William Blake – “La Tigre” – “Un sogno” #poetiepoesie

 

Per #poetiepoesie, alcuni versi di William Blake (Londra, 28 novembre 1757 –Londra, 12 agosto 1827),  poeta, incisore e pittore inglese.

 

La Tigre

Tigre! Tigre! Divampante fulgore 

nelle foreste della notte 

Quale fu l’immortale mano o l’occhio 

Ch’ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria? 

In quali abissi o in quali cieli 

Accese il fuoco dei tuoi occhi? 

Sopra quali ali osa slanciarsi? 

E quale mano afferra il fuoco? 

Quali spalle, quale arte 

Poté torcerti i tendini del cuore? 

E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito, 

Quale tremenda mano? Quale tremendo piede? 

Quale mazza e quale catena? 

Il tuo cervello fu in quale fornace? 

E quale incudine? Quale morsa robusta 

osò serrarne i terrori funesti? 

Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra 

e il paradiso empivano di pianti? 

Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro, 

Chi l’Agnello creò, creò anche te? 

Tigre! Tigre! Divampante fulgore 

Nelle foreste della notte, 

Quale mano, quale immortale spia 

Osa formare la tua agghiacciante simmetria? 

[Traduzione di Giuseppe Ungaretti]

***

Un sogno

Formò un sogno una visione 

sul mio letto ben guardato 

che sul prato ove giacevo 

s’era perso un Formicone.

Derelitto e senza lume,

triste e affranto per l’andare

fra gli steli aggrovigliati,

accorato si parlò:

“Miei piccini! Piangeranno?

Babbo udranno singhiozzare?

Guardan fuori per vedermi,

poi rientrano, e mi piangono”.

Mi commossi, e piansi anch’io;

ma una lucciola lì presso

replicò: “Chi geme e invoca

i guairdiani della notte?

Alla luce penso io,

alla ronda il maggiolino;

segui presto il suo ronzio,

vagabondo, e dritto a casa”.

***

In copertina: William Blake by Thomas Phillips © National Portrait Gallery, London

(martacutugno)

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