di Ilaria Grasso
Già Platone aveva definito le prime ore del pomeriggio come «l’ora […] che si dice immota». Nella tradizione dell’Italia meridionale questo lasso di tempo ha un nome: la controra. In quelle ore, d’estate, con il caldo, non si esce di casa e si schiaccia un pisolino accompagnati da un canto di cicale. Tutto è immobile e sembra di vivere sospesi, senza che nulla accada. In questa poesia di Del Re respiriamo perfettamente l’atmosfera della controra. In questi pochi versi ma efficacissimi, ci fa capire che non di tutte le ombre bisogna aver paura perché alcune possono essere persino rigeneranti o metterti al riparo dalle eventuali bruciature della vita.
la pace ombrosa nella controra
rovente in qualche luogo sospeso
tra Bari e il niente
Monopoli, 25 luglio 2013
da IL TEMPO DEL RACCOLTO – SECOP edizioni