Gabriele Frasca

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Gabriele Frasca (Napoli, 1957) è uno scrittore, saggista e traduttore italiano. Ha lavorato presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e attualmente insegna Letterature Comparate nell’Università degli Studi di Salerno, presso la facoltà di Scienze della Comunicazione. Ha collaborato con Radio RAI e tra il 1991 e il 1993 è stato regista, autore e conduttore di Diretta Audiobox su RadioUno. Nel 1984 ha pubblicato “Rame”, la sua prima silloge poetica, per la casa editrice Corpo 10 di Milano. Una nuova edizione di questo lavoro è uscita nel 1999 per l’editore Zona di Genova, mentre altre due raccolte di poesie – “Lime” e “Rive” – sono state pubblicate da Einaudi di Torino rispettivamente nel 1995 e nel 2001[1]. Nel 2007 ha pubblicato “Prime” per Luca Sossella editore che ha vinto il Premio Napoli nel 2008. Ha scritto le “cinque tragedie seguite da due radiocomiche” raccolte nel volume “Tele”, edito nel 1998, e due opere di narrativa: “Il fermo volere”, pubblicato negli anni ottanta da Corpo 10 e più recentemente dalle Edizioni d’if di Napoli, col CD audio “Merrie Melodies” di Steven Brown e dello stesso Frasca, e “Santa Mira”, uscito per Cronopio. Ha fondato i gruppi poetico-musicaliAsilo Poetico e i ResiDante e ha collaborato a più riprese con musicisti come Steven Brown e Roberto Paci Dalò (che, come regista, ha firmato diversi spettacoli teatrali su testi di Frasca). Per la casa editrice Fanucci di Roma ha tradotto nel 1993 il romanzo di Philip K. Dick “Un oscuro scrutare (A Scanner Darkly)” e ancora per Einaudi “Watt” (1998), “Le poesie” (1999) e “Murphy”(2003), tre opere di Samuel Beckett. Nel 2008 ha curato per il Napoli Teatro Festival il ciclo di spettacoli L’Assedio delle Ceneri a partire da prediche di Giacomo Lubrano interpretate da vari attori e poeti, per la regia di Roberto Paci Dalò. Dal febbraio del 2008 al marzo del 2010 ha pubblicato a fascicoli, solo per i sottoscrittori, il romanzo Dai cancelli d’acciaio (che è poi stato pubblicato in volume da Luca Sossella Editore nel 2011). Il romanzo, accolto dalla critica come una delle opere di narrativa più importanti degli ultimi anni, con recensioni molto positive a firma di Daniele Giglioli su “Alias”, Cecilia Bello su “Alfabeta2”, Andrea Cortellessa su “La Stampa” e “Il Corriere della Sera” (disponibili in pdf sul sito dell’editore Sossella), ha ottenuto il primo posto nella Classifica di qualità del Premio Pordenonelegge-Dedalus (cfr. www.pordenonelegge.it). Dal 2012 Gabriele Frasca è presidente del Premio Napoli.

Poesia
• Rame (1984; Genova, Zona, 1999)
• Lime (Torino, Einaudi, 1995)
• Rive (Torino, Einaudi, 2001)
• Prime. Poesie scelte 1977-2007 (Roma, Luca Sossella Editore,2007)
• Quevedo, ovvero Perchè è più freddo della morte amore (Napoli, Edizioni d’If, 2009)
• Rimi (Torino, Einaudi, 2013)

Racconti e romanzi
• Il fermo volere (1987), poi riedito (Napoli, Edizioni d’If, 2004).
• Santa Mira (2001).
• Santa Mira riedito con un cd allegato di musiche originali dei ResiDante nella collana “Fuori Formato” (Firenze, Le Lettere, 2006).
• Dai cancelli d’acciaio (Roma, Luca Sossella Editore, 2011)

Saggi
• Cascando. Tre studi su Samuel Beckett (Napoli, Liguori, 1988).
• La furia della sintassi. La sestina in Italia (Napoli, Bibliopolis, 1992).
• La scimmia di Dio: l’emozione della guerra mediale (Genova, Costa&Nolan, 1996).
• La lettera che muore. La “letteratura” nel reticolo mediale (Roma, Meltemi, 2005).
• L’oscuro scrutare di Philip K. Dick (Roma, Meltemi, 2007).
• Per finire ancora. Studi per il centenario di Samuel Beckett (con CD audio), a cura di Gabriele Frasca, Pisa, Pacini, 2007.
• Nero chiaro: lo spazio beckettiano e le messe in scena di Giancarlo Cauteruccio, a cura di Gabriele Frasca, Alfonso Amendola, Antonio Iannotta, Editoria & Spettacolo, 2010
• Un quanto di erotìa. Gadda con Freud e Schrödinger (Napoli, Edizioni d’If, 2012).
• Joyicity (Napoli, Edizioni d’If, 2012).

Testi

e giunge infine il tempo
di chiedere tempo ancora
non troppo ancora
per ora
non tutto il tempo che serve
per compiere a pieno lo scempio
che liquida queste conserve
ma solo quel poco
quel niente che basta
a un varco che brilli più fioco
nell’ultima luce rimasta

(da “Rive” Einaudi, 2001)

*

se la testa raccolgo nei racconti
mi disse una figura senza forma
con le mani convulse a fare i conti
è perché do di calco dentro l’orma
di ciò che senso ha solo nei raffronti
e intreccia le sue corna con la norma
e nel noto ritorna con gli sconti
perché io so che quanto è stato detto
va ribadito, affinché sia perfetto
e che la vostra muta intelligenza
della quale son filtro e quintessenza
sonnecchia mezza viva coi dumas

(da “Rive” Einaudi, 2001)

***

Ciò che hanno fatto di me le vecchie parole,
Spiccare il sole via dal midollo dell’osso
Come s’essicca un frutto del proprio liquore,
Spargere il senso assoluto d’un sasso
Al debole grido che ha scosso
Questo ordigno di sensi che è tutto un motore
Muto e cocciuto in attesa d’un suono;
Dove m’hanno condotto col loro fracasso,
Lavorando d’intarsio lungo l’abbandono
Che ho visto crescere mentre affrettavo il passo
Per tener dietro a chi restò lontano,
Ma sempre con l’eco del tuono
Per dettare nel buio che resta qui in basso
L’ombra che s’allucina il cielo al lampo;
Ciò che hanno fatto di me malgrado sapessi
Che con gli echi dispersi si forgia lo stampo
Che mantiene compatto fra sessi e decessi
Almeno un fine alla miccia del tempo,
Sebbene non resti mai scampo
Alla lenta erosione che intacca gli stessi
Semplici lacci che annodano il senso;
Dove m’hanno condotto malgrado lo scempio
Che fecero di me quando col loro incenso
Affumicarono l’unico vuoto tempio
Dove, dimesso il verbo, si fa a stento
La carne che chiede il suo censo,
Non c’è verso nemmeno per trarne un esempio
Di provare a ripeterlo in un verso.
Eppure quanta giusta inconsistenza resta
Mentre la testa impasta da ciò che s’è perso
Quel tanto di sostanza come cartapesta.
Vi si tenne la vita in quel rimorso
Andarsene via di traverso
Alla vegeta morte che ancora protesta
S’aprì una ferita che duole,
Cui non rimane chi rimi in soccorso,
Dove m’hanno condotto le vecchie parole.

Inedito per Carteggi Letterari

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