Ci sono libri che contengono sottotraccia filamenti che collegano tra loro le varie “fasi” in cui il testo stesso è composto : la abusata frase “dove scorre in filigrana”. Il lavoro della Fiorentin contiene dei collanti particolari, i colori, le date e soprattutto una onestà di scrittura che può soltanto fare bene agli amanti della poesia. Gli alfabeti intatti (Arcipelago Itaca Edizioni 2017) è un libro ben organizzato con una prefazione dell’ottimo Paolo Lago che coglie il senso profondo dell’intera struttura. I versi della Fiorentin puntellano sentimenti, sociale e metapoesia, senza mai scadere nel superficiale o auto(com)piacendosi. Da un certo punto di vista questi alfabeti intatti sono quelli riservati ad una verginità della parola per la sua purezza magica, nello stesso attimo in cui cozzano e raccontano una realtà disordinata e dolorosa.
Come si sta fuggiti
dall’egro affare dei commerci
sulla scia di Plutone
le lettere diventano codici a barre, quotazioni.
Io sulle panchine tra le tombe e le ombre,
o nel buio fuori dallo spettacolo,
ascolto un testo maestoso, spira tra le spine,
mentre il copione dice il copione.
Poi nella stanza tocco alfabeti intatti e mi sento viva.
Gennaio 2016
Certe poesie hanno sottofondi
ad alto volume
Martelli pneumatici
cigolii, catene al collo
Tende il muscolo la nostra colonia penale
una litania si leva a lamento, ma stride come la sua macchina
No del mio respiro a questa macchina
Sono i tacchi del padrone
(va a caccia)
sono i conigli che tremano, sono i lavori operai
Tornano,
nella matita del poeta, tornano.
Un pensiero su “FLASHES E DEDICHE – 70 – GLI ALFABETI DELLA FIORENTIN”