Antonio Alleva

a cura di Nino Iacovella

Antonio Alleva è nato e vive a Nocella di Campli (TE). Ha pubblicato Le farfalle di Bartleby (Tracce 1998, Carnaiore Proposta 1999), Reportages dal villaggio in 7 poeti del Premio Montale 2000 (Crocetti 2001) e La tana e il microfono (Joker 2006). Presente in antologie, riviste, volumi collettivi, tra cui Ombre come casa salda. Il purgatario letta dai poeti Canti I-IX (II Ponte del Sale 2009). II suo nuovo libro, Ultime corrispondenze dal villaggio, e in corso di preparazione.

Testi

Da Le farfalle di Bartleby (Tracce 1998)

ALEXIS

Dalla mia brughiera senza un’anima viva

mamma,

mi godo il silenzio i vetri chiusi la distanza
e ti cerco i capelli:
ho sempre il cuore rigato da quelle parole
(ancora un giorno chiusa in casa da sola)
da gente e visioni zeppe di punteruoli:

ho voglia di dare inaudite carezze
___(ti cerco di nuovo i capelli)
metto su una musica di pianoforti e tabular bells:

intanto ti mando Alexis, il mio primo figlio
insieme al resto del racconto lancinante di giostre e bandoneon.

Perdonami mamma, ma io sono morto per il giorno.


CIAO, PAPA’

No no, perché questa commozione?
ammira piuttosto il movimento della lacrima:

sotto una girandola di calmissimi fiocchi
sotto l’anglosassone eleganza dei bianchissimi tigli

                       lungo la guancia sulla foglia
__________quindi su tre fili d’erba, stillando
___facendoli ondulare poi la inghiotte il manto bianco.

Sorridi dalla radice a quel lieve sussulto.


Da 4 poeti abruzzesi (Edizioni Orizzonti Meridionali 2004)

GUARDA QUESTE MANI, IL NOSTRO BEL FOXTROT

guarda queste mani
come si estenuano per tenersi in forma, per salvarsi
per

continuare a ballare solo con la carta il nostro bel foxtrot

e come ripuntano la tana con le più sofisticate tecniche del
ripiegamento
solo unatantum il guizzo,   il moto da cobra il grido
solo unatantum il morso sul collo,
sul collo del nostro ottuso nemico

e guardale adesso di nuovo piene di sangue e di tagli
come si estenuano nel disperante tentativo di risottrarsi

di risottrarsi
di risottrarsi

all’ennesima caduta, all’ottuso peso di tutti questi massi.


Da La tana e iI microfono (Joker 2006)

L’angelo soffiatore

Sulla giungla e sull’erba alta sulle allure
_______________chi
chi riesce a farla inchinare per chilometri
_________________________________cosi
_________________________________all’unisono?
tra le liane e sui bagnasciuga del Pacifico
il dio il dio del silenzio
la plastica fissità dell’attimo che fugge

ché qui tra un attimo sarà artiglieria e inferno.

Tu ricordati sempre gli uccelli del paradiso
la luce, la luce a dardi tra il fitto delle mangrovie
e il frusciare degli anfibi e le nuche
e la paura, la fottuta paura del sospeso,
__________del sibilo.

Tu ricordati sempre di Weat, I’angelo soffiatore
che ancora va urlando poggiando la guancia
_________________________________le labbra
____sullo specchio mormorante dell’acqua
_sul sangue dei corpi e io, io che lo sorreggo
_quando sbarella e s’inginocchia piangendo:

<<oh si dio, dio della pioggia e dei proiettili
inzuppami i lunghi biondi capelli lavami scioglimi
e lavami e lavami la faccia in eterno>>.


Canzone per il mio micio che muore 

Putrocinano "Viagens Interditas "
 e "Miradouro de Santa Catarina ".
 Da Ainda dei Madredeus.

Come in un replay al ralenti come
il gaio, la gioia spassionata degli umani
quando ridono in certi vecchi video di matrimonio 

ecco la zampetta ecco l’unghietta, ecco
________________________________________il dorso della mano

ecco la lingua tra le nocche i morsetti sul metacarpo

ed ecco il mio polpastrello sul panno lenci
_____________________________della pappagorgia:

no no fottetevi, stavolta non mi fregate certo che no
stavolta niente inaudito dolore prima per la perdita

_______________poi per l’assenza

e già partono i flash Sulla cesta vuota
nella penombra del pomeriggio
sotto lo specchio lungo il corridoio

stavolta fottetevi, niente trapani sicari del più
fottuto, fottuto sentimento degli umani

_______<<vieni,
vieni in braccio dolcissimo micio>>

e poi gli ho bisbigliato all’orecchio che stavolta
non ci fregano,
_____________certo che no

che stavolta
_____________fottetevi non mi separo.


Poesia del filo d’erba

far sparire l’io narrante in un filo d’erba
era questo il mio sogno da sempre.
Essere un simbolo ardente uno e trino essere un

monumento vivente di quanto fosse stata dura,
e impari quel minimo.

Per un pezzo fermato dalla terra,
ficcato nella costola di questa ex collina,
e per il resto a provare davvero la vera estasi

per il resto ondulare danzare al gioco delle correnti
___________essere armonia essere

levità

o essere bersaglio al gioco delle correnti,
senza nessun tutor, e senza nessuna pietà.

Essere brevità

l’ultimo esile esempio di come tutta quella forza assurda
fosse intrecciata così male a tutta quella assurda

fragilità.

***

Da L’ormo /ieve (Le Voci dela Luna 2011)

CICCIO E ZIA MARIA

qual e il senso dell’ultimo rantolo?
e il mio che li chiamavo forte tra la nebbia

Ciccio, zia Maria
un gatto e una zia
misteriosamente uniti da un tenero unisono

oh San Gabriele che li guardavi dalla tua piccolo palla di neve
qual e il senso delle creature ammalate umiliate ferite
quale della gravita che le schiaccia
come fosse iI piano della terra l’immensa croce
dove ci piantano ogni giorno senza chiodi nè legno

e io che prima di quell’ultimo rantolo
gli fissavo l’urlo verso la luce e I’angelo
gli fissavo le pupille ritentare l’aggancio
a qualunque_______________a qualunque cosa gli si muovesse intorno

_________e i loro palmi mi facevano vibrare iI palmo

frugando ancora e ancora

__________________________<<ancora per favore    un goccio d’aria>>

***

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