InVersi Fotografici XIII – La luna, le nuvole e l’assenza: Percy Bysshe Shelley Vs Tokihiro Sato

di Cinzia Accetta

 

L’InVerso fotografico scorre lento come il tempo tra le pagine di un libro a ricordare quello che eravamo, i pensieri che ci hanno guidato e le riflessioni che ne sono scaturite. Shelley si interroga spesso sul senso del tempo, sulle promesse del domani, l’incertezza del futuro e la mutevolezza dei sentimenti e della stessa fragilità della natura umana, cosi esposta al cambiamento. Siamo umani – sembra dire – è per la tal cosa giustificati di una certa mutevolezza, che si confà alla sostanza del nostro essere. Non roccia ma nubi mosse dal vento, atte al plasmarsi e al cambiamento.

Il fiore che oggi sorride
domani morirà
ciò che desideriamo
durevole ci tenta e va
via. Che cosa è la gioia  del mondo?

(da Mutevolezza, 1821)

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Tokihiro Sato è un poeta dell’assenza. Come molti fotografi giapponesi è artefici di immagini rarefatte, che lavorano per sottrazione e raccontano ciò che non c’è più di quello che rimane impresso nella pellicola. Il suo passato da scultore si percepisce in questo lavorare in sottrazione di michelangiolesca memoria. Nel progetto Photo-Respiration registra il movimento nello spazio, con l’ausilio di una torcia, per dar vita ad una mappa di punti luminosi, una costellazione di istanti, un percorso sospeso a mezz’aria che aleggia sul paesaggio.

L’uomo interagisce con il mondo, nel tempo e nello spazio, lasciando traccia di se: la luce ne fissa ricordo nell’unione fugace di effimero ed eterno.

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Versi

(poesia pubblicata in Leigh Hunt, Literary Pocket Book, 1823) trad. Giuseppe Conte, RCS Rizzoli 1997;

 

I

La terra fredda dormiva giù
su il cielo freddo scintillava
e lì intorno, con un suono gelido
da grotte di ghiaccio e campi di neve
il respiro della notte come morte
scorreva sotto la luna declinante.

 

II

Era la siepe invernale nera
l’erba verde non si vedeva
gli alati riposavano sul cuore
di stecchiti cespugli, che con le radici, vicino
al tracciato del sentiero, avevano
fatte in mezzo al ghiaccio

 

III

I tuoi occhi splendevano nel bagliore
della luce morente della luna
come il raggio di un fuoco su paludosa
corrente brilla debole, appena, cosi la luna
splendeva là, faceva ingiallire i fili
dei tuoi capelli corvini, agitati
nel vento della notte.

 

IV

la luna, amata, rese i tuoi labbri pallidi
il vento rese gelido il tuo petto
la notte versò sopra il tuo capo
caro la sua rugiada rigida, e tu giacesti
dove il respiro amaro del cielo
nudo poté quanto voleva visitarti.

 

***

 

Il Tempo passato

(poesia pubblicata in Complete Poetical Work of P.B. Shelley, 1870) trad. Giuseppe Conte, RCS Rizzoli 1997;

I

Come il fantasma d’un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore cosi dolce da non poter durare
fu il tempo passato.

 

II

Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un’ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.

 

III

C’è rimpianto, quasi rimorso, per
il tempo passato.
E’ come il cadavere d’un bimbo molto
amato che il padre veglia, sinché
alla fine la bellezza è un
ricordo, lasciato cadere
dal tempo passato.

 

***

 

Domani

(pubblicata nei Posthumous Poems, scritta nel 1821) trad. Giuseppe Conte, RCS Rizzoli 1997;

Dove sei tu, amato
Domani? Da giovani e da
vecchi, forti e deboli, ricchi
e poveri, attraverso gioia e pena
sempre cerchiamo i dolci tuoi
sorrisi. Ma al tuo posto noi
troviamo quello che abbiamo
fuggito, l’oggi.

 

***

 

Frammento: Roma e la Natura

(pubblicata in Poetical Works, 1819) trad. Giuseppe Conte, RCS Rizzoli 1997;

Roma è caduta, tu lo vedi che giace
ammassata in una rovina dove non puoi
distinguere. La Natura è la sola che
non muore.

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Biografie

Tokihiro Sato è nato nel 1957.  Si diploma in scultura nel 1981 alla national University of Fine Arts and Music  di Tokyo, e intraprende la via della fotografia verso la fine degli anni’80, per esprimere le sue idee riguardo all’uso della luce e dello spazio. Nel 1993 si reca in Francia e poi in Inghilterra per approfondire i suoi studi. In una serie continuativa che egli stesso descrive come “Grafica del respiro” e “ Respirazione della foto”, piccoli punti di luce e linee illuminate rappresentano la scia del suo passaggio nello spazio. Usando una camera posizionata sul tre-piede e mettendo il timer per un’esposizione di almeno 3 ore, Sato si muove velocemente nello spazio designato. Quando scatta nella luce naturale, egli rivolge uno specchio verso il sole, mentre in notturna usa il flash. Il risultato nelle fotografie è di tante piccole luci e linee che danno un’idea della presenza dell’artista ma non della sua immagine.

Nato il 4 agosto 1792 a Field Place, Warnham, nella contea del Sussex Percy Bysshe Shelley è stato un poeta e filosofo inglese, uno dei più grandi lirici romantici. Appartenente alla seconda generazione romantica inglese, divenne inoltre famoso per la sua amicizia con i contemporanei John Keats e Lord Byron e, come loro, per la sua morte prematura. Shelley, infatti, dopo una vita errabonda, tragica e avventurosa, annegò nel mare di fronte a Lerici, in Italia, all’età di circa trent’anni. Il mare restituì il suo corpo sulla spiaggia di Viareggio il 18 luglio 1822, dieci giorni dopo il naufragio della sua goletta. Shelley è inoltre noto per essere stato il marito di Mary Wollstonecraft Shelley, l’autrice del romanzo Frankenstein,

 

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