Variazioni sul tema dell’ombra nella pittura di Caravaggio (39)

di Daniela Pericone

CROCIFISSIONE DI SANT'ANDREA 1

Caravaggio, Crocifissione di Sant’Andrea, 1607-1610 (Cleveland, Cleveland Museum of Art)

Il dipinto Crocifissione di Sant’Andrea (1607-1610), commissionato a Caravaggio dal vicerè di Napoli e conte di Benavente, Juan Alonso Pimentel de Herrera, rimanda al racconto della vita dell’apostolo (dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine), condannato alla crocifissione dal proconsole di Patrasso, Egea, per le sue predicazioni. Con l’intento di prolungarne il martirio Andrea viene legato, anziché inchiodato, a una croce di forma ortogonale. Quando Egea su pressione del popolo decide di liberarlo, il santo non cede e prega di morire in croce per condividere fino in fondo la sorte di Cristo.

Il prodigio avviene quando l’uomo incaricato di slegarlo rimane bloccato nei movimenti per intervento della forza divina, così che Andrea esala l’ultimo respiro ancora issato sulla croce. Caravaggio fissa il momento tragico e solenne della morte appena giunta, fa insistere la luce senza reticenze sul disfacimento del corpo del vecchio santo, attorniato da soldati e popolo stupefatti. L’uomo sulla scala è ancora contratto nel vano sforzo di sciogliere i nodi, la vecchia popolana dal gozzo pronunciato osserva dal basso con muta curiosità, l’armatura di Egea, raffigurato in primo piano, traluce come il volto e lo sguardo attoniti dinanzi a tale straordinario evento.

La morte invocata, il desiderio della fine, da qualunque ragione o impulso dettato, volge sempre a suscitare sconcerto, incredulità il suo compimento.

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