di Ilaria Grasso
Cos’è la miseria? Ragliani in questi versi asciutti e densi ci fa comprendere il nucleo della condizione della miseria che tormenta molti esseri umani. Non escludo sofferenza anche in altri esseri viventi. Se strappassimo le foglie a un albero o togliessimo l’acqua ai pesci rossi non escludo essi non possano provare la sensazione di indigenza o di sciagura o di debolezza. Suppongo che il termine “ablativo” sia usato nel senso di “togliere”. In effetti cosa c’è di più crudele nel non dare e nel non donarsi? Non è importante a chi si dona e perché si dona dato che ogni individuo ha bisogni propri. La più grande ricchezza che al mondo possiamo donare è l’amore. L’amore è essenzialmente attenzione, empatia, dedizione, cura, protezione. Quando amiamo qualcuno non vogliamo assolutamente che a quella persona non accada nulla. Una delle espressioni più usate per dimostrare l’amore è dire che si “ricopre” l’altra persona d’affetto o attenzione. L’assenza di affetto ci fa sentire non solo vuoti ma anche più esposti alle intemperie della vita. In ragione di ciò l’affetto agisce come una coperta che ci preserva dal freddo, quell’orribile sensazione che abbiamo quando ci sentiamo soli o quando ci sentiamo indeboliti da una malattia o dalla privazione della nostra dignità.
-Miseria
il processo
ablativo
è il freddo
che rimane.