di Ilaria Grasso
Hai bisogno ancora del saluto
come questi portici del mare
tu rincorri venti dell’inverno
come attesa luminosa di una voce
Il riconoscimento è la base di ogni comunicazione autentica, sana e reale. Sotto il profilo linguistico ciò avviene attraverso la parola. Nominare le cose vuol dire riconoscere in se e negli altri un quid che esiste sia nella forma concreta che nella forma astratta. Possiamo così attraverso la lente del riconoscimento vedere e comunicare con un codice definito e concordato tra le parti. Faccio un esempio. Se vedo un cartello con su scritto ‘qui i militari non possono passare’ e mi riconosco come militare e mi riconoscono come militare quel luogo e quella realtà saranno a me precluse e il mio mondo sarà di fatto ridotto perché non potrò vedere quella parte di realtà. Il saluto è una delle forme più usate del riconoscimento nella comunicazione umana. Questi bei versi di Catelli nella loro semplicità ci mostrano quando sia necessario il saluto per chi vuole entrare in contatto con qualcuno manifestando apertura nei confronti di un altro essere umano. Il saluto, quando non è sterile formalità, è gioiosa e luminosa epifania di quello scambio necessario per crescere ed evolverci tutti in base ai valori che ci siamo dati.
Da IL VIZIO DEL VUOTO – Marco Saya Edizioni