La Camera dei Deputati della Polonia ha proclamato il 2018 anno dedicato alla figura e all’opera di Zbigniew Herbert nel ventesimo anniversario della morte; mi piace non poco l’idea di aprire il nuovo anno proprio con un invito alla lettura e allo studio di uno dei poeti più interessanti, originali e complessi del XX secolo non solo polacco.
Non conoscendo, purtroppo, la lingua polacca, ho consultato l’edizione tedesca, quella francese e quella inglese della raccolta Rapporto da una città assediata del 1983 e mi sono provato a “tradurre” una lirica herbertiana; eccola (le parole in corsivo sono in italiano nel testo originale):
GLI ANTICHI MAESTRI
Gli Antichi Maestri
lavorarono nell’anonimato
le loro firme erano
le bianche dita delle Madonne
o le torri rosa
d’una città sul mare
anche scene dalla vita
della Beata Umiltà
si dissolsero
in sogno
miracolo
crocifissione
trovarono rifugio
sotto la palpebra dell’Angelo
dietro colline di nubi
nell’erba fitta dell’Eden
annegarono totalmente
nel firmamento dorato
senza grida di terrore
né il desiderio d’essere ricordati
le superfici da loro dipinte
sono lisce come uno specchio
non specchi per noi
ma specchi per gli eletti
……….io v’invoco, Antichi Maestri,
……….negli ardui momenti del dubbio
……….fate in modo che la pelle di serpente
……….dell’orgoglio cada via da me
……….rendetemi sordo
……….alle tentazioni della fama
……….io v’invoco, Antichi Maestri,
……….Pittore della Pioggia di Manna
……….Pittore degli Alberi Ricamati
……….Pittore della Visitazione
……….Pittore del Sacro Sangue