FLASHES E DEDICHE – 38 – L’ARTE POETICA DI ANDREA GIAMPIETRO

Ho conosciuto Andrea Giampietro ormai molti anni fa, ai tempi in cui mi occupavo di poesia per il Foglio Letterario e seguii la pubblgiampi2icazione di un suo delizioso libro “Di notte a luna spenta”.  Di quel libro come di altri della collana Plaquette, non resta quasi più traccia causa decisioni discutibili dell’editore. Giampietro invece è rimasto. Un autore atemporale. Viene da chiedersi se è un dannunziano ogm, un prezioso manutentore della lirica, uno studioso preparato. Giampietro è tutte queste cose e se il linguaggio evolve, lui conserva tracce nei suoi scritti di ogni memoria poetica. Last but not least Giampietro è un traduttore notevolissimo, un Wilde e un Mallarmè  di alto livello e qualcosa di nuovo in arrivo entro poco tempo. Oggi vi propongo un breve inedito, una sorta di manifesto di pensiero, tratto da una ampia raccolta che spero trovi una giusta collocazione al più presto.

 

ARTE POETICA

 

È tutta questione d’accenti,
di ritmi, di sillabe e rime,
placate i romantici intenti
e fate affilare le lime.

Che vibri la pura emozione,
che sia modulato il tormento
ma scritto nel buon italiano,
nel metro più affabile al canto.

Tornate a riempire i diari,
indotti sapienti e massaie,
non restano mai negli annuari
le blaterazioni più gaie.

Son pianti, sudori d’inchiostro
che noi riponiamo su carta:
la luce di sera nel chiostro
ci nutre di vago e d’incerto

e sopra il sudario del foglio
la stanca preghiera annotiamo,
di nuove parole un rigoglio
ci fa trepidare la mano.

E voi che vorreste l ’allorogiampi3
grondante di verde sul crine,
sentitevi degni a indossare
un semplice serto di spine.

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