InVersi Fotografici XV – Velare/Svelare: Borges Vs List

L’inVerso Fotografico di oggi parla di frammenti sradicati di realtà.

Ho scelto il fotografo Herbert List per la sua capacità di operare questo straniamento inserendo gli oggetti in un contesto estraneo, rappresentando la magia del fenomeno nella sua unicità spazio temporale.

Goldfish GlassIn Goldfish Glass la scelta del punto di vista mette in relazione il pesce e l’isola, l’acqua come elemento unificante ed estraniante al tempo stesso. Due non luoghi della solitudine.

Il suo interesse per la mitologia greca e la predilezione per il surrealismo confluiscono nella serie Velare/Svelare di Lycabettos ad Atene dove una figura indefinita gioca con il paesaggio e l’indeterminatezza del tempo e dello spazio a sottolineare la fugacità e la relatività di ogni interpretazione. L’uso dello specchio contribuisce a contrapporre la realtà e la sua immagine riflessa, in un rimando continuo di interpretazione e percezioni illusorie.

Herbert List, The Spirit of Lycabettos, Athens 1937
Herbert List, The Spirit of Lycabettos, Athens 1937
Herbert List, Spring Sunshine at the Glyptothek , 1950
Herbert List, Spring Sunshine at the Glyptothek , 1950

Assistiamo ad una rappresentazione «borgesiana» della realtà, la fantasia che colma i vuoti di sceneggiatura della vita vera e la menzogna a reinventare l’autobiografia, la rappresentazione sociale del se. La storia si fa fiction e l’altro è la “sfinge di un libro / che io avevo paura di aprire“.

Ciò che aneliamo è essere visti come le pietre e gli alberi , senza mentire privilegi.

*

La Rosa

La rosa,
la rosa immarcescibile che non canto,
quella che è peso e fragranza
quella dell’oscuro giardino della notte fonda,
quella di qualunque giardino e qualunque sera,
quella che risorge dalla tenue
cenere per l’arte dell’alchimia,
la rosa dei persiani e di Ariosto
quella che è sempre sola,
quella che è la rosa delle rose,
il giovane fiore platonico,
l’ardente e cieca rosa che non canto,
la rosa irraggiungibile.

*

Righe che posso avere scritto e perduto verso il 1922

Jorge Luis Borges – Fervore di Buenos Aires, 1923.

Silenziose battaglie del tramonto

in periferie ultime,

sempre antiche sconfitte di una guerra nel cielo,

albe rovinose che ci arrivano

dal fondo deserto dello spazio

come dal fondo del tempo,

neri giardini della pioggia, una sfinge di un libro

che io avevo paura di aprire

e la cui immagine ritorna nei sogni,

la corruzione e l’eco che saremo,

la luna sopra il marmo,

alberi che si innalzano e perdurano

come divinità tranquille,

la mutua notte e l’aspettata sera,

Walt Whitman, il cui nome è l’universo,

la spada coraggiosa di un re

nel silenzioso letto di un fiume,

i sassoni, gli arabi e i goti

che, senza saperlo, mi generarono,

sono io quelle cose e le altre

o sono chiavi segrete e ardue algebre

di ciò che non sapremo mai?

Herbert List, Picnic by the Baltic , 1930
Herbert List, Picnic by the Baltic , 1930

« Sono cieco e ignorante, ma intuisco che sono molte le strade »

Familiarità

             A Haydée Lange

Si apre il cancello del giardino
con la docilità della pagina
che una frequente devozione interroga
e, dentro, gli sguardi
non hanno bisogno di fare caso agli oggetti
che sono già precisamente nella memoria.
Conosco le abitudini e gli animi
e quel dialetto di allusioni
che ogni raggruppamento umano ordisce.
Non ho bisogno di parlare
né di mentire privilegi;
bene mi conoscono coloro che qui mi circondano,
bene sanno le mie angosce e la mia debolezza.
Questo è raggiungere ciò che è più alto,
ciò che forse ci darà il Cielo:
non ammirazione né vittorie
ma semplicemente essere ammessi
come parte di una Realtà innegabile,
come le pietre e gli alberi.

