Romanovsky a Messina per Accademia Filarmonica: quando la perfezione incontra 88 tasti

di Marta Cutugno

Messina. L’incanto è qui. Gremito di spettatori per il concerto di sabato 4 novembre in cartellone nella stagione 23/24 dell’Accademia Filarmonica di Messina, il Palacultura Antonello ha sentito risuonare tra le sue pareti uno dei concerti più straordinari degli ultimi anni. In chiusura, tantissimi spettatori plaudenti e in piedi per celebrare il talento di Alexander Romanovsky, artista di calibro internazionale. A soli 17 anni, il pianista ucraino è stato vincitore del prestigioso Concorso Busoni ed ha calcato alcuni tra i palcoscenici più prestigiosi al mondo, tra questi la Sala principale del Concertgebouw di Amsterdam, La Scala a Milano, Teatro Colón di Buenos Aires, la Sala Grande del Conservatorio di Mosca, le sale Suntory e Kioi di Tokyo, il Teatro Municipal a Santiago del Cile, la Sala Santa Cecilia del Parco della Musica di Roma. Per la prima volta nella città dello Stretto, Romanovsky ha ricevuto un eclatante risposta da parte del numeroso pubblico presente ed è stato salutato con incessanti applausi che lo hanno richiamato più e più volte sul palcoscenico.

“Buon Compleanno Rach!”, questo il titolo del concerto che è giunto come un omaggio a S.Rachmaninov nel 150° anniversario della nascita. Intenso il programma presentato a Messina: sebbene suddivisa in due parti, dedicate a due distinti compositori e separate da un breve intervallo, la proposta programmatica è unitamente pervasa dalla stessa struggente nostalgia della patria natia che investì ugualmente Fryderych Chopin e Sergej Rachmaninov ma in circostanze, modi e accadimenti storici lontani e diversi.

Nella prima parte, Romanovsky ha eseguito magistralmente diversi componimenti chopiniani. La splendida Polacca-fantasia op.61, percepita come una sorta di visione, dalla forma articolata e sfuggente. E poi i Valzer op.34 n. 1 e 2 che si rendono mnifesto dei diversi aspetti della vita del compositore polacco nella capitale viennese. Il profondo scoramento causa la lontananza dalla sua terra, la delusione, la sua natura introversa, infatti, si scontrano e si completano con le scintille della vita mondana nelle dimore patrizie, serate gioiose in cui Chopin esegue, dedica, improvvisa le sue musiche e intrattiene persino i presenti con il suo talento mimico. Segue lo Scherzo op.31 n.2, pezzo di straordinaria malia, perfettamente autonomo per quel che concerne la forma e il contenuto e che, per la sua grande varietà di colori, potrebbe essere inteso come un vero e proprio poema. Romanovsky conclude la prima parte del concerto con la Polacca in mi bemolle maggiore op.53 “Eroica”, tra le più note al grande pubblico. Ed è nella seconda parte che si concretizza l’omaggio a Sergej Rachmominov, con l’esecuzione dei Preludi op.23 n.2-3-5 – che mettono in luce le capacità narrative di Rach – e della trascrizione dello Scherzo da “Sogno di una notte di mezza estate” di Mendelsshon. A seguire, Lilacs op.21 n.5 e Vocalise op.34 n.14, prima della Sonata n.2 op.36, composta nel 1913 e revisionata nel 1931, con la seconda versione eseguita per la prima volta dall’autore a Portland, il 10 dicembre 1931.

Alexander Romanovsky è un interprete che rasenta la perfezione. La pratica, tecnicamente e spiritualmente, restituendola ad un pubblico letteralmente stregato. Con le dieci dita, domina magistralmente la tastiera, sfoggiando cantabilità eccelsa e potenza tecnica. Uno scultore del suono che lascia respirare le pagine di quelle partiture, conferendogli un gusto sentimentale sempre ben calibrato e un patetismo scevro da eccessi.  Suoni come farfalle in volo, che nascono e si dissolvono tra le sue dita,  impalpabili, leggere, soprannaturali. Un virtuoso d’eccellenza, Romanovsky che, con un controllo ed una precisione impeccabili, va a sfiorare tutti i possibili livelli di perfezione in ogni parametro, reggendone i fili con maestria. Acclamato ed applaudito fortemente sin dall’intervallo tra primo e secondo tempo, l’artista è stato richiamato ripetutamente sul palcoscenico da un pubblico entusiasta che ha strappato l’esecuzione di diversi brani in bis tra Studi e Notturni di Chopin. Alexander Romanovsky si impone sulla scena internazionale esibendosi regolarmente con le maggiori formazioni orchestrali in Europa, in Asia e nelle Americhe. Negli ultimi anni ha dedicato la propria attività anche a sostegno della promozione dei giovani talenti e della musica classica, affiancandola all’insegnamento. Dal 2014 ricopre la carica di Direttore Artistico del Vladimir Krainev Moscow International Piano Competition.

Prossimo concerto in programma per l’Accademia Filarmonica di Messina è NOTE A MARGINE, Nicola Piovani in concerto, in una sorta di racconto autobiografico in cui il grande musicista e Premio Oscar condivide con il pubblico esperienze, ricordi ed emozioni di oltre quarant’anni di carriera.

foto di Rocco Papandrea

 

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