a cura di Enrico De Lea
Andrea Genovese è un poeta, scrittore e giornalista nato a Messina nel 1937, e residente dal 1981 in Francia ha fondato “Belvedere”, una rivista anticonformista d’argomento letterario e politico, pubblicandovi, inoltre, quattro raccolte di poesie in francese.
In Italia ha pubblicato varie raccolte di poesia in lingua, delle raccolte in dialetto messinese e due romanzi; nel 2011 a Messina si è tenuto, in suo onore, il convegno “La magnolia perduta”.
Messina è il luogo dove Genovese vive fino al 1960, quando si trasferisce a Milano nel 1960, dove si occupa di attività sindacale, collaborando a diverse, tra cui Il Ponte, Vie Nuove, Uomini e Libri, La Nuova Rivista Europea. Prima di trasferirsi in Francia, dove vive dal 1981, ha pubblicato numerose raccolte di poesie in lingua (tra cui Nugae delle quattro stagioni, Pungitopo, 1985; Mitosi, 1983; Bestidiario, Scheiwiller 1977; Un trenino per David, Edizioni di Sintesi, 1979; exantropus e altre poesie preistoriche, Laboratorio delle Arti, 1976;Odissea minima, La Sfera éditrice, 1964), nel siciliano di Messina (Tinnirizzi, Intilla, 1993;Ristrittizzi, Pungitopo, 1986) ed in francese (Idylles de Messine, TNT, 1987; Les nonnes d’Europe, TNT, 1986; Paladin de France, Fédérop, 1985; Lyonlamer, Verso, 1982; Bestidiario e Mitosi, entrambi pubblicati da Scheiwiller), oltre ai romanzi Lo specchio di Morgana, Intilla, 2010; L’anfiteatro di Nettuno, Intilla, 2007; Falce marina, Intilla, 2006; L’arcipelago lontano, Pungitopo, 1986; Mezzaluna con falcone e martello, Pungitopo, 1983 – 2009.
La sua produzione teatrale, anche in francese, è stata rappresentata quasi nella sua interezza, anche in ambito televisivo.
Fondamentale in Genovese la componente memoriale ed autobiografica, in cui è presente anche un luogo come Santa Croce sull’Arno, rifugio della famiglia d’origine durante la Seconda Guerra Mondiale.
TESTI
Da Mitosi, Scheiwiller, 1983
LA PARETE DIPINTA
a Bartolo Cattafi
Il furioso toro
che trasvola in mitosi
ingoia il coro
delle leggiadre
care ladre
di vergini gigli.
Forse una sventola
un solenne scapaccione
un toromoto
il naufragio di Cnosso
sull’osso
aguzzo dell’ignoto.
***
AVI VIOLARONO
Avi
violarono
le spiagge
con zoccoli
ungulati
per rubare
monili
di ninfe gentili
ma tu ghignando
li incalzasti
con fattucchiere
e mammane
Efesto
zoppo
scornucopico
scosso
da tremiti
d’epilettica
gelosia.
Ora getti
la maschera
fabbro buddrace
ti nomini
per quel che sei
attizzi
il fuoco
alle code
minacci
l’affanno
d’una lunga
transumanza
equina.
***
LO STRETTO
Lo stretto
questa gabbia
di non risolti miti
da un capo all’altro
il triangolo s’inscrive
dentro al cerchio
e l’azzurro punta
al connubio nel tricorno
trina
è la lama
che ci squarta.
***
L’INCOSTANZA DEL MARE
Esplode il mare.
Il mare si fa duna
nuvola gabbiano.
Viaggio.
Accostare le voci
i piani glissanti
le uova covate nella mente
la maliziosa pera galleggiante.
La gelatinosa materia si contrae.
Si riduce il mare
oltre i margini
dell’arbitrio.
Agonizza il mare
sopra asciutte terre.
Carcasse di navi
ardono al sole
milioni di arche da diporto.
E questo lupo di mare
con figlie incestuose
è prosciugato sul punto di salpare.
***
da: Nugae delle quattro stagioni, Pungitopo, 1985
REMIGANDO DISPIEGANO
Remigando dispiegano
le pagine latine al vento
e perché le insegne
s’incidano di brama e furia
vanno coniugando
la sensitiva marea di rughe
e come se la città specchio
fosse di panni rumorosi
tengono una linea ambigua
nell’ambiguità dello Stretto.
***
LO SFREGIO SULLA SABBIA
Lo sfregio sulla sabbia
lo scheletro del pesce
sul piatto della memoria
le membrane e le palme
del convitato squamoso
che si impinza di sale
tutto dobbiamo alla vostra
connivenza paterni lari
anche la collina furente
incinta d’un temporale
che scarica fulmini sul tridente.
***
LE SIRENE INSAZIABILI
Le sirene insaziabili
che sbucciano scirocchi
nelle faglie
gettano ancore d’azzardo
seminando trappole sul mare
tutto un arsenale di riti e di misture
di mediterranee inadempienze
poi all’improvviso forzano
contro la nostra barca
con colpi di rostro ben dosati.
***
da Sexantropus
e altre poesie preistoriche,
Milano, 1976
CITTA’ TRA LE SPUME
Donne a passeggio
nascondono tra le ciglia
martirio e sole
son tentate dal mare
scendono in acqua nude
si esorcizzano col sale.
Vele si gonfiano al ghigno
d’un villoso tritone
le squarcia il pescespada
nella lotta selvaggia
spumeggiando.
Non era Morgana
il miraggio.
E quando illividsce
sugli scogli
la cattedrale di marea
recide i seni
a queste figlie
che hanno il viso colore
del mio dialetto pigro.
***