Herbert List , b. 1903-1975, Hamburg, Germany
Herbert List , b. 1903-1975, Hamburg, Germany

Biografia

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Nato in una ricca famiglia di commercianti, Herbert List inizia la sua carriera studiando letteratura e storia dell’arte e realizzando fotografie senza alcuna pretesa artistica. Nel 1930, grazie all’incontro con Andreas Feininger, fotografo del movimento Bauhaus, scopre la Rolleiflex.
Sotto l’influenza degli artisti del movimento Bauhaus e del Surrealismo, List sviluppa presto un suo personale linguaggio visivo affine al Realismo Magico.
Nel 1936, costretto ad abbandonare la Germania nazista, deve rapidamente trasformare il suo hobby in professione. Lavorando in seguito a Parigi e a Londra per “Harper’s Bazar”, rimane insoddisfatto delle sfide della fotografia di moda.
List, quindi, si concentra sul suo progetto Fotografia Metafisica realizzando nature morte simili ai dipinti di Max Ernst e Giorgio de Chirico.
Meno di un anno dopo la Grecia e l’Italia diventano il principale interesse di List e Atene la sua residenza temporanea, dove spera di sfuggire alla guerra. Immortalando gli antichi templi, le sculture e i paesaggi crea un diario fotografico della vita del Mediterraneo, che include le sue famose immagini di giovani uomini.
Con gli occhi di un poeta, List fotografa anche i grandi artisti del suo tempo, da Picasso a Morandi, dalla Magnani alla Dietrich.
Dopo la guerra Herbert List incontra Robert Capa e decide di entrare a far parte dell’agenzia fotografica Magnum. Qui scopre la fotocamera 35mm e il suo lavoro diventa più spontaneo e viene influenzato dal suo collega della Magnum, Henri Cartier-Bresson, e dal Neo-Realismo Italiano. Dopo il 1965 perde interesse per la fotografia, ma ancor oggi le sue immagini si possono trovare nelle maggiori collezioni fotografiche del mondo.

borges_circulo

Jorge Luis Borges, è nato il 24 agosto 1899 a Buenos Aires. Dal 1914 al ’21 segue i suoi genitori in Europa. Frequenta gli studi a Ginevra e in Spagna. Nel 1925, Borges incontra Victoria Ocampo, la musa che sposerà quarant’anni dopo. Con lei stabilisce un’intesa intellettuale destinata a entrare nella mitologia della letteratura argentina.
L’attività pubblicistica di Borges è infaticabile. Borges è afflitto da una forma incurabile di miopia, la cecità progressiva, da fattore fisiologico, esplode con virulenza in un nucleo metaforico che nutre l’opera narrativa di Borges e ne alimenta la leggendaria visionarietà.
Tra il ’33 e il ’34, tale visionarietà sfocia nell’invenzione della storia come menzogna, come falso, plagio, parodia universale. Nel 1938 lo scrittore ha un incidente che lo costringe per parecchio tempo all’immobilità, dopo un attacco di setticemia che ne minaccia gravemente la vita.
Questa drammatica situazione provoca in Borges il terrore di una perdita totale di creatività. Nulla di più falso. Negli anni della malattia, lo scrittore argentino concepisce alcuni tra i suoi capolavori, che vengono raccolti e pubblicati nel ’44 col titolo di Ficciones. A distanza di cinque anni escono anche i racconti di Aleph.
A questo punto, Borges è uno dei maggiori scrittori argentini di tutti i tempi. Virtuosista di razza, conferma la sua fama scendendo sul piano della saggistica pura, con le sue Otras Inquisiciones (1952).
Nel 1955 Borges viene nominato direttore della Biblioteca Nazionale, ciò che aveva sempre sognato di fare. Con spirito eminentemente borgesiano, lo scrittore commenta così la nomina: “E’ una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre”.
E’ l’inizio di un lungo e fecondissimo tramonto, nonostante la morte avvenga molto più tardi, il 14 giugno 1986. Accanto a Borges è la sua seconda moglie, l’amatissima Marìa Kodama.
Labirintica, regno di specchi e falsi piani, l’opera di Borges ha stabilito il primato della linea fredda trionfante nella prosa latina fino all’avvento del “realismo magico” di Garcia Marquez, che pure è una diretta emanazione delle suggestioni visionarie dello scrittore argentino. Non è possibile pensare alla tradizione postmoderna, alla letteratura di Calvino e di Eco senza l’esistenza dei libri di Borges, autentico giardino in cui i sentieri si biforcano e si uniscono nel medesimo istante.

http://www.casadellapoesia.org/poeti/borges-jorge-luis/biografia

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