Art House Gallery : la dimora d’Arte di Stello Quartarone

di Marta Cutugno

Messina. Uno spazio che pullula di vita, manifestazione di un estro artistico che tutto vuole contaminare. Siamo nella Art House Gallery dell’artista messinese Stello Quartarone sita in via Grattoni 39 a Messina, sua abitazione privata, elevata a luogo d’Arte e di esplosiva espressione. Prima di entrare, la ricerca di un campanello lascia scoprire sulla parete un’insolita carta d’identità su cui sta scritto via col Vento Bis, stato civile Esploratore, professione Artista in prova. Dall’esterno sembrerebbe trattarsi di un classico appartamento in un comune palazzo ma non è così. L’ingresso, che è interamente dedicato alla donna, non anticipa e non smentisce il genio creativo di Quartarone ed apre le porte ai molti significati nascosti in ogni piccolo angolo della casa museo, racconto di visioni sospese e colorate. Lo spioncino del portone montato verso l’esterno vuole probabilmente ricordarci di conservare perennemente quel necessario sguardo al mondo che ci aspetta là fuori. In quel corridoio, limbo e culla materna, il visitatore si prepara a lasciarsi letteralmente investire da un’energia incontrollabile. Niente si sottrae alla creatività incessante del Quartarone: le pareti, il soffitto, il pavimento, le porte, i mobili e persino la biancheria per la casa. 

“Cosa farò non lo so. Posso solo sognarlo”. E sembra sciogliersi nella dimensione del sogno l’esplorazione di quello spazio di forme, di colori e di suoni. È un percorso in cui le installazioni fisse sugli elementi divisori degli ambienti e sugli elementi di arredo si mescolano a piccoli e grandi lavori su tela o su tavola e ad oggetti artistici di significato. Numerosi punti luce alimentano ed esaltano quest’enorme opera d’arte in metri quadri in cui è impossibile immergersi senza non subirne il fascino. La sensazione è quella di passeggiare all’interno di una grande tela dipinta in rilievo e di farne irrimediabilmente parte. Monete, sfere, sabbia del deserto e l’uso dei materiali più disparati, dalla carta al metallo, dal legno al cristallo, e tutto con straordinaria inventiva ed una importante vocazione al riciclo. Quartarone è in grado, infatti, non solo di trasformare un qualsiasi pezzo di scarto in un oggetto unico e rivisitato ma di mimetizzarlo, stravolgendone impieghi e funzioni. Ogni elemento concorre all’incessante ricerca di espressione del Bello.

“È bello ciò che nasce dalla necessità interiore”

L’artista mette in costante interazione elementi ed ambienti e, talvolta, ne sottolinea i contrasti. In cucina, per esempio, il vil denaro che è incassato nel pavimento e calpestato dal visitatore, va in contrapposizione con le vibrazioni positive e benefiche provenienti dall’albero della vita al soffitto, la cui chioma è costituita dall’assemblaggio di 120 bicchieri di cristallo collegati ad un sistema di leve che permette loro di produrre suono. Particolare la presenza, in salone, di una cabina pensatoio che, già sulle pareti esterne, inneggia visibilmente al silenzio e alla meditazione. 

Un estratto dalla chiacchierata con Stello Quartarone durante la nostra visita alla Art House Gallery di via Grattone: “La trasformazione in ArtHouse ha avuto inizio a partire dal febbraio 1999 e non si è ancora conclusa. Non a caso, “work in progress” fu lo slogan della prima inaugurazione avvenuta nel 2004 e da allora i miei lavori sono in continua evoluzione con sempre nuovi elementi da aggiungere. Dal 2004 ad oggi credo di poter contare più di 3000 visitatori giunti da ogni parte della Sicilia. Niente di premeditato. In modo del tutto naturale, ho sentito di dover riprodurre cieli pieni di fiori, terre sperdute nel cosmo, giardini e partiture, con la presenza di circa 180 punti luce distribuiti in tutta la casa e molti elementi mobili e sensibili agli spostamenti d’aria. Ad ispirarmi anche il pensiero hegeliano in riferimento alla Fenomenologia dello Spirito. La mia Arte vuole essere benevola provocazione, che racconti non una ma tante storie e che, rinnovandosi, crei scompiglio per stimolare il dialogo ed il confronto. Il riscontro non è sempre certo o positivo ma la mia limpidezza e la mia libertà vengono prima di ogni cosa. Esiste una certa infedeltà alla natura e alla perfezione. L’Arte non può essere fedele, perderebbe di senso. Il sentimento dell’artista sta anche in questa sua “infedeltà”, un’espressione indipendente che è figlia del suo tempo“.

 

 

 

(foto di Marta Cutugno)

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