Raffaele Piazza

a cura di Stelvio di Spigno e Mario Fresa

Raffaele Piazza, nato a Napoli nel 1963, ha lavorato presso l’Università Federico II di Napoli come tecnico elaboratore dati presso il Dipartimento di Scienze Relazionali.. Collaboratore esterno a Il Mattino alla cultura. Collabora e ha collaborato con numerosi settimanali, mensili, quotidiani. Ha pubblicato Luoghi visibili (Amadeus, 1993, finalista al premio Lerici Golfo dei Poeti 1994), La sete della favola, Amadeus, 1994. Sul bordo della rosa, I poeti di Amadeus,, Finalista al Gozzano 1998 e Selezionato al Camaiore 2000 e Del sognato, La Vita Felice, 2009. .Nel 1993 ha vinto il Premio De Ritis, Istituto Grenoble di Napoli.
È redattore di Poetry Wave Vico Acitillo 124. Ha pubblicato poesie su Anterem, Tam Tam, Galleria, Fermenti, Arenaria, Portofranco, I fiori del male,Tracce, Punto di vista, La Clessidra, Hebenon, Punto, Letteratura e tradizione, Lo scorpione letterario, Poiesis, Lunarionuovo, Tracce, Hyria, Origini ,Mito, Schema, Arenaria, Erba d’Arno, Capoverso, Sinestesie, L’Ozio, L’Ozio artistico letterario, Tratti, Silarus, Keraunia. Gradiva, Graphie, La mosca di Milano, di cui è redattore; è presente in numerose antologie tra cui Melodie della Terra, Crocetti 1998, Vertenza Sud, 2001 e Napoliverso 2008, Labyrinthi IV, Limina Mentis, 2013. Sul numero 33 di Testuale è uscito un saggio sul suo lavoro poetico di Sandro Montalto. È inserito nell’antologia sui poeti napoletani La parola negata, curata da Mario M. Gabriele 2004. È stato considerato dall’Avis di Roma, poeta scelto campano e i suoi versi, nel 2004 sono stati recitati, nell’ambito delle manifestazioni dell’Avis da Cristina Donadio al Teatro Bellini di Napoli.

Testi

da Giugno di Alessia (2012)

Prologo

Esce dal deserto Alessia
sotto una luce immensa e il
tempo attende l’adornata
via serale un fiore d’erba
rosa Alessia con un filo
d’erba in bocca respira la
vita se non è nuotando
esistere e

1

oltre la chiave della nebbia
a trovare i tasselli dell’azzurro
oltre la durata elementare
dello sguardo al lago a
resistere oltre il luogo della
nascita. Il caldo ad attenderla
nell’auto, aria condizionata
accesa da Giovanni
un fresco bacio pari a
mietitura di gioia e

2

oltre della siepe la tinta
nell’abetaia del verde tenero
sotteso ad una luna piena
nel mare della camera della
mente dove fare l’amore,
Alessia rosavestita per i
chiari mattini del sesto mese
consecutivi in corse
lungo le alberate e

3

in men che non si dica
spicca in volo un gabbiano
a planare sul tetto della casa
di Alessia, appartamento
al decimo piano di un momento
di luce ad iridare l’azzurro
degli occhi e

4

a guardare le stelle chiarissime
nell’interanimarsi al libro di
poesia di un autore senza nome,
squadernato sul letto
in un’ellisse del tempo la sera
precedente che non torna e

5

con la mano affilata scrive
Alessia le iniziali sul ramo
del risveglio:
ha sognato un spiaggia corallina
e il bianco della vita
ad emergere dalla tinta neutra
dei giorni in città nell’aura
di un salice nel giardino
della villa di Giovanni
ad ospitarla e

6

giugno di Alessia sui davanzali
dell’anima e l’amuleto in tasca
per un mese presago nell’ebbrezza
tra le lenzuola con Giovanni e

7

oltre la via del silenzio, in esatta
scansione con le stelle il giorno e
l’ora per le esatte impronte
dei passi sul sentiero
levigato dall’attesa.

***

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