Cristina Bove

a cura di natàlia castaldi

Cristina Bove è nata a Napoli il 16 settembre 1942, vive a Roma dal ’63. Ha cominciato da piccolissima a disegnare e a nutrire la passione per la lettura. In seguito si è dedicata alla pittura, alla scultura, e in ultimo alla scrittura. Ha pubblicato cinque sillogi poetiche e un romanzo. Scampata più volte alla morte, ha grande comprensione per chi soffre, nel fisico e nella psiche. Crede nella libertà e nella giustizia, pensa che il rispetto della diversità sia un valore fondante tra gli esseri umani e ne sia inestimabile ricchezza. Ha vissuto da giovanissima tre anni a Tunisi dove fu allestita con successo la sua prima personale di pittura. È sua la scultura in bronzo nell’atrio dell’hotel Sabbiadoro a S. Benedetto del Tronto. Negli ultimi tempi si dedica alla scrittura, alla fotografia e alla grafica digitale.
Considera la poesia un linguaggio universale, l’esperanto dell’anima. Scrivere è per lei una sorta di rispetto per la propria e altrui memoria, un fissare con la parola il pensiero affinché non si disperda, e renda sacralità alla vita.

Pubblicazioni:
Una per mille (romanzo – 2013 Edizioni Smasher)
Raccolte di poesia:
Fiori e fulmini (2007 – Il Foglio Letterario)
Il respiro della luna (2008 – Il Foglio Letterario)
Attraversamenti verticali (2009 – Il Foglio Letterario)
Mi hanno detto di Ofelia (2012 – Edizioni Smasher)
Metà del silenzio (eBook 2014 – Edizioni PiBuk)
Antologie:
Antologia di Poetarum Silva (a cura di Enzo Campi)
Auroralia (a cura di Gaja Cenciarelli)
La ricognizione del dolore (a cura di Pietro Pancamo)
Antologia del Giardino dei poeti (a cura sua e di altri poeti)
La versione di Giuseppe (2011 – AA.VV. a cura di Abele Longo – Ed. Accademia di Terre d’Otranto)
Cronache da Rapa Nui (2013 – AA.VV. a cura di Gianmario Lucini – Edizionicfr.it/Libri)
Un sandalo per Rut “Oratorio per l’oggi” (2014 – AA.VV. a cura di Abele Longo – Ed. Accademia di Terre d’Otranto)
Sotto il cielo di Lampedusa. Annegati da respingimento (2014 – AAVV. a cura di Pina Piccolo Edizioni Rayuela)

Alcuni dei siti in cui è ospite:
La poesia e lo spirito
La dimora del tempo sospeso
blancdetanuque
Neobar
Filosofi per caso
Rai News – Luigia Sorrentino
Versante Ripido
La Recherche
muttercourage – Anna Maria Curci

Il suo blog personale AncoraPoesia
Conduce il litblog di poesia contemporanea Il Giardino dei poeti
È nella redazione di Via delle belle donne

Testi

Memorie d’universo e di meringhe

genetiche a spirali
un filo svolto
si diventa virgole
affamate di vita a lieto fne
nome e cognome please
si documenta
per ogni convenzione ed attinenza
tipo ricette ad hoc
per fare l’uomo vitruviano o l’uovo
quel poco che si sa di corpi e chiare
un pizzico di sale

tutti montati a neve
un frullatore di violenza il mondo

qui dovrei
non farmela passare troppo liscia
se per dimenticare
chiudo la porta su dolore e grida
e resto immota
segnata sulla riga a tacche zero

il tempo uccide
smonta universi e cromosomi
il cielo e l’uomo
minuto per minuto

***

Esaurivento

Mi si è seduto accanto
il maestrale
ripido come tutte le tempeste
e s’è acquietato
immoto
non ha più nome ora ch’è ammutolito
e non può dirlo a me roccia mancata
precipitata dentro un cuore
donna da parte a parte

e vidi tutti gli occhi degli umani
aprirsi come fiori di torrente
scorrrere nella valle della vita
imbacuccati d’aria per volare

di me vidi la tana dei pensieri
incanutirsi al lume dei ricordi
le mani prigioniere del granito

le pietre non carezzano le pietre
è compito del sole farle vive

***

Quasi un teatrino

La prima intinse il dito nel bicchiere
lo passò sulla bocca della bambola che si tinse di rosso.
La seconda disse che il morellino di scansano
non va sprecato in questo modo.
La terza alzò le spalle sbuffando e le mandò a quel paese
aveva bei dentini nel sorriso
di porcellana, occhi di vetro azzurro
ammiccanti in frazioni di secondo__non se ne accorse mai nessuno.

Di quelle tre non c’era da fidarsi.
Lo sapevano gli orsi, i cani e i gatti
tutta la comitiva di peluche
coccodrilli di plastica, supereroi in mimetica
raccontavano cose che gli umani__cose che, come scrisse il gran poeta
ce ne sono talmente sotto il cielo
da non potersi immaginare.

