Parafrasando Balzac, io cerco dei segni ma di che cosa? Qual è l’oggetto della mia lettura? È il mio futuro che cerco di leggere decifrando con un procedimento affine alla paleografia o alla mantica. Resto sospeso alla domanda di cui aspetto la risposta nel volto dell’altro:
che cosa valgo io?
L’InVerso fotografico di oggi prende spunto dal cuore storto di Auden e dalle immagini di Rene Burri, celebre per i ritratti di personaggi famosi ma da me amato per la rappresentazione dell’uomo comune e dell’architettura, gioco di corpi sotto il sole.
“La fotografia è un momento – diceva Burri in un’intervista al Guardian – quando premi il bottone non si può tornare più indietro”
Cosi scatti e il destino si compie. “Vagamente la vita cola via – annota Wystan Hugh Auden – ma tutti gli orologi di città si misero a vibrare e tu amerai il prossimo tuo storto con il tuo storto cuore”.
Una sera che ero uscito a spasso
Una sera che ero uscito a spasso,
a spasso in Bristol Street,
sul lastrico le folle erano campi
di grano pronto per la mietitura.
E lungo il fiume in piena
udii un innamorato che cantava
sotto un’arcata della ferrovia:
“l’amore non ha fine”.
“Io ti amerò, mio caro, ti amerò
finché la Cina e l’Africa s’incontrino
e il fiume schizzi sopra la montagna
e per la strada cantino i salmoni”.
“Io ti amerò finché l’oceano sia
ripiegato e steso ad asciugare
e vadano la sette stelle urlando
come oche in giro per il cielo”.
“Come conigli correvano gli anni
perché io tengo stretto fra le braccia
il Fiore delle Età
e il primo amore al mondo”.
Ma tutti gli orologi di città
si misero a vibrare e rintoccare:
“Oh, non lasciarti illudere dal Tempo,
non puoi vincere il Tempo”.
“Nelle tane dell’Incubo,
dove Giustizia è nuda,
dall’ombra il Tempo vigila
e tossisce se ha voglia di baciare”.
“Tra emicranie e in ansia
vagamente la vita cola via
e il Tempo avrà vinto la partita
domani o ancora oggi”.
“In molte verdi valli
si accumula la neve spaventosa;
il Tempo spezza le danze intrecciate
e dell’atleta lo stupendo tuffo”.
“Oh, immergi nell’acqua le tue mani,
giù fino al polso immergile
e guarda, guarda bene nel catino
e chiediti che cosa hai perduto”.
“Nella credenza scricchiola il ghiacciaio,
il deserto sospira dentro il letto
e nella tazza la crepa dischiude
un sentiero alla terra dei defunti”.
“Dove i barboni vincono bei soldi
e il Gigante fa le moine a Jack
e l’Angioletto è un nuovo Sacripante
e Jill finisce giù lunga distesa”.
“Oh, guarda, guarda bene nello specchio,
guarda nella tua ambascia;
la vita è ancora una benedizione
anche se benedire tu non puoi”.
“Oh, rimani, rimani alla finestra
mentre bruciano e sgorgano le lacrime;
tu amerai il prossimo tuo storto
con il tuo storto cuore”.
Era tardi, già tardi quella sera,
loro, gli amanti, se ne erano andati;
tutti i rintocchi erano cessati
e il gran fiume correva come sempre.
Wystan Hugh Auden
Biografia
Nato a York, in Inghilterra, il 21 febbraio 1907, vissuto per tre decenni in America, morto in Austria, a Kirchstetten, il 29 settembre 1973, Wystan Hugh Auden è stato uno dei grandi poeti di metà Novecento.
Auden esordì negli anni Trenta come scrittore impegnato e di sinistra, come ironico e sarcastico demistificatore della cultura borghese e leader letterario di un gruppo di giovani autori studenti a Oxford, tra cui Christopher Isherwood, Cecil Day Lewis, Louis MacNeice, Stephen Spender.
Prenderà la cittadinanza americana nel 1946 e diventerà uno scrittore ammirato nell’ambiente newyorkese, esercitando una notevole influenza su poeti più giovani come John Ashbery. Negli anni inglesi aveva conosciuto T.S. Eliot (che lo pubblicò per la prima volta sulla sua rivista «Criterion») e fu amico di E.M. Forster. Negli anni americani fu in contatto fra l’altro con intellettuali e scrittori tedeschi come Klaus Mann, Erich Heller e Hannah Arendt. Per la sua cultura ebbero una fondamentale importanza sia la filosofia e la critica sociale (Marx e Freud all’inizio, poi Kierkegaard e Simone Weil), sia il teatro (Shakespeare, Ibsen) e il teatro musicale (Mozart, Verdi).
Tra i suoi libri di poesia più importanti e noti, Un altro tempo (1940), L’età dell’ansia (1947), e la breve raccolta postuma Grazie, nebbia (1974). Assai rilevante è la sua attività di saggista, documentata soprattutto nel volume La mano del tintore (1962).
Bibliografia italiana di Wystan Hugh Auden
Lo scudo di Perseo, Adelphi, 2000
La mano del tintore, Adelphi, 1999
Grazie nebbia, TEA, 1998
Un altro tempo, Adelphi, 1997
Shorts, Adelphi, 1995
Gli irati flutti, Fazi, 1995
La verità, vi prego, sull’amore, Adelphi, 1994
Lettere dall’Islanda, Archinto, 1993
Il mare e lo specchio, SE, 1995
Viaggio in una guerra, SE, 1993
Horae canonicae, SE, 1986
René Burri
René Burri (Zurigo, 9 aprile 1933 – Zurigo, 20 ottobre 2014) è stato un fotografo svizzero. Nel 1959 diventò membro Magnum. Pubblica il suo lavoro sulla Germania a cura di Robert Delpire e con l’introduzione di Jean Boudrillard. Realizza sempre negli anni sessanta altri importanti repotage. Sono da ricordare infatti quello del 1963 su Picasso e successivamente quelli su Giacometti e Le Corbusier. Sempre nel 1963 realizza il ritratto di Fidel Castro e di Che Guevara. Nella seconda metà degli anni sessanta e negli anni settanta lavorò in Egitto, Israele, Vietnam e Beirut. Nel 1982 diventa presidente della Magnum Photos. Nel 1991 venne nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dallo Stato Francese e nel 2004 venne realizzata una grande retrospettiva che nel 2005 è arrivata anche in Italia.
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