Carteggi privati – Corrispondenze da Freud a Barthes

Ad agosto Carteggi Letterari si prende una pausa e sospende la programmazione ordinaria. Riproporremo post apparsi nel secondo anno di attività. Un carteggio privato e “discorso amoroso” di Cinzia Accetta (pubblicato il 16 marzo 2015).


Cosa vuol dire «pensare a qualcuno»?

Freud lo assimila al dimenticarlo, all’oblio: io non ti penso, ti faccio semplicemente tornare alla mente, a misura che cresce in me l’oblio di te (da Frammenti di un discorso amoroso, Roland Barthes). La marchesa di Merteuil  (quella delle relazioni pericolose) sostiene che quando scrivete a qualcuno lo fate per lui e non per voi, a tal punto che  il pensiero che indirizzate non vi appartiene del tutto. Cosi dal pensare al pensare a qualcuno e allo scrivere questo pensiero si opera una migrazione di intenti che ci pone di fronte all’immagine dell’altro: l’altro diviene lo specchio del nostro pensiero.

La relazione semantica tra il pensante e il pensato mette in relazione due immagini e il pensare a qualcuno diviene un ponte attraversato vicendevolmente dal desiderio.

 

Corrispondenze

Io ti amo

Che vuoi dire?

Che ti penso.

Anche io ti penso

Si ma io ti amo.

Ma a che pensi?

A te

Soltanto?

A te con me, a noi

Quindi pensi a te non solo a me

Si, non da solo con me

Con te perché mi ami?

Si perché ci si ama in due

In due pensiamo

Perché ci amiamo

Quindi non mi ami ma ci amiamo?

Non lo so tu che dici?

Io dico che ti penso ma non con me. Cioè non penso a me ma a te.

Quindi mi pensi a prescindere da te?

Si tu mi prescindi

Quindi mi scindi

Io sono io e tu sei tu; Io più te siamo noi, non scindo

Tu prescindi

Noi prescindiamo da noi stessi nel pensiero di te. Cioè io penso a te anche senza me; tu ci sei a prescindere da me.

Quindi mi pensi?

Se lo chiedi non hai capito.

Si, non ho capito perché ti amo.

*

inedito di Cinzia Accetta

foto di Helmut Newton, Lynch e Rossellini

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