Santina Lazzara

a cura di Cinzia Accetta

Santina Lazzara, Caltagirone 19/03/78, è Assistente Sociale-Musicoterapista; dal 2013 presente in diverse antologie curate dalla Casa Editrice Pagine e dall’Aletti Editori; La sua prima autoproduzione “io vivo Là” risale a Dicembre 2012 (recensione di Rita Caramma su LA SICILIA e di Barbarbara Pregnolato su Radio Alex). Co-fondatore del gruppo sicilia.punto.poesia, i suoi testi spaziano dall’impegno sociale al sentimentale, prediligendo il Sound Spoken Poetry.

www.siousy.blogspot.it

Testi

Avanzi

Attingo dagli avanzi
briciole di identità
scartando errori/orrori
in rime ribattute
come asfalti di cemento
logorato.
Volti senza un nome
nomi senza un volto
sintassi di svariati amori/
rumori/umori prosciugati.
Pozzi senza fondo
senza ritornelli di
ritorno a questa sete
che rimane/permane
incide e sfalda
piano piano
len-ta-men-te
ogni senso o vocazione.

Resto a calpestare aria fresca
con l’inganno
che il rattoppo di ogni verso
diverso e il suo contrario
conduca al punto definito
al cerchio chiuso
compiuto,
apparecchiato.

***

pneuma

anche le parole
prendono vita
dalla caduta verticale
sul foglio bianco
della madre
e si perdono
nelle ombre dei cortili
e vanno a scriversi
altrove…

sui muri
e sui tralicci
sui binari
e in fondo a un pozzo
o dove il mare ricomincia
la sua corsa
e s’arresta – SENZA-
nella disparità
di questo giorno.
Istantanee riflesse
dietro agl’occhi
di una bellezza
che non t’appartiene
e dipende da come mi guardi

  • da come ti guardi-

Ma io non voglio esser vista
per amare in una altro modo
magari quando ti scrivo
di un’emozione andata di traverso.
Anche il caffè
(con questa luce)
oggi ha un sapore di-verso…


Io c’ero

al mercato delle tue ( mie) bugie
non trovo risposte all’altezza
del vuoto che lasci

in questo cortile
dove sola mi metto a giocare
a nascondino con l’amore
riscopro “essermi” solo
entro i confini della mia pelle.

non odo le tue mani
scivolarmi addosso
s’impigliano sulla cerniera
del cuore

portando via lembi di memoria

PERCHE’ IO C’ERO

in quei giorni di pioggia
ma non ricordo più il tuo nome
e non rivedrò il tuo volto
ancora.


torno dopo…

Vado a vivere
torno dopo…
con qualche sogno in meno
(notti insonni in frenesia)
infranto da un cane che
solo squarcia
la notte muta
dentro a un mondo
fuori dal mondo
senza cerniere lampo
e in un lampo svanisce
a poco
a poco
via
anche le buste della spesa
vuote
di un vuoto che rimane
e quel poco che rimane
a poco
a poco
dopo torna
ed io con lui
ed io con un po’ più
di me


specchi

il pregiudizio di questo mare
– che solo abbaia alla riva-
rimette quei sogni scontati
in un barattolo di sale
uno scaffale stracolmo
di un desiderio che ti somiglia
m’impone un muro senza specchi…

nessuno specchio
a scivolarmi addosso l’orgoglio
nessuno specchio
al precipitare del buio
dove guardare meglio
l’ombra che fa ombra ad un contorno
ad un necessario punto di vista
senza saldi o remissioni
ed usuraia
la luna
chiede pegno
alla notte


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