Francesco De Gregori canta Dylan: quando la Musica diventa Cultura

di Libera Capozucca 

Francesco De Gregori Canta Dylan
Civitanova Marche, 5 Luglio 2016
Quando la Musica diventa Cultura

Seducente e raffinata, viscerale e composta, è stata l’esibizione con cui Francesco De Gregori ha chiuso il “Rive festival” a Civitanova Marche, Domenica sera. Quello che doveva essere un concerto prevalentemente riferito all’album “Amore e furto”, in cui il “Principe” celebra “il menestrello del folk” con grazia e maestria, si trasforma in un inaspettato ritorno alle origini. Due ore di vecchi successi e più recenti composizioni servono per rimare la vita dentro ad ogni singola canzone, entrata ormai a pieno titolo nel nostro immaginario collettivo in versione musica e poesia. L’universo letterario della composizione d’autore vive in questo live, dove vecchie e nuove generazioni rincorrono le parole di un cantastorie che raduna compiutamente i sentimenti di ogni tempo. E se per qualcuno è solo il figlio di Dylan – cosa che peraltro lui stesso rivela apertamente di gradire – De Gregori rimane da sempre l’artista che ha insegnato a guardare il mondo con poesia attraverso il candore di Alice (correva l’anno 1973), a raccontare la malinconia dell’amore in Rimmel (nel 1975), a salpare pieni di sogni verso l’America con Buffalo Bill (1976).

image
La performance parte proprio da Pezzi di vetro (Rimmel) che racchiude la vita in una palla di cristallo capace di frantumarsi in mille pezzi urtando l’amore. L ’uomo che cammina sopra i cocci finisce per incontrare lei, e scherza con la vita, tra il velo e la maschera senza farsi male, prima di giocarsi l’ultima carta: trattenerla a sé per non rimanere ferito. Stupendo assolo di voce e chitarra. Prosegue con L’agnello di Dio e La leva calcistica della classe’68, capolavoro assoluto di parole in musica, dove Nino ci dà la sua lezione più bella: mostrare il coraggio delle proprie idee soprattutto di fronte alla sconfitta (la stessa di quegli ideali che avevano reso grande il ’68). E poi ecco La storia, Adelante Adelante!, Caterina, Battere e levare per farci cantare e gustare tutto il profumo di una sera d’estate vicino al mare, immersi nei suoni contagiosi di una band esplosiva e aggraziata. De Gregori canta Dylan in Non dirle che non è così e in Un angioletto come te proseguendo lo show con Atlantide, Generale (accolta da un’ovazione fortissima), Titanic, Sotto le stelle del Messico a trapanar solo per citare le più note. Tutto accompagnato da quella classe per gli arrangiamenti e le vocalità che solo i grandi artisti possiedono. E al momento del bis La donna cannone ci porta nel cuore di uno dei pezzi più belli di sempre, salutandoci infine tutti con Buonanotte fiorellino.

image
Un cantore di cui non si perde la storia nella trafelata follia degli ultimi tempi, ci convince che la sua arte ha ancora tante cose da insegnare. Attraversando in volo gli anni degli estremismi violenti, della decadenza e della rinascita, della lotta e della crisi di un’Italia di cui si fa testimone e portavoce, canta da sempre il cambiamento e la speranza. Definiamolo pure figlio di Dylan, ma resta altrettanto vero il fatto – sostenuto da molti – che noi siamo tutti figli delle sue straordinarie canzoni.

image

Foto di Francesco Russo – Visualizza il sito ufficiale FRANCESCO RUSSO PH cliccando QUI

 

Rispondi