Silvia Rega

a cura di Adriana La Volpe

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p style=”text-align:justify;”>Silvia Rega (Napoli 1917-1978) intellettuale e poeta napoletana del secolo appena trascorso, si laurea in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Napoli. Appare citata nel libro di Ermanno Rea “Mistero napoletano” tra i componenti del Teatro Sperimentale del 1940. Purtroppo ben poco è noto della sua vita ed opere. 
La sua raccolta di liriche ‘Insonnia‘ con la prefazione di Giuseppe Villaroel, edito da Laterza nel 1963, viene accolto con una critica molto positiva da Eugenio Montale.

Testi

RICORDO

Come sorgendo dall’acqua
Ritorna il tuo viso.
Sale lento, non evocato –
Dal moto d’onda
Un poco sfigurato

*

IL BECCHINO HA COMPRATO UNA MELA

Il becchino ha comprato una mela
Con rapido gesto
L’ha pulita sull’abito nero.

*

TORNEREMO ALLO STESSO CROGIUOLO

Effimere parvenze terrestri
Miei simili che non conosco
Torneremo allo stesso crogiuolo
“Buoni” e “cattivi”
Malati e sani
Carnefici e vittime
Torneremo alla grande madre inerte
Saremo terra, pioggia, fuoco, vento.
La nostra bellezza sorriderà nelle limpide acque
La nostra ira griderà nel grigio del vento
Il nostro dolore piangerà come pioggia
Ma l’amore illuminerà ancora la notte.
O grande madre inerte
O terra che mi generasti
Tu ci attendi –
Verremo.

*

Io so che tu devi presto partire.
Mi meraviglio di sentirti parlare
Delle solite futili cose.
Ma come ti potresti preparare
A quell’assurdo viaggio?
Come potrò prepararmi io?

*

Come si può parlare
Di un paese che non si conosce
Dove non c’è nulla da fare
Nulla da mangiare né da bere
Nulla da vendere o da comperare
Le uniche cose che sappiamo fare
In questo paese.

Forse se sapessimo fare altre cose
(Ma quali cose?) potremmo sperare
Di continuarle lì.

Forse cantare sappiamo e ballare
E ridere e piangere anche.
Forse talvolta sappiamo
Essere felici – e chi sa che
Questo sia meno difficile da continuare.
Se un poco sapemmo anche soffrire
Questo ci sarà utile, forse, ma
Spero non troppo. Saper piangere
Certo è importante.
Ma c’è talvolta un trucco dietro ogni lacrima
Qualcosa di ipocrita, di spaventevole.
Dopo il pianto accadono strane cose.

Ridere, piangere… sappiamo fare altro ancora.
Io credo che c’è qualcuno
Che sa fare altro ancora.
Vorrei me lo insegnasse, vorrei conoscere quelli
Che avevano imparato un lavoro
Da continuare.

1961

*

L’onda senza tregua
Accarezza la spiaggia
Ne lecca le ferite
Come il tempo lenisce i dolori.

1962

***

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