Ma nemmeno l’indizio plateale
La fattoria degli animali
fu mai considerato seriamente.
– Come non se ne accorsero?- domandò la più piccola
– Erano troppo intenti a sopraffare, a rubarsi l’un l’altro di che vivere
soprattutto a distruggere.

Stanno morendo sotto le macerie
e pensano d’avere in tasca il mondo –

***

Transiti con catene

Quando la notte bazzica sui muri
e li cancella
porto una sciarpa d’edera sintetica
sui fianchi della casa
perché non noto alcuna differenza
tra le sbarre di ferro del balcone e i loro spazi
ma solo domattina
che ci saranno due boccioli intatti
ammutoliti al sole (la rosa che ho comprato
a scatola chiusa e chissà quale sarà il colore)
i vicini apriranno le finestre di quel tanto
da riscontrarsi vivi
e come d’abitudine il caffè

nel buio divelto suddiviso in celle
l’uomo già prigioniero delle tarme
era solo un vestito
chiede grazia ai suoi morti
a tutti chiede grazia
non si direbbe umano: ha infatti segni
diabolici (per chi crede all’inferno)
camouflage di cerone che si scioglie

non è questo il disastro
ché di fuoco o di vermi finirà
come giustizia vuole, ma il contorno
di decerebellati in avanzato stato di…
qui ci vorrebbe una fotografia di Witkin

bandiera nera in cima al cranio
il condannato
mummificato in ogni alveolo
sembra uscito da un film di darioargento
malvagità spianata con le rughe
un ghigno mascherato da sorriso
non il balcone di piazzavenezia
gli bastano gli affacci dalle sue televisioni

e nel Palazzo
ancora tutti proni a fargli da guardiani

***

Donne dei giorni

nello stesso destino delle ore felici
o tempestose
delle gite dei nostri dolori fuori porta
il mare d’erba alta
i passi tallonati dalle offese
mancavano sostegni nei filari
grappoli e figli
respiri tronchi quando
partorivamo senza scampo
e tutte fummo violentate e uccise
per un’idea di libertà nata con noi
e tutte ad ogni età
siamo cangianti e un poco folli
donne vestite di sé stesse e nulla
che le imprigioni in pregiudizi e burka
l’uomo di strada ride sgangherato
d’involucri a scadenza
sbranerebbe l’amore se potesse
l’uomo che invece vive ed è
luce a se stesso
ne condivide il pianto ___ e quando è sera
nel proseguire insieme
proietteranno in due la stessa ombra

***

Tanto ci vuole a esistere

nell’iconografia delle pareti, stanze
dipinte d’impazienza
e sempre riprendiamo quel discorso

lo spolvero a sanguigna dell’affresco
in cui diciamo che le vie di fatto
presumono assonanze e linee d’ombra
ed io non so condurmi oltre i colori
a volte
ritraggo voci e gesti di conforto
in quella stessa luce rarefatta

riprendo lontananze e sensazioni
dissimulando smarrimento d’arte
e sempre discorriamo d’altre cose

nel tempo limitato degli sguardi
nello spazio di cose sottaciute
l’angelo che ci assiste se ne va
toccato e arreso
ci lascia sopraffatti dalla vita
spenti alla luna, accesi in altri mondi
ciascuno nella propria solitudine

in parallelo (o in perpendicolare?)
sagome scansionate dal destino
sempre discorreremo d’altre cose

***

Che non può ritornare il mare al fiume

le cose destinate al macero
hanno le forme senza alcun fermaglio
inclinazioni da passarci sopra
per ultima tenuta il vinavil
vedo parole ricadermi intorno
in lettere disposte in altri mo(n)di
estranee già alla nascita
in questa quiete ch’è rassegnazione
perdono il senso e l’anima

si vive d’ogni istante e non si vive
un delirio da poco straniamento
febbre leggera bianca
a infarinare sogni e discrepanze
e mi divento che non m’assomiglia
il ricordare. E quasi mi sgomenta
l’attaccamento al prossimo respiro

***

12 pensieri su “Cristina Bove

  1. Cristina Bove: ovvero, una ricchezza spirituale inesauribile!
    Lieta, anzi lietissima di rivedere alcune poesie valorizzate su questo sito e veramente quasi incredula nel rileggere le sue pubblicazioni che, a loro volta, “dicono” questa ricchezza. Ma solo in parte, perché è mille e mille volte di più. Se dovessimo vedere raccolte tutte le sue poesie e gli altri suoi scritti in volumi, sarebbero già una marea, senza contare quel che scriverà ancora, mi auguro per moltissimi anni, perché da lei mi aspetto meraviglie ancora maggiori di quanto so e vedo fin oggi.
    Complimenti infiniti, sinceri ed entusiastici, cara Cristina! Tu sai quanto ci tengo a te!
    Grazie Natalia, per aver riproposto qui le poesie di Cristina.
    Carmen

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