FLASHES E DEDICHE (a cura di Giulio Maffii) – 4. SANDRO PENNA

FLASHES E DEDICHE

MENO DOGMI PIU’ POESIA PIU’ CARITA’ IN SACRESTIA
UN(A) PENNA AL FAMILY DAY

Mi sto chiedendo, in questi giorni dominati dai dibattiti, se i falsi moralisti plagiati da una superstizione collettiva (detto con rispetto laico) abbiano mai letto Sandro Penna. Adoro quando la sacralità dei corpi e dell’amore si fondono.

Felice chi è diverso essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso essendo egli comune.

Certo Penna non ha mai nascosto niente di sé anche perché non c’era niente da nascondere, dopotutto certa ipocrisia era biasimata anche da Gesù stesso che non amava affatto i sepolcri imbiancati e tantomeno i “tiepidi”.
Il poeta perugino in una poesia giovanile si accosta in qualche modo a questo, mischiando sacro e profano, citando “La vita di Gesù” di E.Renan :

Anche se il vento copre
la primavera, il popolo
canta alla notte.
L’ascolto io dal mio letto. Lascio
“La vita di Gesù”. Ardo a quel canto.

Quindi la morale, la tanto citata morale, una ipocattocrisia che farebbe rodere qualsiasi croce in questo momento storico, viene invece risolta in maniera insolita, semplice ma risoluta :

Il mio fanciullo ha le piume leggere.
Ha la voce sì viva e gentile.
Ha negli occhi le mie primavere
perdute. In lui ricerco amor non vile.
Così ritorna il cuore alle sue piene.
Così l’amore insegna cose vere.
Perdonino gli dèi se non conviene
il sentenziare su piume leggere.

Certo che da Penna non potrei mai scindere Luis Cernuda:

Tu e il mio amore e guardare
il tuo corpo che dorme
all’alba. Così guarda
un dio quel che ha creato

Alzi la propria “penna” chi dice che fa male svegliarsi con un uomo nel letto, il proprio o quello di un altroa. Meno dogmi e più poesia, quindi più piume e penne fuori dagli armadi della sacrestia, meno scheletri dentro le famiglie.

Giulio Maffii

In copertina: Gonzalo Orquín, Sí, quiero (flash mob, lambda print on fuji paper, 2013 – Fonte: gonzalorquin.com).


pennaSandro Penna nasce a Perugia nel 1906, da una famiglia borghese. Compie studi irregolari, diplomandosi infine in ragioneria. Nel 1929 si stabilisce a Roma dove, ad eccezione di un breve periodo a Milano, trascorre tutta la sua esistenza. Conduce una vita sregolata, insofferente ad ogni precetto imposto dalla società. Non avendo un’occupazione stabile vive spesso di espedienti, mestieri saltuari, collaborazioni con giornali e grazie all’ aiuto degli amici.
Pubblica la sua prima raccolta, Poesie, nel 1939, grazie anche all’interessamento da parte di Umberto Saba a cui aveva inviato in visione alcuni suoi componimenti.
Poeta solitario e anticonformista rimane estraneo a scuole, correnti ed ambienti letterari ufficiali.
La sua è una poesia di emozioni, sensazioni e immagini. Egli ricorre ad uno stile tradizionale, ad una musicalità “facile”, e rifiuta ogni genere di sperimentalismo e di avanguardia.
Il tema dominante della sua produzione è l’amore omosessuale. Vicino per la limpida prosaicità all’ermetismo egli conservò la più totale indipendenza da ogni forma di catalogazione. Si esprime al meglio in componimenti brevi e intensi, vere e proprie folgorazioni poetiche.
Penna utilizza versi tradizionali, soprattutto endecasillabi e settenari e ricorre alla simmetria e alla repetitio sia sul piano tematico che su quello formale. Utilizza con maggior frequenza le rime identiche, equivoche, derivative.
Muore a Roma nel 1977 nell’ombra e in povertà.

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