invadeva le lingue
offuscava il palato)

*

dal punto dove

dal punto dove
si perde delle cose
il contorno
ti scrivo, da un nove

da questa massa
di luce graffiata
di catrame, a voce bassa
da un giorno
da un dito

che traccia nell’aria
venezie di ghiaccio
e in cristalli congela
un respiro

***

2 pensieri su “Alfonso Lentini

  1. Lentini è uno dei migliori poeti italiani, per uso esatto e diritto della parola, per limpidità della visione, per sofferta consapevolezza del mondo, per originalità di dettato.

Rispondi