Giuseppe Carracchia

a cura di natàlia castaldi

Giuseppe Carracchia nasce nel 1988 e attualmente risiede a Catania. Laureato in Lettere Moderne, ha già pubblicato quattro sillogi poetiche:
Pensieri notturni, Edizioni Edessae, 2005;
Anime Vagabonde, Roma, 2007;
Il verbo infinito, Edizioni Prova d’Autore, 2010;
La virtù del chiodo, Edizioni L’Arca Felice, Salerno, collana a cura di Mario Fresa, 2011;
più una piccola raccolta – Poesie col nastro rosso – nell’antologia Burattinai di parole (Ass. Cult. Città Nuova, 2010).

Testi

Ragione possiede logica e luce
necessari strumenti per cui svela
calcola vede illumina e dà voce
nell’ordito e in trama alla candela

Ma l’ombra in frescura adopera altri
spazi ad esser vista e culmina in scaltri
occhi la verità che scioglie il dubbio
annodando in sorriso la vita al subbio.

La verità non è solo equazione
edile del costruttore ma volo
azzardo e tensione del calabrone
che non potendo volare per scienza
ripone dubbio al saggio apicoltore
e continua con le stagioni senza
sapersi ignorante ad insegnare
come di maggio s’impollina un fiore.

*

Sputa al vuoto il ragno tra i cotoneastri
la propria casa a geometria degl’astri
istituisce e ispira l’imperfezione
nostra: il difetto all’azzardo ripone.

Il ragno inquadra, mira e anzitutto osa
(sarà questo il mistero del chiodo:
tingilo d’azzurro e piantalo nel vuoto)

*

La virtù del chiodo che regge frattura
e vuoto svela la falsità del niente:
compiutezza del ragno che ha mura
e casa in aria l’un prima lucente.

*

Cercare l’immenso da custodire
nell’attimo in cui sboccia un fiore
che venendo a vita ci viene a dire
la radice e il gambo e il suo lucore

*

La proporzione delle parole spacca
dal ventre la pietra e s’apre a sé stessa
germoglio in nodo al noce, geometria
scalfita a scrollo d’ali: vita ch’esige la vita.

***

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